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Fondi Lega: il presunto prestanome collabora e va ai domiciliari

Fondi Lega: il presunto prestanome collabora e va ai domiciliari

Luca Sostegni, considerato il prestanome di Michele Scillieri, uno dei tre contabili di riferimento della Lega, e' stato scarcerato e proseguira' la sua misura cautelare ai domiciliari. Lo ha deciso il gip di Milano, Giulio Fanales, dopo che anche i pm titolari dell'indagine, Stefano Civardi ed Eugenio Fusco (aggiunto), avevano dato parere positivo.  Il 62enne era in carcere dal 15 luglio, quando era stato fermato prima che tornasse in Brasile: in base alla ricostruzione dell'indagine, aveva raggiunto l'Italia dal Paese sudamericano in cui viveva, per esigere una somma di 50mila euro in cambio del silenzio con i giornalisti, essendo stato coinvolto nell'affare Lombardia Film Commission, architettato dagli altri due revisori vicini al Carroccio, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni. 

Come si legge nell'atto del giudice - che non ha concesso la libera uscita per due ore al giorno, come chiesto nell'istanza dal difensore Pennisi -, e' stata considerata positivamente la sua "proficua collaborazione con gli inquirenti, insieme alle dichiarazioni ammissive sulle sue responsabilita'"; in questo contesto il gip ha valutato anche "l'affievolimento della possibilita' di reiterazione del reato". Al momento anche gli altri tre principali indagati, si trovano ai domiciliari. Sostegni e' uscito dunque da San Vittore e proseguira' la misura cautelare nella sua residenza di Parma.

Fondi Lega: sequestrata Porsche d'epoca a cognato Scillieri

Una Porsche d'epoca e' stata sequestrata a Fabio Barbarossa, uno degli indagati nell'affare Lombardia Film Commission, nonche' cognato di Michele Scillieri (anche lui ai domiciliari), il commercialista nello studio del quale e' stata posta la sede della Lega per Salvini premier. Ad eseguire il sequestro preventivo d'urgenza firmato dal pm Stefano Civardi e' stato il nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Milano, nell'ambito dell'indagine per peculato e turbata liberta' nella scelta del contraente, in cui risultano indagati e ai domiciliari Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, revisori contabili del Carroccio in Parlamento. La macchina d'epoca, una "356 A cuope'" cilindrata 1600 del '59, e' stata acquistata da Barbarossa - nell'ipotesi investigativa - con soldi che provenivano in origina dal ricavato della compravendita del capannone di Cormano. La struttura era infatti di proprieta' della societa' Immobiliare Andromeda, di cui Barbarossa era amministratore come prestanome dello stesso Scillieri, ed e' stata acquistata da Lfc per 800mila, quando - ritiene chi indaga - ne valeva appena 400mila. Quel surplus sarebbe finito nelle tasche non solo di Scillieri, ma anche dei due principali 'architetti' dell'operazione, Di Rubba e Manzoni. Come pagamento della sua funzione di prestanome di Scillieri, Barbarossa avrebbe ricevuto un compenso, con il quale poi ha comprato l'auto per 30mila euro. Una vettura che ora ne vale quasi 100mila. I militari della guardia di finanza hanno messo i sigilli questo pomeriggio all'automobile, il cui acquisto e' avvenuto a inizio 2018, poco dopo che l'operazione per il capannone fu conclusa (dicembre 2017): il collegamento tra il denaro frutto di peculato e il bene e' - secondo gli inquirenti - tracciabile. Di Rubba al tempo dell'operazione sul capannone di Cormano era presidente di Lfc (posizione che configura il reato di peculato). 

Fondi Lega: pm, consapevole acquisto Porsche con soldi peculato

Fabio Barbarossa "e' ben consapevole del fatto che ha acquistato l'autovettura con la provvista del peculato" e a colloquio con Scillieri si esprime cosi: "Speriamo, veramente, vabbe' quindi devo ridare dentro la Porsche? Me la portano via? Ma se dovessero mettiamo nella peggiore delle ipotesi venirmi a chiamare...". Lo scrive il pm Stefano Civardi, nel decreto di sequestro preventivo d'urgenza, con cui oggi gli uomini del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Milano si sono presentati a casa del cognato di Michele Scillieri e hanno sequestrato una Porsche d'epoca (una 356 A Coupe' 1600) del valore di quasi 100mila euro. I due sono entrambi ai domiciliari per l'affare Lombardia Film Commission, cosi' come i due contabili della Lega al Parlamento, Andrea Manzoni e Alberto di Rubba, e da oggi anche Luca Sostegni, che e' stato scarcerato ed e' considerato, come Barbarossa, un prestanome di Scillieri. 

