Il cambio di strategia della Lega a Milano e il ritorno alle origini
La Lega non cavalca le polemiche su "Milano città insicura" dopo il caso dell'accoltellatore in strada. E' cambiata la strategia. Ma senza candidato sindaco...
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Nel silenzio, qualcosa è cambiato. Ed è un potenziale problema per il centrosinistra di Milano. O meglio, è cambiato nelle dichiarazioni. Il caso è quello del filippino che ieri, a Milano, ha provato ad accoltellare i passanti ed è stato ucciso dalle Forze dell'Ordine. Non un grande caso di cronaca, beninteso. Un segnale debole, come si diceva una volta, ma un segnale di come la Lega stia cambiando pelle sotto la Madonnina e a Roma. Solo un anno fa, sarebbero emerse come al solito le polemiche su Milano città insicura, dove si muore eccetera eccetera. Invece, malgrado siano stati stimolati dai giornali, le dichiarazioni dei nuovi vertici, in particolare il segretario regionale Fabrizio Cecchetti, non sono state scontate. La sicurezza è un tema importante - questo il riassunto delle varie dichiarazioni - ma non è l'unico. Viceversa, la battaglia si sposta su Area C, ed è una battaglia economica prima ancora che politica. Le dichiarazioni si spostano sui ceti produttivi, quelli che temono di essere impoveriti dal virus o che lo sono già stati. Basta guardare un po' le cose da lontano ed è chiara la strategia: la Lega si è presa lo Sviluppo Economico in Regione, si è presa lo Sviluppo Economico nel Governo Draghi, e parla di economia. La sanità è stata lasciata a Forza Italia, così come le case popolari. E' un cambio significativo, che però se non troverà in fretta un interprete definitivo su Milano, come sfidante di Sala, non porterà a nulla.
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