Gianmarco Moratti, Letizia sopra tutto. L'amore oltre il petrolio. Video - Affaritaliani.it

Milano

Gianmarco Moratti, Letizia sopra tutto. L'amore oltre il petrolio. Video

Gianmarco Moratti, schivo e gentile. Una grande passione, sua moglie Letizia

Di Fabio Massa

Schivo, per natura. Gentilissimo, per formazione. Molto diverso dal fratello, con il quale condivideva la grande signorilità e la passione per l’Inter. Ma Gianmarco Moratti, nato a Genova, classe ‘36, chiamato “il petroliere” non metteva al primo posto i nerazzurri, che pure amava, né il petrolio, con il quale pure riusciva a fare affari d’oro. Al primo posto, per Gianmarco Moratti c’era una passione sola, bruciante: Letizia Moratti. Per lei, nata Brichetto Arnaboldi, aveva un amore sconfinato, tanto da mollare la prima moglie, Lina Sotis. E lei, l’ex sindaco di Milano, l’ex ministro dell’Istruzione, lo aveva ricambiato al punto da acquisire quel cognome, Moratti e anteporlo ai suoi due, che pure erano storici e di origini nobili, tanto da annullarli. Uomo schivo, Gianmarco Moratti, si diceva. Le interviste si contano sulle dita di una mano. Mentre il fratello, Massimo, non negava mai al cronista una battuta sull’Inter e, talvolta, sempre con moltissimo garbo, una dichiarazione sulla politica. Gianmarco invece si trincerava sempre dietro un sorriso e a un movimento con la mano destra, come dire “no, non posso, lasci stare per favore”. Un garbato - dna di famiglia - no comment.

Una delle pochissime volte, nelle quali Gianmarco Moratti aveva infranto questa sua regola era stato all’inizio del 2011, quando Letizia si giocava la riconferma contro Giuliano Pisapia. Con Roberto Poletti avevamo scritto "Io, Letizia”, un volumetto per i tipi di Mind Editore nel quale Letizia rispondeva a 100 domande. Alla presentazione del libro la Moratti aveva voluto essere intervistata da Cristina Parodi, già allora moglie dell’attuale candidato presidente di Regione Lombardia per il Partito Democratico, Giorgio Gori. Destini strani della politica.

A me toccò invece la “copertura” dell’evento con varie interviste in sala. Tra queste, incredibilmente, quella a Gianmarco Moratti. Il quale, aveva sì alzato la mano (“no, non posso”) ma alla fine, visto che si trattava di Letizia, aveva ceduto. E si era messo a raccontare di quanto fosse brava, di quanto fosse studiosa, di quanto fosse determinata, di quanto fosse incredibile quella donna che ogni mattina alle cinque diligentemente faceva la sua ora di pilates prima di iniziare una lunghissima serie di appuntamenti per la città che si sarebbero conclusi solo a sera inoltrata. Ne tirammo fuori un minuto e mezzo di VIDEO, ma c'era molto di più. In quegli anni Milano, schiacciata dalla crisi, raggrinziva e si piegava. Tirava aria di scontento, e il centrodestra aveva governato a lungo: Letizia Moratti venne travolta. Eppure, a guardare indietro oggi, lei aveva progettato il nuovo quartiere di Porta Garibaldi, osteggiata dal Partito Democratico, che oggi guida la città e vorrebbe pure fare le feste dell'Unità in Gae Aulenti. Aveva varato City Life e le Tre Torri, sulle quali si accese una stucchevole polemica perché una era "storta" (il Curvo). Eppure, nella bufera mediatica, con il figlio Gabriele, che veniva fatto passare per Batman (memorabili, o forse no, gli articoli sulla Bat-casa), Gianmarco Moratti dipingeva nell’intervista una donna che i milanesi non avevano imparato a conoscere e che lui invece aveva spinto a fare il sindaco perché "non poteva occuparsi delle cose di casa" con quella intelligenza e quel talento. Un grande amore, quello di Gianmarco. A Letizia, le condoglianze.

fabio.massa@affaritaliani.it








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