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Milano
Formigoni, i pm chiedono nove anni: "Enorme danno economico a Sanità"

I Pm di Milano, Laura Pedio e Antonio Pastore, hanno chiesto la condanna a nove anni di carcere per l'ex presidente della Regione Lombardia e attuale senatore Ncd, Roberto Formigoni nell'ambito del 'processo Maugeri'. Formigoni e' accusato di associazione a delinquere e corruzione.

"Una gravissima corruzione sistemica durata dieci anni che ha assunto le forme dell'associazione a delinquere con importi enormi messi in gioco": e' l'ultimo passaggio della requisitoria del pm di Milano Laura Pedio, prima delle richieste di pena, nel processo Maugeri. "Questo processo - sono le parole del pm - ha dimostrato quanto la corruzione possa essere devastante per il sistema economico; settanta milioni sperperati usciti dalle casse dello Stato per essere usati in una serie di benefit; due enti erogatori, San Raffaele e Maugeri, al collasso; imprenditori, Passerino e Maugeri, che hanno depredato gli enti per i quali hanno lavorato; un meccanismo criminogeno che ha determinato un danno enorme al sistema economico e sanitario". Per la rappresentante dell'accusa, che ha chiesto 9 anni per Roberto Formigoni, "e' stato un cancro il modo di operare di Dacco' e di tutti gli altri soggetti che hanno partecipato all'associazione a delinquere". La tesi dell'accusa, per la Pedio, "e' insuperabile, oltre ogni ragionevole dubbio" e le difese si sono dimostrate "del tutto inconsistenti".

OTTO ANNI E OTTO MESI CHIESTI PER DACCO' - Oltre che nove anni per Roberto Formigoni, i pm di Milano hanno chiesto altre 9 condanne nel processo Maugeri: le piu' severe (8 anni e 8 mesi) per l'uomo d'affari Pierangelo Dacco' e per l'ex assessore alla Salute della Regione Lombardia Antonio Simone; 8 anni e tre mesi per l'imprenditore Costantino Passerino; 5 anni e sei mesi per l'ex dg della sanita' lombarda Carlo Lucchina, per Nicola Maria Sanese, ex segretario regionale e per l'imprenditore Carlo Farina; 5 anni per Alberto Perego, ex coinquilino memores domini di Formigoni; 6 anni per Alessandra Massei, ex dirigente regionale; 2 anni e otto mesi per Carla Vites, ex moglie di Antonio Simone.

"IN DIECI ANNI NESSUNA SPESA, NEANCHE UN VESTITO" - "Dal 2002 al 2012 i conti correnti di Formigoni sono silenti, non registriamo nessuna spesa, non un bancomat, non una carta di credito". E' uno dei passaggi piu' significativi della requisitoria del pm Laura Pedio nel processo Maugeri in cui ha chiesto la condanna a 9 anni di carcere per l'ex Governatore. "Formigoni - ha ironizzato il pm - non si comprava neanche un vestito, non si pagava neanche un aereo per andare in Sardegna a godersi la sua bella barca. Siamo andati indietro di dieci anni perche' di piu' non si poteva fare e non si e' mosso niente nei conti. Ci sono indizi gravi, precisi e concordanti - ha argomentato - che ci fanno ritenere che parte delle somme in contanti che aveva Dacco' siano state consegnate a Formigoni. Ci sono minime esigenze di vita che non e' possibile non siano state registrate sui conti correnti". Nelle sue dichiarazioni spontanee, ha ricordato il pm, Formigoni aveva detto che "i contanti glieli aveva lasciati la mamma. Non ci spieghiamo - di nuovo ironizza il pm - come la mamma abbia potuto lasciare al figlio banconote da 500 euro visto che e' morta quando c'erano ancora le lire".

