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Il Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi: avventure galanti nella Milano del 1923- Foto -

La pattinatrice aveva appena terminato di volteggiare e si era diretta verso l’uscita dalla pista, quando la voce di lui l’aveva raggiunta. Lui. Guido da Verona, quarantaduenne romanziere di storie scollacciate, principe del romanzo d’appendice caratterizzato da una forte carica erotica. Alto, elegantissimo, sempre attorniato da belle donne, consueta la sua passeggiata in Galleria con i suoi due levrieri al guinzaglio. “Accomodatevi.” “Ma voi siete…”. “Si, sono Guido da Verona, il peccatore per eccellenza. Amo le donne, i cavalli, le belle auto, sono un dissipatore, un accanito giocatore. E sono anche uno scrittore, forse non eccellente però…” Parlava stringendo fra le dita un lungo bocchino d’avorio con l’immancabile sigaretta. “Io, ecco io leggo i vostri romanzi, e quello dell’altro anno “Mimì Bluette, fiore del mio giardino” ho sentito dire che ha venduto addirittura 300mila copie!?”. “Ne gioite? Siete ….
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