Milano
Fondi Expo, riunione d'urgenza in tribunale sulle presunte irregolarità

Fondi Expo al tribunale di Milano, indagine in procura su presunte irregolarità: il presidente convoca d'urgenza i magistrati
Expo: riunione giudici "urgente" per discutere su relazione
I processi del Tribunale di Milano rischiano di fermarsi perche' i giudici hanno indetto "con urgenza" una riunione per discutere della scioccante relazione Anac sugli appalti Expo per la giustizia milanese. A convocare la riunione con una lettera dai toni drammatici inviata a tutti i giudici e' il presidente del Tribunale Roberto Bichi. "Considerato il grave negativo riflesso derivante sull'immagine e sull'attivita' stessa del Tribunale - scrive Bichi - ritengo necessario convocare con urgenza una riunione dei presidenti di sezione, in primo luogo per informarvi delle circostanze a mia conoscenza e, inoltre, al fine di valutare eventuali iniziative". "I magistrati sono convocati nell'aula della presidenza della prima sezione civile e - questo e' il passaggio della missiva di Bichi che colpisce di piu' - in considerazione dell'importanza dell'argomento sottolineo la necessita' della presenza di tutti, eventualmente anche con sospensione dell'udienza".
La lettera esprime il momento delicato della giustizia milanese dopo l'esposto dell'Anac di Raffaele Cantone su presunte irregolarita' in almeno 18 delle 72 procedure d'appalti del Tribunale milanese per un valore di 8 milioni di euro (su 16) di fondi governativi stanziati per l'Expo e distribuiti dal Comune di Milano per l'informatizzazione della giustizia. Nel dossier dell'Anac vengono espresse perplessita' sull'operato di diversi magistrati, tra cui Pomdoro e l'ex presidente dei gip Claudio Castelli, ora presidente della Corte d'Appello di Brescia. Ieri (lunedì, ndr), la Procura ha avviato un'indagine 'a modello 44? a carico di ignoti sulla base dell'esposto dell'Anac con l'ipotesi di turbativa d'asta. Inchiesta che ben difficilmente resterebbe a Milano visto il presunto coinvolgimento di toghe meneghine. I fatti risalgono a un periodo compreso tra il 2010 e il 2015.