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Il piccolo Eitan è tornato in Italia: nuova vita a Pavia

Il piccolo Eitan è tornato in Italia: nuova vita a Pavia

Il volo Ryanair con a bordo Eitan, i suoi zii e le due cuginette e' atterrato puntuale all'aeroporto di Orio al Serio nella serata di venerdì 3 dicembre. Dopo 84 giorni dal suo rapimento da parte del nonno materno, il bambino, sopravvissuto all'incidente del Mottarone, e' tornato in Italia. Un ritorno che dovrebbe mettere fine alle turbolente vicende del bambino che,  dopo aver perso i genitori e il fratellino, si e' ritrovato in mezzo a un'aspra controversia tra le famiglie da parte di padre e madre e a vivere in un Paese che aveva lasciato quando aveva poco piu' di un anno e dove poi ha trascorso le vacanze, Israele. Il piccolo vivrà nella sua nuova casa italiana in provincia di Pavia. Ad accompagnarlo la zia paterna Aya Biran, nominata fin da subito dopo l'incidente sua tutrice, suo marito Or Nirko e le due cuginette con cui e' praticamente cresciuto e che, all'indomani del suo sequestro, lo hanno pure loro raggiunto nello Stato del Medio Oriente. Ad attenderlo nella villetta di Travaco' Siccomario, di fianco a quella dove viveva con mamma e papa' ci saranno i nonni paterni,  come ha spiegato ad Ansa un portavoce della famiglia Biran

Per quanto riguarda il fronte giudiziario della vicenda qualche giorno fa la Corte Suprema di Tel Aviv ha cercato di mettere un punto fermo. Il giudice Alex Stein, confermando le due decisioni delle scorse settimane di primo e secondo grado, ha stabilito che "il luogo normale di vita" del bambino "sia in Italia dove ha trascorso quasi tutta la sua esistenza" e che quello che gli e' accaduto a settembre e' stato un rapimento verso cui la Convenzione internazionale dell'Aja prevede "tolleranza zero" e impone "la restituzione immediata" ai tutori da parte del nonno materno, destinatario di un mandato d'arresto internazionale per le accuse di sequestro di persona, sottrazione e trattenimento di minore all'estero e appropriazione indebita del passaporto del nipotino. Arrestato a Cipro, e rilasciato dietro cauzione, il presunto complice di Peleg, il "soldato" dell'agenzia di contractor statunitense Blackwater, Gabriel Alon Abutbul, anche lui israeliano e nei cui confronti e' in corso il procedimento di estradizione.

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