Coronavirus, un virus nazista che uccide i più deboli
Il coronavirus avrebbe fatto la felicità del dottor Mengele, che in lui avrebbe visto un ottimo mezzo per bonificare la popolazione dagli elementi di scarto
Coronavirus, un virus nazista che uccide i più deboli
"Accoronati", la nuova rubrica di Affaritaliani.it Milano. Di Francesco Francio Mazza
Il coronavirus è un virus ideologicamente nazista.
Come i nazisti ammazza i più deboli, gli anziani, i malati, e in Paesi come gli Stati Uniti, dove la sanità è privata, i più poveri.
Il coronavirus avrebbe fatto la felicità del dottor Mengele, che in lui avrebbe visto un ottimo mezzo per bonificare la popolazione dagli elementi di scarto.
La sfida più grande allora, è cercare di non fare come fece parte della popolazione tedesca durante il nazismo, e arrenderci a chi, in questo momento, sembra invincibile.
Dobbiamo rifiutare, con qualsiasi mezzo, il discorso “è morto ma aveva 80 anni” o “è morto ma aveva il cancro”. Questi ragionamenti si insinuano dentro di noi, che siamo spaventati come mai lo siamo stati, in modo suadente, proprio come il messaggio di Hitler faceva breccia nei cuori di una popolazione ferita dopo le umiliazioni subite con la sconfitta nella prima guerra mondiale.
“Tanto uccide i deboli” è un modo per farci forza nell’ora più buia e che però, quando arriverà l’alba, ci farà scoprire privati di ogni barlume di umanità. Se ci desensibilizziamo davanti al rischio corso dalle persone più esposte, ci consegnamo domani a fine certa. Perché una popolazione privata della sua memoria storica, di cui gli anziani sono depositari, è una nazione senza futuro.
Restiamo umani, oggi, è uno slogan che non ha più colore politico. Restiamo umani è l’unica cosa che possiamo fare ora e per le prossime settimane.
Giusto in tempo perché arrivi il 25 aprile.
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