Milano
Festa dell'Unità al via tra Expo, primarie e migranti

La scelta di Milano come sede per la festa nazionale de l'Unità del Pd "è l'occasione per ricordare la straordinaria vetrina che ci sta dando Expo". Lo ha sottolineato Debora Serracchiani inaugurando l'evento che per due settimane animerà i Giardini Indro Montanelli di Milano.
"Fintanto che le cose andavano male - sottolinea - se ne parlava sempre. Ora, che Expo sta dimostrando di essere una grandissima opportunità per il Paese e che non solo riusciamo a fare le cose fatte bene, ma riusciamo anche a farle in modo straordinario, se ne parla anche troppo poco". Passando poi al tema elezioni, Serracchiani spiega che le primarie per la scelta del candidato che correrà per la poltrona di sindaco di Milano non sono scontate. "Il partito democratico di Milano, così come quello della Lombardia e come i partiti territoriali, sta facendo un lavoro straordinario - dice Serracchiani -. Si è dato un percorso e lo sta seguendo. E noi accompagneremo questo percorso, valutando quello che accadrà più tardi". Per quanto riguarda i nomi di chi potrebbe giocare la partita, il vicesegretario del Pd spiega che "ora si sta ragionando sulle cose che servono a Milano. Pensiamo di aver amministrato bene con Pisapia. Abbiamo un partito molto forte che è stato riconfermato anche alle ultime amministrative. Abbiamo semplicemente la necessità di continuare ad accompagnare questo progetto, che è molto ambizioso anche per il Paese".
Altro tema importante è quello dell'immigrazione. L'emergenza migranti, afferma Serracchiani, è "un tema complesso, ma più che dire no senza dare alcuna soluzione ragionevole per affrontarlo, pensiamo che sia necessario prendersi delle responsabilità. Ciò - sottolinea - non significa che c'è per tutti e che non siamo spaventati, ma questo Paese, questo governo e questo partito sono diversi da chi pensa di poter speculare sulla vita, sulla dignità e sulla sofferenza delle persone per un voto in più". Per Serracchiani, "continuare ad affrontarlo spaventandoci, non rende merito al Paese e neanche a tutti quelli che tutti i giorni sono in trincea, affrontando a volto scoperto e a mani nude un tema così importante". L'esponente dem, ricorda inoltre che "questo Paese non è uguale a tanti altri Paesi europei. Da qui sono partiti 14 milioni di italiani in un momento di difficoltà, per cercare una vita migliore e non possiamo far finta che questo non faccia parte del dna di un Paese, di un governo e di un partito che fanno di questi principi una differenza profonda da chi pensa che sia sufficiente girarsi dall'altra parte e dire no".
Quanto alle possibili soluzioni, "dobbiamo obbligare l'Europa a farsene carico e ottenere di più. Non c'è dubbio", conferma. Debora Serracchiani dice inoltre di apprezzare le parole pronunciate questa mattina a Rimini durante il meeting di Comunione e Liberazione dal leader Giorgio Vittadini, secondo il quale il Pd da qualche anno non è più invotabile. "Mi fa piacere - dice - che ci sia parte del Paese che guarda al partito democratico come alla soluzione e non come un problema quando si parla di politica. Sono particolarmente orgogliosa e fiera anche perché penso che sia il frutto del tanto lavoro che stiamo facendo", conclude.