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Milano
Formigoni e le becere esultanze per la condanna: la gioia di bestie e falliti
Roberto Formigoni

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C'erano una volta le bestie. Oggi devo parlare di Formigoni. Le sentenze si rispettano. Formigoni è colpevole e se ne va in carcere, secondo le leggi vigenti. Punto e basta. Perché le sentenze si rispettano, e questa è una sentenza passata in giudicato. Altro è il giudizio politico, che può essere fatto prima e vale per ognuno di noi. Non è questo l'argomento. L'argomento sono le bestie che girano sui social. Mi sono preso un po' di tempo e ho letto i commenti sotto gli articoli postati dai vari giornali su Facebook riguardanti la condanna del Celeste. Sono pazzeschi. Una masnada di maledette merde che gli augurano ogni cosa, dallo stupro in carcere alla povertà. Tutta la maleodorante feccia sociale allo scoperto, a insultare, a chiamarlo ricchione, a dirgli che è un ladro, che deve morire lui e tutti gli altri. Uno sfogatoio che somiglia a un urinatoio di imbecilli, che non risparmia la sinistra. Gioia per uno che va in carcere. Gioia pura. La stessa gioia di chi, non essendo riuscito a vincere la partita nelle urne, esulta perché i giudici hanno eliminato l'avversario che loro, con il metodo democratico, non sono mai riusciti ad abbattere. Lasciate che vi dica una cosa: siete delle bestie. Delle merde umane. Dei falliti.

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