Milano
Garlasco, il 18 dicembre è il giorno X: le strategie dei legali verso l’udienza chiave sull’incidente probatorio
Dalla perizia sul Dna alle strategie di accusa e difesa: perché l’udienza davanti alla gip Garlaschelli può segnare una svolta nell’indagine a carico di Sempio

Garlasco: Andrea Sempio, Chiara Poggi, Alberto Stasi
Garlasco, il 18 dicembre è il giorno X: le strategie dei legali verso l’udienza chiave sull’incidente probatorio
Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco arriva a un nuovo snodo cruciale. L'ennesimo. Il 18 dicembre, davanti alla giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli, si terrà l’udienza dell’incidente probatorio che ruota attorno alla perizia genetica della consulente super partes Denise Albani. Un passaggio tecnico, ma dalle forti implicazioni giudiziarie, perché servirà a “cristallizzare” gli elementi scientifici su cui le parti stanno costruendo le rispettive strategie.
L’esito del confronto potrà incidere direttamente sulle prossime mosse della Procura di Pavia, che una volta chiuse le attività istruttorie potrebbe valutare la richiesta di rinvio a giudizio per Andrea Sempio, oggi indagato nella nuova inchiesta.
La perizia Albani e il nodo del Dna di Sempio sulle unghie
Al centro dell’udienza ci sarà dunque la relazione di 93 pagine depositata dalla genetista Denise Albani, che ha analizzato le tracce genetiche rilevate nel 2014 sulle unghie di Chiara Poggi. Secondo la perizia, il cromosoma Y individuato risulta compatibile con la linea maschile di Andrea Sempio, ma con una serie di cautele e distinguo che stanno alimentando il confronto tra accusa e difesa.
La consulente ha utilizzato il tool informatico “Y-STR Mixture Calculation”, impiegato nei casi complessi, confrontando l’ipotesi “Sempio più un altro soggetto non imparentato” con quella di “due uomini ignoti”. I risultati mostrano probabilità variabili, che vanno da 17 a oltre 2.000 volte in più a favore della prima ipotesi, a seconda del dito considerato e del database genetico utilizzato. Numeri che, per l’accusa, rafforzano il quadro indiziario, ma che per la difesa restano privi di valore probatorio certo.
La linea della difesa di Andrea Sempio: smontare il valore giuridico della perizia
La strategia dei legali di Andrea Sempio è chiara: smontare il valore giuridico della perizia senza attaccarne la correttezza scientifica. L’avvocato Liborio Cataliotti ha più volte ribadito che la consulenza non rappresenta una “pistola fumante”, ma al massimo una “pistola ad acqua”.
“Quando la prova venne disposta era stata presentata come quella che avrebbe potuto inchiodare l’assassino”, ha dichiarato il legale. “Alla luce degli esiti si è rivelata tutt’altro”. Per Cataliotti, il punto dirimente è giuridico: “La Cassazione dice che se il dato non è consolidato giuridicamente vale zero, addirittura meno di un indizio”.
La difesa presenterà due relazioni tecniche: una risposta diretta alla parte biologica della perizia Albani e un secondo elaborato pensato per esplorare ogni possibile ipotesi alternativa, inclusa quella del contatto indiretto o della contaminazione. “Non vogliamo escludere che Chiara Poggi possa aver toccato un oggetto toccato da Sempio giorni prima”, ha spiegato il legale, precisando che un’eventuale seconda perizia verrà depositata direttamente in Procura.
Le richieste di chiarimento alla perita
In vista dell’udienza, i difensori di Sempio hanno predisposto una serie di domande da rivolgere alla genetista Albani. Quesiti definiti “pacati” e non polemici, finalizzati a chiarire passaggi tecnici che, secondo la difesa, risultano comprensibili a un genetista ma non a un giudice popolare di una Corte d’Assise. “Chiediamo una spiegazione, una semplificazione, un’interpretazione autentica”, ha sottolineato Cataliotti, ribadendo che la perizia, così com’è, non consente di stabilire né quando né come il Dna sia stato depositato, né se si trovasse sopra o sotto le unghie della vittima.
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Garlasco, gli obiettivi della Procura pavese
La Procura, guidata da Fabio Napoleone e supportata dai carabinieri, punta invece a valorizzare la perizia Albani come elemento centrale di una ricostruzione più ampia. L’obiettivo è collocare Andrea Sempio sulla scena del crimine attraverso l’integrazione tra dati genetici e altri elementi investigativi, come la ricostruzione tridimensionale della villetta di via Pascoli e l’analisi delle impronte attribuite a Sempio. Secondo questa linea, la compatibilità del cromosoma Y rappresenterebbe un punto di forza, soprattutto se letta insieme alle nuove tecniche di analisi non disponibili all’epoca delle prime indagini.
Le posizioni di Alberto Stasi e della famiglia Poggi
All’udienza del 18 dicembre guardano con attenzione anche i difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio dopo un percorso processuale complesso, fatto di assoluzioni e ribaltamenti. Per i suoi legali, la perizia Albani rappresenta “un punto fermo” che smentisce l’inutilizzabilità della traccia sostenuta in passato dal perito Francesco De Stefano.
Diversa la posizione della famiglia Poggi, che tramite il legale Gianluigi Tizzoni continua a esprimere scetticismo sul filone d’indagine che coinvolge Andrea Sempio. Per i familiari della vittima, le nuove analisi non portano reali novità e rischiano di alimentare un’esposizione mediatica ritenuta ingiustificata.
Oltre il Dna: scontrini, telefonate e vecchie ombre
Sul tavolo restano anche altri elementi già noti: lo scontrino di Vigevano, le telefonate a casa Poggi nei giorni precedenti il delitto, le fotografie nei pressi della villetta e le ombre sulle indagini originarie. Tuttavia, secondo la difesa di Sempio, nessuno di questi aspetti avrebbe oggi un peso decisivo sul piano probatorio, mentre l’accusa continua a considerarli tasselli di un quadro più ampio.
Garlasco, cosa può accadere dopo l’udienza del 18 dicembre
Il 18 dicembre non ci sarà una decisione immediata sulla colpevolezza di nessuno, ma l’udienza servirà a fissare i confini del confronto tecnico e giuridico. Se la Procura riterrà di avere elementi sufficienti per superare il vaglio del “ragionevole dubbio”, potrebbe chiedere il rinvio a giudizio. In caso contrario, l’inchiesta potrebbe entrare in una fase di stallo o richiedere ulteriori approfondimenti. Di certo, l’udienza segnerà un passaggio chiave. L'ennesima svolta a distanza di quasi vent'anni dall'assassinio di Chiara Poggi.
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