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I riders? Un servizio comunale. La proposta a Palazzo Marino

I riders? Un servizio comunale. La proposta a Palazzo Marino

I riders? Diventino un servizio pubblico, come taxi, bike e car sharing. E' la proposta che sarà presentata oggi in consiglio comunale a Milano, che potrebbe portare presto all'istituzione di un tavolo permanente tra Comune, AssoDelivery e rappresentanti dei fattorini e ad un profondo cambiamento in un settore sempre più centrale e sempre più al centro di controversie e tensioni.

Dopo la scoperta fatta dalla Magistratura di forme di vero e proprio 'caporalato'  usato da parte di Uber It, Milano si appresterebbe quindi a trasformare i 'riders' in  un servizio comunale, affidato a società in convenzione con il Comune.  I fattorini in bicicletta potrebbero così avere assegnate per loro delle piazzole attrezzate e avrebbero tutte le garanzie contrattuali, condizione senza la quale nessuna società privata potrebbe avere dal Comune la convenzione per l'esercizio.

La proposta sarà presentata oggi in Consiglio comunale con un Ordine del giorno che ha come prima firmataria la consigliera Laura Specchio, del gruppo di Alleanza Civica per Milano.

Parallelamente, Specchio ha depositato un ordine del giorno per la realizzazione di stazioni/spazi attrezzati dedicati ai riders, per la creazione di un tavolo permanente con Assodelivery e per l'introduzione di forme di controllo più stringenti sulla regolarità dei contratti e sulle modalità di svolgimento del servizio.

"Il recente intervento della Magistratura con cui è stato disposto il commissariamento di Uber Italy -sottolinea la consigliera - evidenzia ancora una volta che il problema dei fattorini non può essere differito ulteriormente e, soprattutto, che tale problema non può essere demandato alle sole soluzioni giudiziarie. Nel corso del tempo si sono susseguite numerose dichiarazioni in materia da parte di membri del Parlamento e del Governo, dichiarazioni che hanno espresso la volontà di intervenire sulla situazione di migliaia di lavoratori, ma che non si sono mai tradotte, sino ad ora, in idonee misure concrete".

"Nel periodo di lockdown nazionale e cittadino - prosegue ancora la consigliera - si è anche evidenziato come il significato del servizio di trasporto a domicilio di beni di prima necessità sia notevolmente mutato ed abbia assunto chiare connotazioni di pubblica utilità. Se infatti prima del periodo emergenziale questo servizio poteva considerarsi come un elemento accessorio a quello di ristorazione, ora si è trasformato in uno degli elementi indispensabili a sostegno di necessità primarie di una parte della cittadinanza e riveste a pieno titolo un ruolo attivo per l’economia della città. Una tale centralità è confermata dal vertiginoso incremento, progressivo e costante, delle consegne a domicilio, grandemente accelerato durante il periodo di lockdown, così come si può facilmente evincere dai dati sull’accesso al servizio in questi mesi".

Tra le criticità alle quali il progetto proposte risponderebbe, figurano sia aspetti sanitari, logistici, legati alla sicurezza, che questioni relative al delicato tema dello sfruttamento dei lavoratori impiegati.

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