"VACANZE ORGANIZZATE NELL'INTERESSE DI FORMIGONI" - Nel corso della sua requisitoria al processo Maugeri, il pm di Milano Laura Pedio, che ha rappresentato l'accusa assieme al collega Antonio Pastore, ha ricostruito quali fossero e come si sostanziassero le presunte utilita' ricevute da Roberto Formigoni in cambio di provvedimenti favorevoli a Fondazione Maugeri e ospedale San Raffaele, due 'giganti' della sanita' lombarda. In particolare, all'ex Governatore sarebbero state garantite numerose vacanze, anche in paesi esotici, da Pierangelo Dacco', ritenuto uomo di collegamento tra Formigoni e gli enti. "Le vacanze erano organizzate nell'interesse e per il divertimento di Formigoni - ha spiegato Pedio - venivano invitati i suoi amici, tutto l'entourage del Presidente veniva portato in vacanza durante il periodo a cavallo del Capodanno. Formigoni e' stato sincero, ha detto che manco i voli dell'aereo si pagava ma era tutto a carico di Dacco'".

"LA DIFESA DI FORMIGONI NON HA AVUTO ARGOMENTI" - Sono molto severe le parole utilizzate dal pm di Milano Laura Pedio per stigmatizzare la scelta di Roberto Formigoni di non farsi interrogare dagli inquirenti e dai giudici durante il processo Maugeri. "A fronte delle utilita' che abbiamo ricostruito da lui ricevute e dei reati gravissimi che questa Procura ipotizza, Formigoni ha scelto di non rispondere non perche' temeva di essere frainteso, come ha detto lui, ma perche' non sapeva come rispondere alle domande del pm e dei giudici. Non ha argomenti in sua difesa se non argomenti risibili e sa bene che solo affermazioni o tesi ridicole possono essere sostenute senza contraddittorio. Per questo ha fatto uno sproloquio di 4 ore in aula in cui ha dato la sua versione e, solo approfittando del fatto che il pubblico fuori non conosce le regole del processo, si e' venduto le dichiarazioni spontanee come un chiarimento".

NON AMICIZIA MA CORRUZIONE - Non un rapporto di amicizia, ma di corruzione sarebbe stata la relazione tra l'uomo d'affari Pierangelo Dacco' e Roberto Formigoni. Lo ha sostenuto nella requisitoria del processo Maugeri il pm Laura Pedio, utilizzando anche toni sarcastici: "Formigoni ci fa una lezione di amicizia - sono le parole del magistrato - Formigoni o il 'De amicitiae'. Siccome pero' sappiamo bene che cos'e' l'amicizia, il rapporto tra lui e Dacco' lo qualifichiamo come corruzione perche' in questo scambio di regalie i soldi li mettono Maugeri e San Raffaele, loro due fanno gli amici coi soldi degli altri. In questo meraviglioso rapporto di amicizia - prosegue - Formigoni ci dice che in cambio di cene, feste, vacanze, invitava Dacco' a cena a casa sua. Questa e' un'affermazione offensiva per chi l'ha dovuta ascoltare. Formigoni ha confermato che per i viaggi non ha pagato nulla e ha detto che forse avra' pagato qualche cena ai Caraibi per sdebitarsi. Con quali soldi? - si chiede il pm - Dai suoi conti non ci sono uscite di soldi, forse Dacco' dava i soldi a Formigoni ai Caraibi e poi Formigoni pagava per lui".

