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Milano
Fondi Lega, arrestato imprenditore bergamasco vicino alla Lega

Fondi Lega, nuove perquisizioni della Guardia di Finanza

Vanno avanti le perquisizioni della guardia di finanza nel caso della Lombardia Film Commission, legato ai presunti Fondi alla Lega. I militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Milano si sono recati nei giorni scorsi da Pierino Maffeis ed Elio Fogliadelli, indagati nell'inchiesta, e amministratori di societa' legate ai principali protagonisti nella vicenda, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni. Maffeis e' l'amministratore della Eco Service, mentre Fogliadelli della Sdc: entrambe sono societa' della Bergamasca che servivano ai contabili del Carroccio per far transitare e poi 'sparire' alcuni Fondi. Di stamani la notizia dell'ulteriore indagato nella vicenda: oltre a Sostegni (gia' in carcere), Manzoni, Di Rubba e Scillieri (ai domiciliari), risulta Francesco Barachetti. Una terza perquisizione e' stata fatta presso terzi e dunque senza indagati. I pm Stefano Civardi ed Eugenio Fusco vanno avanti anche con le audizioni: e' in corso stamattina quella di uno dei commercialisti di Barachetti, che abbandono' poi l'incarico nella sua societa' e che ora sta ricostruendo le vicende insieme ai pm.

Maffeis e' accusato in concorso di aver emesso fatture false. Secondo quanto si legge nell'ordinanza - a firma del gip Fanales - che dispone i domiciliari per l'imprenditore bergamasco titolare dell'azienda di ristrutturazioni edili, Barachetti - Maffeis figurava come "amministratore unico di fatto della Eco s.r.l." (societa' legata a Manzoni) e aveva favorito per conto dell'Immobiliare Andromeda (amministrata dal cognato di Scillieri, Barbarossa, anche lui indagato) "l'evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto, emettendo una fattura da 400mila euro per operazioni inesistenti".

Oltre a questo reato gli viene contestato anche quello di peculato. Quanto a Foiadelli, che figura come amministratore della Sdc, e' chiaro agli occhi degli inquirenti "che dietro emissione di fatture per operazioni inesistenti riceveva denaro da Immobiliare Andromeda e lo trasferiva a Di Rubba e Manzoni". Il nome di Foiadelli compare anche in un'intercettazione riportata nell'ordinanza Barachetti. A parlargli e' Luca Sostegni, presunto prestanome di Scillieri, l'unico a trovarsi in carcere dopo il fermo di luglio. In alcuni messaggi "dal contenuto inequivoco", gli spiega la sua situazione: "Forse Andrea (Manzoni) non ha capito la gravita': io sono letteralmente scappato per la vicenda Cormano, avevo i giornalisti dell'Espresso addosso, ma soprattutto la paura di un intervento della magistratura. I bonifici li ho fatti, ma a me mancano trentamila. Michele (Scillieri) e' sparito. Io sono qua senza soldi. Al momento non posso rientrare in Italia. Vedete voi". Sostegni gli parlava dal Brasile, dove viveva con la compagna e dal quale sarebbe tornato proprio in estate per esigere gli ultimi 50 mila euro come 'pagamento' dai tre contabili, in cambio del silenzio con i giornalisti. Prima che rientrasse in Sudamerica e' stato fermato dai militari della guardia di finanza, e il fermo ha dato avvio all'indagine. Ieri ha depositato istanza di scarcerazione.

Ai domiciliari Barachetti, imprenditore bergamasco vicino alla Lega

La posizione di Francesco Barachetti e' "fra le piu' compromesse", nell'ambito dell'indagine sulla Lombardia Film Commission e sui presunti Fondi occulti alla Lega. Lo scrive il gip di Milano, Giulio Fanales, nell'ordinanza con cui dispone (per pericolo di reiterazione del reato) i domiciliari per l'imprenditore bergamasco, considerato vicino al partito di Salvini. A parlare di lui nelle intercettazioni raccolte nelle 69 pagine dell'ordinanza era Michele Scillieri, commercialista nello studio del quale (in via delle Stelline a Milano) e' stata posta la sede della Lega per Salvini Premier.

Il dialogo di Scillieri andava avanti in questo modo: "Questo qui (Barachetti, ndr.) ha fatto lavori per la Lega per due milioni di Euro in un anno e mezzo. Era un idraulico che aggiustava i tubi delle caldaie. Ma come mai? Com'e' che Di Rubba ha messo su un autosalone di macchine di lusso proprio li' accanto a Barachetti, che ha comprato un edificio dove ha fatto la sede grandiosa della sua societa'? Ma da dove arrivano i soldi? Ma come mai la societa' di noleggio auto ha fatturato quasi un milione di Euro alla Lega in un anno?. Il gip sottolinea non solo "l'ingordigia" dell'imprenditore, ma anche il fatto che sia in grado di rapportarsi "alla pari con il presidente della fondazione di diritto pubblico", ossia Di Rubba, allora numero uno della Lombardia Film Commission.

E "piu' in generale, con esponenti del mondo delle professioni che vantano entrature politiche di prim'ordine, tanto da avanzare nei loro confronti, mediante minaccia, pretese sempre crescenti in merito alla spartizione del profitto illecito". Infine, secondo il giudice per le indagini preliminari, rappresenta una fonte di pericolo il fatto che "Barachetti abbia sicuro canale internazionale, utile a convogliare, in tutto o in parte, verso un paese extra Unione Europea, la Russia, le somme di derivazione pubblicistica oggetto d'impossessamento". Il riferimento e' a parte di quei Fondi pubblici stanziati dalla Regione per la partecipata di promozione cinematografica per l'acquisto del capannone di Cormano, che poi sono finiti - secondo le indagini - in parte nelle tasche dei tre contabili legati al Carroccio: Manzoni, Di Rubba e Scillieri.

