Milano

Inchiesta curve, Max Bastoni (FI): “Ma ora non si inizi una caccia alle streghe"

di Stefano Marrone

Max Bastoni, già consigliere regionale della Lega ora in Forza Italia e frequentatore dello stadio, commenta i primi risvolti dell’inchiesta sulle curve di Milan e Inte. “Non tutti gli ultras sono mafiosi. Chi sbaglia deve essere allontanato”. L’intervist

Inchiesta curve, Max Bastoni (FI): “Ma ora non si inizi una caccia alle streghe"

Diciannove arresti per associazione a delinquere. La maxi inchiesta sul tifo organizzato a San Siro ha di fatto annullato i vertici delle curve di Inter e Milan. Affaritaliani ha raggiunto Max Bastoni, già consigliere regionale della Lega e ora coordinatore enti locali a Milano di Forza Italia, grande tifoso interista e a lungo frequentatore della Curva Nord nerazzurra, per un commento sull’indagine che sta sconvolgendo il tifo a Milano. “È ancora presto per sbilanciarsi, ma è chiaro che chi sbaglia deve essere allontanato dagli stadi. Che però non sono solo frequentati da criminali. Serve attenzione, senza fare una caccia alle streghe”.  L'intervista.


Bastoni, come commenta queste prime notizie sull’inchiesta che ha portato agli arresti di molti esponenti delle due curve milanesi?

Bisogna attendere di avere maggiori notizie in merito. Aspettiamo il percorso della giustizia, come sempre, senza sbilanciamenti. Non si può commentare un’indagine in corso che è solo alle prime avvisaglie e che coinvolge molte persone. 

Le curve di Milano sono in mano alla criminalità organizzata?

Non è un segreto, sono un tifoso di lunga data e spesso vado in curva. Al tempo stesso posso serenamente ammettere che non ho mai avuto questioni legati agli affari e al business che ruota intorno al mondo del calcio. Ovviamente questo è un tema che esiste. E quindi, se ci sono persone che hanno introdotto malavita nel mondo sportivo milanese è giusto che paghino. Io posso dire di non aver mai avuto percezione di situazioni di illegalità. 

Le sue parole sono in sintonia con quelle del ministro Salvini, che ha dichiarato “Fuori mafia e violenza dagli stadi". Come commenta chi oggi rinfaccia a Salvini una vecchia foto con un capo-ultras del Milan coinvolto dall’inchiesta?

Non sono più legato a Salvini politicamente e faccio anche il tifo per l’altra sponda calcistica di Milano, ma non credo che abbia bisogno della mia difesa. Non so come avvenne l’incontro “incriminato”. È chiaro che a un personaggio politico della visibilità di Salvini capita di fare foto con migliaia di persone. Può capitare anche di fare una foto con una persona sbagliata. Spesso anche all’insaputa del personaggio pubblico. Non ci sono stretti legami tra politica e malavita. Quella in questione poi era una foto per i 50 anni della Curva Sud del Milan. Partecipavano migliaia di persone. 

Intravede qualche nesso tra la difficile condizione della struttura di San Siro e l’emergere di fenomeni malavitosi dentro lo stadio? 

No, no me la sento di legare i due fattori. Intorno al calcio c’è tanto business e di conseguenza anche qualche situazione di malavita. Certamente questa problematica è stata ignorata per lungo tempo, ma la responsabilità non è del Comune di Milano. Al tempo stesso, è necessario che la città si adoperi per un maggior controllo. 

Cos’altro può fare la politica per un maggior controllo del tifo organizzato?

Come in tutti gli aspetti della nostra società – vale per il calcio, per la politica, come per il mondo del lavoro - è ovvio che la politica deve agire affinché chi sbaglia paghi. Queste persone devono essere allontanate dagli stadi. Ci vogliono leggi più severe per dei settori che vengono attaccati da ambienti che nulla hanno a che fare con l’amore per il calcio. Ambienti che sono interessati al puro business. Servono leggi severe e certe, una giustizia veloce. Senza però fare la caccia alle streghe. Bisogna fare in modo che le curve rimangano quello per cui sono nate: la parte più vivace del tifo. Questo spetta soprattutto a forze dell’ordine e alla magistratura, a cui va piena fiducia. 
 








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