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Il Colore Perfetto di Gianni Maimeri, novità in libreria

Il Colore Perfetto di Gianni Maimeri, novità in libreria da Il Saggiatore

In libreria dal 18 aprile, esce per la casa editrice Il Saggiatore, il libro Il Colore Perfetto di Gianni Maimeri. Il volume è dedicato, come si legge nel sottotitolo, a viaggi, incontri e racconti dal nostro immaginario cromatico. 

Gianni Maimeri, filantropo e imprenditore, è l'amministratore delegato di Industria Maimeri, che dal 1923 produce colori per belle arti. È presidente della Fondazione Maimeri per la promozione dell'arte e della cultura in ogni loro espressione. Maimeri è cresciuto in un ambiente pervaso dall’arte e sin da bambino il colore è stata la sua più grande ossessione. Qui s’interroga sulla sua essenza: esiste una cultura italiana del colore? Qual è il suo ruolo negli ambiti in cui domina la forma? Che valore ha per le persone? Le preferenze per i colori sono le stesse in tutto il mondo e a tutte le età? Per rispondere a queste e molte altre domande l’autore ha incontrato medici, costumisti, imprenditori, artisti, fotografi, musicisti, pubblicitari, psicologi e chef, e da ognuno ha cercato di carpire una sfumatura nuova. Il colore perfetto è il resoconto di questi colloqui: un viaggio sentimentale sulle strade del colore attraverso l’arte e le scienze.

Il libro, che vanta una prefazione dell'artista Luigi Serafini, è dunque un vero e proprio omaggio al colore, come testimonia questo breve estratto:

Quando entro nella stanza McCurry è girato, ma lo riconosco subito. Indossa una giacca di sartoria azzurro scura, dei pantaloni beige e delle scarpe testa di moro. Riconosco il baffo grigio, rado, gli occhi blu. Lui mi sorprende con un italiano imperfetto ma apprezzabile: «Ciao Gianni!». Il mio interesse primario è quale sia il suo rapporto di fotografo e artista con il colore: «Il mondo è a colori, e io da fotografo non posso che ritrarlo com’è. La mia ricerca mi ha portato a confrontarmi con storie e culture nelle quali il colore è elemento essenziale. Pensa agli scatti dei monaci shaolin o della festa dell’Holī: il colore è una parte integrante del soggetto, dell’ambiente, della foto». Immediatamente visualizzo le immagini di cui parla: il gruppo di monaci in un momento di riposo, mentre un compagno fa stretching e un altro sta saltando; un movimento fissato per sempre, che ribalta interamente la prospettiva. Cosa sarebbe questa immagine senza l’arancione delle vesti? «Le sfumature possono variare, molto, da scuola a scuola» spiega «ma tendenzialmente il significato del colore è lo stesso: l’arancione simboleggia la rinuncia a una vita di piaceri, e non a caso nel buddhismo solo i monaci possono vestirlo. Senza l’arancione – e i colori del luogo, il muro, il terreno – questa scena avrebbe perso un pezzo insostituibile del racconto.»

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