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Milano

Gruppo San Donato: ricavi 2024 record. Rotelli: "30 miliardi in sanità, non in missili”

Risultati spinti da espansione internazionale, nuovi ospedali e ottimizzazione interna. Il gruppo punta su innovazione, sostenibilità e accesso universale alla salute.

di redazione

Gruppo San Donato: ricavi 2024 record. Rotelli: "30 miliardi in sanità, non in missili”

"Ci vogliono 30 miliardi in più in sanità, non in missili". È quanto ha dichiarato Paolo Rotelli, vicepresidente del Gruppo San Donato, a margine della presentazione del bilancio 2024 del Gruppo, che si è svolta presso l'ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano

Rotelli ha ribadito che, per rendere il Servizio sanitario nazionale più efficiente, è necessario potenziare significativamente il finanziamento pubblico: "Se vogliamo che in Italia non ci siano più liste d'attesa aggiungiamo 30 miliardi al Fondo Sanitario Nazionale, è importante aumentare il budget. La Francia e la Germania – ha continuato – spendono il 9, il 10% del Pil in salute e non ci sono due anni di attesa, l'Italia spende il 7%. Come vogliamo curare le persone spendendo così poco?".

Secondo il vicepresidente di GSD, non è necessaria una nuova riforma del sistema sanitario italiano: "Non c'è bisogno di una riforma in Italia", ha affermato, "abbiamo già il modello migliore, quello Beveridge: uno paga le tasse e le tasse finanziano le cure". Nel corso della presentazione, Rotelli ha illustrato anche le aree strategiche di investimento del Gruppo: "Stiamo investendo in varie aree, come il diabete, le maculopatie e il trattamento di patologie neurologiche come le demenze. Tutti noi potremo invecchiare con tranquillità". Ha inoltre evidenziato il ruolo della ricerca e le opportunità attrattive offerte dal Gruppo: "Siamo nella top 10 per la qualità della ricerca e ringrazio Trump per aver cancellato i finanziamenti a tanti istituti stranieri", il che consente, ha aggiunto, di "fare la lista della spesa e da Harvard portare tanti ricercatori al San Raffaele". Rotelli ha sottolineato l’ambizione europea del Gruppo, che "vorrebbe fare Europe Great Again".

Ricavi per 2,57 miliardi e +40% di EBITDA

Il Gruppo San Donato ha concluso il 2024 con risultati economici da record, registrando ricavi per 2,57 miliardi di euro, in aumento di quasi il 30% rispetto agli 1,978 miliardi del 2023. L’EBITDA ha raggiunto i 323 milioni, segnando una crescita annua di circa il 40%. A comunicarlo è lo stesso gruppo, che sottolinea in una nota come entrambi gli indicatori abbiano toccato i massimi storici.

Il significativo incremento di fatturato e marginalità è stato trainato da diversi fattori strategici: l’aumento della quota di pazienti solventi, le recenti acquisizioni in Polonia (American Heart of Poland e Scanmed), la piena operatività dei nuovi poli ospedalieri – l’Iceberg del San Raffaele e il nuovo Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio – e la gestione diretta di ospedali in Iraq. A ciò si aggiungono attività di efficientamento organizzativo, attraverso la centralizzazione di funzioni trasversali e la semplificazione della governance.

"Oggi Gruppo San Donato mira alla riduzione significativa dell'incidenza delle malattie e a democratizzare l'accesso alla salute e al benessere, rendendoli più facilmente accessibili a tutti, attraverso soluzioni innovative e sostenibili nel settore sanitario", ha dichiarato Angelino Alfano, presidente del Gruppo San Donato. Sulla stessa linea, Paolo Rotelli, vicepresidente del gruppo, ha aggiunto: "Completiamo il percorso di razionalizzazione della governance, semplificando maggiormente e rendendo più trasparenti i processi interni, per essere ancora più concentrati sui nostri obiettivi di efficienza e progressione della medicina moderna. Il tutto valorizzando la fedeltà e la crescita dei nostri collaboratori”. Infine, Kamel Ghribi, anch’egli vicepresidente, ha sottolineato l’impegno internazionale del gruppo: "Esportare il know-how sanitario italiano è una missione in cui credo profondamente. Parliamo di un sistema fondato su competenze mediche d'eccellenza, capacità gestionale e valori umani. Condividerlo con altri Paesi, soprattutto in aree come il Medio Oriente, significa promuovere non solo benessere, ma anche stabilità, cooperazione e diplomazia”.

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