Il commercialista, nello studio del quale e' stata posta la sede della Lega per Salvini premier - si legge nel decreto - e' il "reale dominus" dell'Immobiliare Andromeda (di cui Barbarossa era amministratore), societa' da cui Lfc acquista il capannone di Cormano (che a sua volta le era stato venduto dalla Paloschi amministrata da Sostegni). Proprio per "remunerarlo della sua fittizia intestazione delle quote di Andromeda, funzionale a non far apparire Scillieri come proprietario della societa' venditrice dell'immobile di Cormano", Barbarossa riceve una "elargizione di 30mila euro il 25 giugno 2018", a sei mesi dalla conclusione dell'affare Lfc. Un versamento che per il pm "integra il prezzo del reato per il contributo causale fornito da Barbarossa al complessivo disegno criminoso, che include non solo il peculato, ma anche il delitto di sottrazione fraudolenta del pagamento delle imposte". E proprio per 30mila euro l'auto di lusso e' stata acquistata pochi giorni dopo, a luglio, da Barbarossa, che si 'autobonifico'', con il beneplacito del cognato Scillieri, i 30mila euro incassati come "rimborso anticipazione amministratore unico". E li impiego' "in un bene" che i Pmi considerano "del tutto voluttuario": l'auto del 1959 acquistata d'occasione poi "completamente revisionata e manutenzionata con un aumento di valore di circa 3 volte l'importo pagato". 

 

Fondi Lega: presidente Lfc, useremo cauzione in caso condanna 

"La cauzione l'abbiamo acquisita, non c'e' un atto, ci sono delle operazioni di trasferimento di questi fondi ma e' nel diritto di questi soggetti, perche' ovviamente l'hanno condiviso con i pm, poter pagare una cauzione". E' cio' che ha spiegato Alberto Dell'Acqua, attuale presidente della Fondazione Lombardia Film Commission, in commissione del Comune di Milano, rispondendo alle domande dei consiglieri. Il quesito era riferito alle cauzioni versate da Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni (in tutto circa 300mila euro) alla Lfc, per chiedere il dissequestro di due villette sul lago di Garda e la revoca della misura cautelare, in sede di Riesame. "Se verranno condannati questa cauzione verra' tenuta e utilizzata dalla Fondazione, se il danno prodotto sara' alla Regione Lombardia trasferiremo a loro questi fondi", ha precisato Dell'Acqua. E in merito alla eventuale costituzione di parte civile della Fondazione, ha aggiunto: "Noi continueremo a monitorare questi fatti e avvieremo tutte le azioni legali a tutela della Fondazione, riservandoci ulteriori azioni legali se non dovessero bastare le cauzioni". 

Il commercialista, nello studio del quale e' stata posta la sede della Lega per Salvini premier - si legge nel decreto - e' il "reale dominus" dell'Immobiliare Andromeda (di cui Barbarossa era amministratore), societa' da cui Lfc acquista il capannone di Cormano (che a sua volta le era stato venduto dalla Paloschi amministrata da Sostegni). Proprio per "remunerarlo della sua fittizia intestazione delle quote di Andromeda, funzionale a non far apparire Scillieri come proprietario della societa' venditrice dell'immobile di Cormano", Barbarossa riceve una "elargizione di 30mila euro il 25 giugno 2018", a sei mesi dalla conclusione dell'affare Lfc. Un versamento che per il pm "integra il prezzo del reato per il contributo causale fornito da Barbarossa al complessivo disegno criminoso, che include non solo il peculato, ma anche il delitto di sottrazione fraudolenta del pagamento delle imposte". E proprio per 30mila euro l'auto di lusso e' stata acquistata pochi giorni dopo, a luglio, da Barbarossa, che si 'autobonifico'', con il beneplacito del cognato Scillieri, i 30mila euro incassati come "rimborso anticipazione amministratore unico". E li impiego' "in un bene" che i Pmi considerano "del tutto voluttuario": l'auto del 1959 acquistata d'occasione poi "completamente revisionata e manutenzionata con un aumento di valore di circa 3 volte l'importo pagato".

