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Coronavirus, o arriva un piano Marshall o siamo fottuti
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Coronavirus, o arriva un piano Marshall o siamo fottuti

"Accoronati", la  nuova rubrica di Affaritaliani.it Milano. Di Francesco Francio Mazza

Negli Stati Uniti, dove l’emergenza è alle porte, il Presidente più divisivo della Storia recente approva un piano economico di salvataggio come non se ne vedevano dalla Seconda Guerra Mondiale (come si credeva non se ne sarebbero visti mai più). E lo fa a tempo di record, con il sostegno del partito a lui avverso, guadagnandosi il plauso di alcuni di quei media che per anni lo hanno combattuto alla morte (CNN).
In Italia, dove le persone muoiono senza che nemmeno le si riesca a conteggiare nei surreali bollettini della Protezione Civile, dove perfino l’Uomo della Provvidenza Bertolaso viene ricoverato al San Raffaele, il mondo della politica, e di riflesso quello del giornalismo, si azzuffano in una guerra tra morti di fame e di fama, con l’unico intento di difendere il loro miserabile fortino e le loro miserabili rendite di posizione.
Giorgio Gori, sindaco PD di Bergamo che il 26 febbraio invitava beato i suoi concittadini ad andare al ristorante, ripreso pochi giorni fa ad alzare i calici per il compleanno della moglie Cristina Parodi mentre nella sua città la gente aveva finito le lacrime davanti alle bare, non trova niente di meglio da fare che polemizzare con la Regione Lombardia a guida centrodestra sulla Sanità.
Per altro l’assessore Gallera, fin qui asciutto e dunque perfetto, sbraca completamente, ribadendo appetiti politici – la poltrona da Sindaco, oggi occupata da un Sala in evidente difficoltà per lo sciagurato #milanoriparte (a proposito signor Sindaco: quando ci si vuole scusare si dice “ho sbagliato”. Non si dice “probabilmente ho sbagliato”. Quel “probabilmente” manda fuori dai gangheri e annulla completamente l’intenzione di partenza) - che in questo momento risultano a dir poco volgari.
E attorno a loro il codazzo di ultras, lacchè e parassiti social, che in un’altra giornata di morte non trovano niente di meglio da fare che accapigliarsi e prodursi in pensose riflessioni inutili come la birra analcolica sulle elezioni amministrative del 2021, risultando identici a un gruppo di topi nella stiva del Titanic che affonda intenti a litigare per un pezzo di formaggio.
E il tutto accade in maniera identica su scala nazionale, dove il prezzo di aver nominato Rocco Casalino da Foggia – ieri impegnato a duettare con Tina Cipollari a Buona Domenica – a ricoprire il ruolo di caudillo nazionale si rivela ogni ora più drammatico, come raccontato l’altro ieri in una rasoiata firmata New York Times che dovrebbe far vergognare ogni italiano dotato di onestà intellettuale appena superiore a quella di Marco Travaglio.
E in questo scenario da teatro dell’assurdo, con i negozi già chiusi e le aziende già chiuse e la gente in casa, terrorizzata, senza più la forza di cantare sul balcone, a stringersi forte in attesa del famigerato picco come nemmeno con Godot, un Premier ebbro di sondaggi farlocchi, in lite con tutti i partiti dell’arco costituzionale, si avvia ad incontrare i leader degli altri Paesi europei per evitare che l’Italia, l’ottava economia del mondo, venga commissariata da un’Europa ridotta a una Royal Roumble di nani e malati di mente desiderosi di farsi fuori l’uno con l’altro.
O arriva un nuovo Piano Marshall o siamo fottuti.

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