Il titolare della Barachetti Service, vicino ai contabili del Carroccio, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, e' stato destinatario di una misura cautelare firmata dal gip Giulio Fanales. I reati che gli vengono contestati sono peculato ed emissione di false fatture.

Barachetti e' un elettricista e titolare di un'impresa edile ed e' considerato dai pm un "personaggio legato a Di Rubba e Manzoni". Secondo le indagini, parte degli 800 mila derivanti dall'acquisto del capannone di Cormano, circa 390 mila euro, sono passati proprio per la sua societa': arrivavano dall'immobiliare Andromeda (amministrata dal cognato di Scillieri, Barbarossa) con un passaggio tramite un'altra societa', la Eco srl. Ma l'elettricista era a conoscenza da molto prima dell'operazione, perche', in base agli ultimi atti, fece dei sopralluoghi gia' un anno prima dell'acquisto (concluso nel 2017) del capannone con uno dei tre indagati. Ci sono poi nelle carte dell'indagine altri 45 mila euro che dovevano essere tramutati in rubli con cui acquistare un immobile a San Pietroburgo: Barachetti ha infatti un legame diretto con Mosca, perche' sua moglie, Tatiana Andreeva, e' russa, ed e' anche sua socia nell'azienda (non risulta indagata). Un'azienda di servizi, la sua, che grazie a commesse ottenute con la vicinanza al Carroccio era cresciuta molto negli ultimi anni. Il passaggio del denaro attraverso molte societa' e' uno 'schema' fisso che per gli inquirenti e' stato collaudato da Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni e Michele Scillieri, contabili legati al Carroccio. La ditta Barachetti doveva ristrutturare il capannone, ma oltre a questo avrebbe emesso fattura false (altro reato che gli viene contestato) per far 'evaporare' il denaro e poi farlo tornare nelle tasche dei tre indagati, e - e' l'ipotesi - anche in quelle del partito.

"Capannone comprato non ristrutturato"

Il capannone di Cormano (Milano) dove doveva trasferirsi la Lombardia Film Commission (nonostante avesse una sede in comodato dal Comune in Corso San Gottardo) valeva 400 mila euro ed e' stato venduto dall'immobiliare Andromeda alla Regione per 800 mila senza alcuna miglioria e dunque ad un prezzo totalmente fuori mercato. E' questo in sintesi il pensiero del gip, Giulio Fanales, relativamente all'operazione Lfc, come si legge nell'ordinanza che dispone i domiciliari per Francesco Barachetti, imprenditore vicino a Manzoni e Di Rubba. Proprio la ditta dell'elettricista bergamasco doveva realizzare i lavori di ristrutturazione sul capannone, per giustificare il surplus di 400 mila euro con cui era stato acquistato dalla partecipata regionale di promozione cinematografica. Lavori che pero' non sono mai stati ultimati e che quindi danno motivo agli inquirenti di pensare che quel denaro sarebbe servito solo per finire nelle tasche dei contabili vicini alla Lega, Di Rubba, Manzoni e Scillieri.

Avvalorando l'ipotesi investigativa, il gip scrive: "La fondazione acquista i fabbricati ed i terreni dalla societa' Immobiliare Andromeda (amministrata dal cognato di Scillieri, Barbarossa anche lui ai domiciliari), versando alla controparte un prezzo doppio rispetto a quello riconosciuto dall'Immobiliare Andromeda s.r.l. alla proprietaria originaria, la Paloschi s.r.l, (amministrata dall'altro arrestato, Luca Sostegni). Una simile differenza si presenta incompatibile con le contenute oscillazioni subite dai valori di mercato nel breve periodo, nonche' insuscettibile di giustificazione sulla base di eventuali migliorie apportate nel frattempo, presentandosi il complesso immobiliare pressoche' nelle medesime condizioni, che necessitavano di significative opere di ripristino, in entrambe le sedi negoziali". Un indizio che per il gip "depone con forza nel senso dell'acquisto ad un corrispettivo notevolmente superiore al reale valore di mercato". E che e' corroborato dalla 'fretta' di concludere l'operazione: "La fondazione corrisponde l'intero prezzo, con oltre nove mesi di anticipo rispetto alla conclusione del contratto definitivo di compravendita, presumibilmente al fine di finanziare le opere di ristrutturazione incombenti sulla venditrice. Una determinazione, assunta dalla fondazione, foriera di un beneficio irragionevole e sproporzionato". In effetti, in qualsiasi altra compravendita "la corresponsione anticipata e' soltanto parziale ed a titolo di caparra, i versamenti avvengono in piu' soluzioni a seconda dell'andamento dei lavori e, in ogni caso, serve la prestazione d'idonea garanzia (ipotecaria o per fideiussione bancaria) da parte della promittente venditrice". Almeno fra normali compratori e venditori. Ma non in questo caso, perche' qui le due parti ossia "la fondazione acquirente e la societa' Immobiliare Andromeda, non rappresentano entita' del tutto distinte ed autonomamente operanti sul mercato, ma paiono rispondere ad un centro d'interessi unitario, in ragione delle notevoli cointeressenze soggettive che le avviluppano".

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