I Hate Milano

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Coronavirus, non sappiamo niente. Durata, caldo... È tutto un rebus

Coronavirus, non sappiamo niente. Durata, caldo... È tutto un rebus

"Accoronati", la  nuova rubrica di Affaritaliani.it Milano. Di Francesco Francio Mazza

Il caso più eclatante è quello delle mascherine, con l’Organizzazione Mondiale della Sanità che continua a dire di non indossare se non si è positivi mentre il resto del mondo continua imperterrito a indossare (sarebbe interessante chiedere agli all’OMS come si fa a sapere di essere positivi, visto che in Paesi come l’Italia il test lo fanno solo a quelli con sintomi molto evidenti).
Poi c’è la madre di tutte le domande, ovvero se chi si è ammalato di coronavirus possa o meno tornare ad ammalarsi e, se si, dopo quanto tempo. Abbiamo perso mezza mattina a fare ricerche per avere una risposta, ma la verità è che anche qui nessuno sa nulla.
Stessa incertezza sulla resistenza del virus sulle superfici.
C’era un audio whatsapp che diceva nove ore, poi sono entrate in azione le Giovani Marmotte del fact checking per dire che si trattava di una fake news. Poi però è saltato fuori che era vero, anzi no erano tre ore, anzi no qualche giorno. Poi si è smesso di parlarne per parlare di qualcos’altro e siamo rimasti col dubbio. Secondo Burioni “dipende”, secondo la BBC il virus dovrebbe restare attivo “un po’ di ore” e non è che siano indicazioni di grande aiuto.
Stesso discorso per quanto riguarda la distanza di sicurezza: le norme dicono un metro ma uno studio parlava di 4 metri. Burioni ha detto che quello studio non era attendibile, ma in alcune zone del mondo sono certi che la distanza di sicurezza sia di almeno due metri (nel dubbio, uno allora si mette la mascherina, alla faccia dell’OMS).
Per non parlare del caos relativo a come combattere il virus.
Più o meno ogni giorno spunta una notizia circa un farmaco capace di dare “risultati straordinari” o spunta una azienda farmaceutica in qualche zona del mondo che si dice “a un passo” dall’inizio della sperimentazione di un vaccino. Poi però le notizie evaporano in una bolla di sapone, e per quanto riguarda il vaccino saremo fortunati se riusciremo ad avercelo tra 18 mesi.
Perfino le certezze più granitiche, quelle usate da chi teorizza fantomatiche “mosse del cavallo” da mettere in piedi subito per “tornare a vivere” iniziano a sussistere dubbi.
Il fatto che alcuni pazienti perdano il senso del gusto e dell’olfatto sembra far intuire che il virus in certi casi intacchi non solo i polmoni ma anche il sistema nervoso. D’accordo, ma in quali casi? Non si sa.
Negli Stati Uniti è morto un bambino di poche settimane “per” coronavirus, ovvero senza alcuna patologia pregressa, e anche qui nessuno sa come mai (lo ripetiamo per Luca Sofri, che il 24 febbraio scorso forte delle sue comprovate conoscenze epidemiologiche spiegava che non si muore “per” coronavirus ma solo “con” coronavirus, ovvero solo se si hanno patologie pregresse).
Per altro, anche il caso del cane di Hong Kong, morto dopo essere stato testato positivo al coronavirus  è un segnale inquietante sulle possibilità che anche gli animali domestici possano essere vettore di contagio: parrebbe di no, ma anche qui c’è chi predica cautela.
Mettiamoci anche la questione relativa al caldo – che ancora non sappiamo se indebolisca o meno il virus – e già che ci siamo anche all’iboprufene: un messaggio whatsapp diceva di evitare, le Giovani Marmotte hanno smentito, però in Francia il servizio sanitario nazionale raccomanda di non usarlo.
Dei dati della Cina, manco a parlarne: non sappiamo nulla se non che i tremila morti sono una palese menzogna di un regime di bugiardi. E anche circa la data esatta dello scoppio dell’epidemia, buio totale: uno studio scientifico dice che sta circolando da anni, e allora tanti saluti a tutti i discorsi su picchi e plateau che eccitano gli espertoni in questa fase.
Insomma: la verità è che con buona pace delle mosse del cavallo e di quelle dei fantini scemi, del virus continuiamo a non sapere nulla, assolutamente nulla.
E questa enorme bolla di ignoranza in cui siamo avvolti inghiotte tutto il resto, la politica, l’economia, la finanza, tutto.
Chissà a che punto è davvero la notte.

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