Fondi Lega: presidente Lfc, Scillieri revisore fino a nuovo bando

Lo studio commerciale di Michele Scillieri (ai domiciliari), uno dei tre principali indagati nell'inchiesta milanese sull'affare Lombardia Film Commission, presta ancora attivita' di consulenza contabile per la stessa fondazione, sebbene sia stato emesso appena ieri un bando per scegliere un nuovo fornitore di servizi. A spiegarlo e' stato l'attuale presidente di Lfc, Alberto Dell'Acqua, in commissione consiliare del Comune di Milano. Rispondendo alle domande dei consiglieri, il manager fa una prima riflessione: "Oggi la situazione giuridica di Michele Scillieri non e' ancora definitiva, non c'e' ancora una sentenza. Se noi oggi avessimo, solo per quello che e' riportato sui giornali, deciso di interrompere il rapporto con Scillieri e il suo studio, avremmo dovuto corrispondere allo studio l'intero compenso residuo da qui a fine anno. E avremmo fatto mancare un supporto operativo importante per la Fondazione: rimarremmo senza qualcuno che elabora gli F24, e paga tasse e stipendi; inoltre bisognerebbe pagare un nuovo professionista". La cosa piu' razionale da fare, dunque, secondo Dell'Acqua, e' "portare a scadenza questo contratto che finisce il mese prossimo, nel frattempo la Fondazione si e' gia' attivata e ieri e' uscito un nuovo avviso di selezioni per la ricerca di una nuova figura di consulente contabile. Se da qui a fine anno dovesse esserci una sentenza nei confronti del dottor Scillieri a quel punto abbiamo anche uno strumento giuridico forte per poter interrompere il contratto e valutare se dobbiamo corrispondergli quanto dovuto da qui a fine anno oppure no". 

I consiglieri comunali, nel corso della commissione, hanno anche sollevato la questione del conflitto d'interesse. In primo luogo perche' Scillieri operava a stretto contatto con Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni (anche loro ai domiciliari nella stessa indagine): il capannone di Cormano era di una societa' di cui era amministratore il cognato di Scillieri, Barbarossa, considerato suo prestanome; ed e' stato venduto a Lfc, di cui Di Rubba era presidente. In secondo luogo, perche' gli altri due professionisti sono revisori contabili del Carroccio in Parlamento, mentre e' proprio nello studio di Scillieri che e' stata posta al sede della Lega per Salvini Premier. L'attuale manager di Lfc si e' difeso cosi' in merito: "Il conflitto di interesse e' tema che ha una sua definizione precisa a livello giuridico, si configura con riferimento all'organo amministrativo, non si configura per un consulente. Da questo punto di vista capisco che probabilmente non era opportuna l'operazione fatta da questo parente del dottor Scillieri che risultava titolare della societa' immobiliare (il cognato Barbarossa appunto, ndr) che ha venduto l'immobile, ma a livello giuridico lo poteva fare. In diritto non c'e' un conflitto di interessi, questo non giustifica il comportamento degli attori, se hanno poi commesso delle condotte illecite e verranno giudicati, arriveranno le sentenze e noi monitoreremo tutto quello che accadra'. E ci saranno dei profili che valuteremo di perseguire per maggiore tutela della Fondazione lo faremo", perche' l'immagine della Lfc e' stata solo "danneggiata" da queste vicende. Infine un passaggio sulla presenza di amianto nel capannone, come risultava da alcuni atti di indagine. La sostanza nociva doveva essere rimossa come previsto capitolato d'impresa sulla ristrutturazione (che doveva giustificare il surplus di 400mila euro versati dalla Regione per l'acquisto della struttura). Peraltro i lavori dovevano essere eseguiti dalla Barachetti Service, dell'imprenditore bergamasco Francesco Barachetti, anche lui ai domiciliari da venerdi' scorso: "Per quello che mi risulta l'amianto e' stato rimosso", ha spiegato Dell'Acqua.

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