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Milano
Il sindaco non si fa consigliare da Repubblica. Majorino invece..
Pierfrancesco Majorino

Il sindaco non si fa consigliare da Repubblica. Majorino invece..

di Fabio Massa

Alla fine il sindaco l'ha detto chiaro e tondo: non aspetta dicembre. Così, il consiglio non richiesto di Repubblica pare che non fosse proprio stato richiesto. Del resto, di dubbi non ne avevamo: Beppe Sala è una persona responsabile e sa perfettamente che se aspetta Natale a dire se c'è oppure no, vuol dire che rimanda alle calende greche le eventuali primarie. E considerato che le calende erano una festa romana, la traduzione è: si decreta che a Milano le primarie non si fanno. Tutto bene quel che finisce bene? Non troppo. O meglio, con qualche notarella a margine. In un post pubblicato nella mattinata di giovedì Majorino dice: "Da giorni si alternano pareri su quando Sala scioglierà la riserva oppure su quando debba farlo. Non mi pare, quella dei tempi, una questione tanto dirimente, di certo non la più importante. L'importante (ovviamente!) è  che è alla fine si candidi.... L'urgenza non credo sia quella della "data". Oggettivamente c'è ancora un poco di tempo e ci sono enormi questioni quotidiane da gestire, in queste settimane (settimane molto ben "presidiate" localmente: la Giunta comunale sta facendo tanto).  Quindicome ha scritto Silvia Roggiani,  la Segretaria del PD milanese, il Sindaco potrà prendersi il tempo che desidera".

Che Pierfrancesco Majorino "tifi" per Tito Boeri è cosa nota. Lo ritiene evidentemente una personalità capace di unire la città se Beppe Sala non ci dovesse essere. E, tra le altre cose, i rumors raccolti da Affaritaliani.it Milano dicono che solo in presenza di Tito Majorino rimarrebbe fuori dalla contesa per fare il sindaco. Dunque, il tema non è se il sindaco si ricandida oppure no. Perché se si ricandida non esiste il tema, a sinistra. Tanto più che il centrodestra, con il commissario della Lega Stefano Bolognini, ha detto che il candidato lo presentano indipendentemente da Beppe Sala: sai la goduria di avere il campo aperto e libero e sgombro per due mesi e poter fare campagna elettorale senza avversario? Il tema è che se non si ricandida, e lo dice a Natale, fino a metà gennaio non c'è neanche il tempo di pensare alle primarie, di individuare i candidati, e di dare loro il tempo di presentarsi alla città, di coinvolgere i quartieri e i circoli. Insomma, la scelta non è tra Tito Boeri o non Tito Boeri, ma tra l'imprenscindibilità o no delle primarie. E questo, tanto per essere chiari, è un discorso che andrà affrontato non solo per Palazzo Marino.

fabio.massa@affaritaliani.it

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