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Milano
Il non-compleanno di Villa Reale: i lavoratori a casa da marzo protestano
(foto da www.mbnews.it)

Il non-compleanno di Villa Reale: i lavoratori a casa da marzo protestano

L’8 settembre la Reggia di Monza ha festeggiato (o forse è meglio dire avrebbe festeggiato) i suoi 6 anni di apertura al pubblico dopo i lavori di restauro. Ricorrenza che però è stata tutt’altro che spensierata. Si tratta di una settimana cruciale questa per la Villa Reale. La struttura è infatti al momento parzialmente chiusa e il lockdown c’entra solo in parte. A farne le spese i dipendenti e i lavoratori che prestano i loro servizi in Villa.

Alla base della situazione in corso c’è il contenzioso tra il Comune di Monza e il concessionario privato, Nuova Villa Reale di Monza srl. Gli spazi gestiti dal concessionario privato sono chiusi da marzo. I dipendenti sono stati messi in cassa integrazione e poi in ferie obbligate. Ora, giustamente, pretendono di sapere che ne sarà di loro. Per questo motivo si sono dati appuntamento proprio in una data simbolica come martedì l’8 settembre davanti ai cancelli della Villa e hanno manifestato contro il limbo in cui si trovano.

Una volta finito il lockdown, il concessionario privato non ha riaperto perché c’è un contenzioso in corso. La società concessionaria aveva presentato a gennaio la recessione dal contratto, accompagnata da una richiesta di rimborso a sei zeri per mancate entrate. Sulla contesa si attende il parere della Corte dei Conti, che potrebbe arrivare a breve, nel frattempo però tutto è stato congelato. Lavoratori compresi.

Il sito www.mbnews.it riporta in un articolo dedicato al flashmob di martedì l’emblematica dichiarazione di Leonardo Marcos Martello, uno dei dipendenti di Cultura Domani (società emanazione di Nuova Villa Reale di Monza): «C’è bisticcio tra pubblico e privato e noi ci andiamo di mezzo … La situazione non è buona da molto tempo e adesso le prospettive che vediamo davanti a noi non sono chiare: non voglio essere pessimista o ottimista, cerco solo di essere realista. In questi mesi siamo stati in cassa integrazione, una cassa mai anticipata dal datore di lavoro e totalmente erogata dall’INPS. Attualmente abbiamo visto 2 mesi di cassa e siamo fermi da marzo. Sul cosa succederà adesso c’è molta incertezza: personalmente posso dire che non c’è stata comunicata una data sulla riapertura, né c’è un accordo tra noi e l’azienda».

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