"GIRO DI CONTANTI DA UNDICI MILIONI" - "Si e' ricostruito un giro di contanti di 11 milioni, e'¨ una cifra altissima: siamo sicuri che Pierangelo Dacco' ha avuto la disponibilita' di 11 milioni di euro". Lo ha affermato il pm di Milano Laura Pedio nella requisitoria al processo Maugeri. Parte di quei contanti, secondo la sua ricostruzione, sarebbero finiti a Formigoni anche attraverso viaggi e vacanze. Pedio parla di "circuito criminoso" di cui avrebbe fatto parte, nelle vesti di capo, anche Roberto Formigoni, in un intreccio di rapporti, sotto l'egida comune di Cl, da lei definiti "degni di una telenovela". "Dacco' - ha spiegato il pm - provvedeva a tutte le esigenze ricreative di Formigoni attraverso un fiume di denaro". Un "fiume" di cui l'ex Presidente avrebbe goduto anche attraverso l'"uso esclusivo" delle barche noleggiate da Dacco' del valore di 4 milioni e mezzo. "DAcco' garantiva servizio completo - prosegue - macchina, benefit a bordo, marinai, casse di champagne a bordo, tutta l'ospitalita' veniva pagata da Dacco' e Simone. Formigoni e Perego non hanno speso neanche un centesimo. Nel corso del dibattimento, gli imputati ci hanno detto che la barca veniva usata da moltissime persone, non solo da loro...un sacco di gente" Ma noi non abbiamo mai vista nessuno di questa frotta di gente in aula, non e' venuto nessuno".

"IL DIRETTORE DI BANCA RENDEVA LE BUSTE CON I CONTANTI" - "Il direttore della Banca Popolare di Sondrio ci ha raccontato che veniva chiamato nell'ufficio della Regione Lombardia da Formigoni a ritirare le buste in contanti". Il pm Laura Pedio ricostruisce quella che definisce una "scena agghiacciante" nel corso della sua requisitoria per dimostrare la colpevolezza dell'ex numero uno del Pirellone. "Erano banconote in pezzi da 500 euro - spiega - Il Presidente si raccomandava che per ragioni di riservatezza quei soldi non finissero sul suo conto corrente. Questa scena del Presidente della Regione Lombardia che riceveva le buste nel suo ufficio in Regione e' agghiacciante e ci ricorda Pierangelo Dacco' che prendeva le buste in contanti nell'ufficio di Mario Cal (ex numero due del San Raffaele, ndr)". Il pm e' tornato anche su un altro dei capitoli centrali dell'inchiesta, quello delle cene che sarebbero state pagate a Formigoni. "Erano organizzate nell'interesse di Formigoni, si e' detto che Dacco' andava a promuovere la sua attivita', ma se manco ci andavano i suoi clienti? Venivano invitati molti dirigenti della sanita' pubblica con cui Dacco' non c'entrava niente. Erano cene per promuovere Formigoni, altro che Dacco'. Sadler (noto ristoratore milanese, ndr) ci ha raccontato che Formigoni andava a cena a spese di Dacco', non chiedeva neanche a quanto ammontava il conto, ordinava senza limiti perche', essendo appassionato di champagne, ne ordinava quanto voleva. Poi si alzava e se ne andava".

FORMIGONI: "DA PM TEOREMA FANTASCIENTIFICO" - Quello del Pubblico Ministero e' un teorema fantascientifico, una vera fiction senza alcun riferimento alla realta' e senza alcuna prova". Lo scrive Roberto Formigoni in una nota. "Hanno cercato di dimostrare l'opposto di quello che tutti sanno non solo in Lombardia ma in Italia, cioe' che noi abbiamo costruito la migliore sanita' del Paese, l'unica che abbia avuto i conti in ordine per 11 anni consecutivi. Hanno volutamente dimenticato - aggiunge - che i finanziamenti attribuiti dalla Lombardia alla Maugeri erano pagamenti per prestazioni fornite ai cittadini, di altissima qualita', e controllati fin nei particolari, dimenticando anche che dopo di me gli stanziamenti sono cresciuti. Il teorema dei PM raggiunge le vette del ridicolo quando si sofferma sulle cosiddette utilita'. Basti un esempio: essere ospitato su una barca per alcuni giorni ha coinciso per i PM con il diventare proprietario della barca stessa. Non sara' difficile per le mie difese - conclude l'ex presidente della Regione Lombardia - smontare punto per punto questa assurda e irrazionale costruzione".

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