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Il metodo Palamara applicato a Letizia Moratti. Analisi
Letizia Moratti

Il metodo Palamara applicato a Letizia Moratti. Analisi

Oggi il Domani e il Fatto pubblicano un articolo sulla chiusura indagini di un'inchiesta sulla Saras, azienda petrolifera quotata in Borsa, un tempo guidata dal compianto Gianmarco Moratti, marito di Letizia Moratti attuale vicepresidente di Regione Lombardia. Il Domani insiste sul conflitto di interessi della Vicepresidente, che ai tempi era alla guida di Ubi Banca, istituto di credito che compare più volte nelle carte dell'inchiesta. Fin qui, la cronaca. C'è però molto di più perché questo è un caso esemplare, la sublimazione del metodo Palamara anche se Palamara - giudiziariamente parlando - è passato a miglior vita.

L'avviso di chiusura indagini alla vigilia di Natale

Primo. La tempistica. Alla sera di Natale, mentre tutti approntano la cena della vigilia, i vari protagonisti di questa vicenda si vedono recapitare l'avviso di chiusura indagini. Attenzione! Non la richiesta di rinvio a giudizio, ma solo il fatto che tutte le carte sono state depositate presso gli avvocati. Ad oggi Letizia Moratti non risulta tra gli indagati, perché non aveva alcuna carica all'interno della Saras. Passa il 24, passa il 25 e poi qualcuno comincia a far girare i vari file. Cartabia forse non ha fatto un lavoro buono, fino in fondo, se stanno circolando tra giornalisti le informative della Finanza. Attenzione, ancora una volta. Non le conclusioni dei pm, che ancora non ci sono, ma le informative "grezze" dei finanzieri, che - come ormai siamo abituati - tendono a trarre conclusioni. Nel caso di Letizia Moratti ipotizzano un conflitto di interesse perché Ubi Banca non avrebbe segnalato un movimento di denaro "sospetto".

La pubblicazione parziale dei fatti

Secondo. Si pubblica solo una parte. I finanzieri scrivono che il conflitto di interesse sarebbe sostanziato dal fatto che non è stato segnalato il movimento di denaro sospetto. Ovviamente le Fiamme Gialle e la Procura mandano tutto alla Banca d'Italia, per gli opportuni controlli, segnalando un sacco di irregolarità. Ma - e questo il Domani non lo scrive (per facilitare: sta nel faldone 5 annotazione 1) - "Alla luce di quanto precede, la Commissione ha proposto all'unanimità di non dare ulteriore seguito al procedimento sanzionatorio avviato". La Commissione dice così, e la Banca d'Italia informa Ubi già nel 2017 che non ci sarà alcuna multa perché niente di male è stato fatto. Ovviamente il Domani questo non lo scrive, perché pubblicando questo si leva il movente del conflitto d'interessi. E quindi? Quindi niente, il caso non esiste. Ma esiste, e c'è una ragione politica.

Il metodo Palamara al suo massimo

Terzo. Metodo Palamara al suo massimo. Vi ricordate la storiella di Renzi? Palamara lo scrive nel suo libro. Quando Renzi inizia a dire in giro che bisogna riformare la magistratura, tirano fuori un vecchio caso contro i suoi genitori e inizia il circo, ovviamente con la solita grancassa mediatica. In questo caso appena qualcuno dice il nome Letizia Moratti per il Quirinale, inizia la contraerea.

Covid l'Aria è cambiata anche a Roma

Quarto. L'aria è cambiata. Il caos tamponi sta portando nella bufera il generale Figliuolo, fino all'altro ieri eroe dei due mondi. E pure il governo dei migliori, appena Draghi ha fatto capire che andrebbe volentieri al Quirinale. Sul fronte lombardo, dopo aver fatto una "drizzle" (un tipo di punizione che si faceva negli anni venti ai pugili che non volevano truccare gli incontri: ovvero rompere ogni singolo osso delle mani) a Fontana e Gallera, c'era da sistemare la Moratti, e questo è solo l'antipasto. Sullo sfondo un'indagine che dura un tempo scandalosamente lungo, che non ha ancora una richiesta di rinvio a giudizio e che gira come se la riforma Cartabia non esistesse. Non un bello scenario.

fabio.massa@affaritaliani.it

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