I Hate Milano

di Mister Milano

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I Hate Milano
La coppia dell’acido e le reticenze. La satira di I Hate Milano e il Corriere

Qualche lettore più irriducibile si ricorda ancora della nostra sorpresa, l’estate scorsa, davanti al modo in cui al Corriere della Sera si occupò del caso della signora Levato, di professione sfiguratrice di volti umani, che nella zuccherosa cronaca di via Solferino diventava “mamma Martina”, ripresa beata e sorridente, tutta presa tra una poppata all’amorevole creatura appena concepita e un piagnisteo in grado di commuovere solo quel velinone di Don Mazzi.

Poi venne l’autunno e i 30 anni di carcere inflitti a “Martina”: e grazie al cielo, da quel momento, gli aedi del “cuore di Mamma” fecero il santissimo favore di tacere.

Ma per questa vicenda, in via Solferino, covano una sorta di feticismo e i feticismi, si sa, sono duri a morire. Dal primo minuto ne hanno seguito passo dopo passo tutti gli sviluppi, con continui strilli sul nazionale nel palese tentativo di trasformarlo nell’ennesimo polpettone a tinte fosche in stile Cogne o vicini Erba. 

Così, qualche lettore ci ha segnalato ieri il modo in cui hanno dato la notizia dei 23 anni inflitti a Boettcher. Intanto è curioso notare che la vittima, Pietro Barbini, non venga indicata con il nome proprio ma con il cognome. Dettagli? Forse, ma il senso del linguaggio giornalistico, diceva Dino Buzzati, sta proprio nei dettagli, e chiamare per nome un carnefice (“Martina”) e per cognome una vittima (“Barbini”) fa effetto
La cosa interessante, però, è che la persona nella foto non è Barbini ma Stefano Salvi, vittima di un’altra aggressione e parte civile in un altro processo, che si trovava in aula solo per manifestare, con la sua presenza, la sua solidarietà a Pietro.

Eppure, ecco che il Corriere ci piazza la sua foto, come a far credere che si tratti proprio del Barbini, di cui però non esistono immagini pubbliche scattate dopo l’aggressione.
La domanda allora è: perche’ questa scelta? Perché a corredo di un articolo che, come da titolo, riguarda la persona di Barbini e quella di Boettcher, viene piazzata la foto di Salvi?

Sarà mica un tentativo per sfruttare il voyeurismo dei lettori? Sarà mica che certe immagini invitano al click più di altre, e quindi daje di fotogallery con volto sfigurato, vero? Sarà mica che siccome del Barbini nessuno ha ancora visto il volto si è voluto ciurlare nel manico e confondere qualcuno, per portarlo a cliccare, giusto? 

Ma no, ma figuriamoci. Cari lettori malfidenti, noi non possiamo credere che simili professionisti possano abbassarsi a certi mezzucci, che simili giganti della penna possano speculare in questo modo sulle tragedie per portarsi a casa un pugno di click in più. Un quotidiano online che si fa pagare 10 euro al mese per essere letto, mai e poi mai scenderebbe così in basso!

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acido




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