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“L'importante è partecipare”: corsa a sette su Scalo Romana
Scalo Romana villaggio olimpico

“L'importante è partecipare”: corsa a sette su Scalo Romana

L'unica certezza è che lì sorgerà il Villaggio Olimpico per Milano-Cortina 2026. Da trasformare, una volta finita la manifestazione a cinque cerchi, in student housing e residenze universitarie. Vicine ai grandi poli universitari milanesi: due fermate di metropolitana dall'Università degli Studi; 15 minuti a piedi dalla Bocconi; sulle direttrici che incrociano istituti del design come lo Ied, della comunicazione come lo Iulm o la Civica di Cinema.

Entra nel vivo la corsa per lo Scalo Ferroviario di Porta Romana. E fa gola a molti. Il criterio di aggiudicazione è semplice: i soldi. FS Sistemi Urbani – proprietaria dell'area, assistita da Mediobanca – sceglierà chi offre di più. E in autunno si gioca sul serio perché a quel punto l'offerta è definitiva. Sono sette le cordate che hanno presentato la prima offerta economica (non vincolante) a fine luglio. Nomi noti dell'immobiliare milanese e internazionale e qualche sorpresa. Tra i più quotati rimane la compagine formata da Coima, il gruppo franco-italiano Covivio partecipato da Leonardo Del Vecchio e Prada. I tre attori si sono corteggiati per mesi prima che il numero uno di Coima, Manfredi Catella, ufficializzasse la presenza della cordata in occasione del lancio di Coima Esg City Impact Fund: fondo d'investimento su cui hanno puntato 400 milioni di euro Cassa Forense, Cassa Nazionale Dottori Commercialisti e Inarcassa. Hanno tutti buone ragioni per partecipare “all'asta” dell'ex scalo ferroviario abbandonato, su quella che forse è la più importante partita urbanistica della Milano del futuro. Prada ha nelle adiacenze dell'area la Fondazione omonima, una delle “attrazioni” della città. Inserita nel contesto del nuovo distretto Symbiosis e il mega hub scientifico nel campo oncologico che proprio Covivio sta sviluppando assieme a Carlo Ratti&Associati e l’esperto ambientale Habitech su una porzione di area che il colosso si è aggiudicato quasi triplicando la base d'asta. Affiancati a loro volta da un partenariato con Fondazione Politecnico di Milano e Ifom (Istituto Oncologia molecolare). Buone notizie per Covivio dopo che i mesi del covid hanno messo sotto stress l'universo societario del patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio a causa delle difficoltà del gruppo globale di occhialeria e l'annuncio che il gioiello di famiglia nel settore moda, Brook Brothers, con due secoli di storia alle spalle è in bancarotta causa virus. Tanto da attivare quello che negli Stati Uniti è il noto “Chapter11”. Manfredi Catella, dal canto suo, gioca un'altra partita ancora: Scalo Romana andrebbe ad affiancarsi al''area Valtellina (porzione dello Scalo Farini) già acquisita due anni dal Fondo Savillis. Un altro intervento immobiliare nella zona potrebbe attivare sinergie: il nuovo grattacielo di A2A – la multiutility di gas e energia controllata dai Comuni di Milano e Brescia – che si collocherà in Porta Romana: 28 piani per 145 metri che andranno a cambiare lo skyline di Piazza Trento. Curiosità? Nel sistema di governance del fondo d'investimento lanciato da Catella a luglio ci è finito l'ex amministratore delegato di A2A: per Luca Valerio Camerano, a maggio non confermato dalla guida di A2A, ecco un posto del comitato d'indirizzo di Coima Esg City Impact Fund.

Certo Coima, Covivio e Prada vivono una situazione paradossale. Da una parte hanno le carte in regola per essere considerati i favoriti ai blocchi di partenza. Dall'altra la società di Catella fa parte anche del Collegio di Vigilanza che deve far rispettare l'Accordo di Programma votato dal Comune di Milano sugli scali ferroviari milanesi. Nel Collegio sono presenti i nomi dell'assessore all'urbanistica Maran, l'assessore regionale Terzi, l'ad di Ferrovie Umberto Lebruto e il Presidente di FS Sistemi Urbani, Carlo De Vito. L'impasse è stata risolta, per il momento, con un escamotage: il 10 e il 13 dicembre scorsi, dopo diverse riunioni, il rappresentante di Coima nel Collegio – l'avvocato Guido Inzaghi dello studio Belvedere Inzaghi–, ha comunicato di voler abbandonare riunioni e sedute quando l'ordine del giorno prevede di parlare dello Scalo Romana. Perché il suo cliente è interessato proprio a partecipare alla gara. Astensione, quindi, motivata dalla volontà di evitare conflitti d'interesse e per “ragioni di correttezza e fair play” si legge nei verbali del Collegio di Vigilanza che ha accettato la proposta. “Come è stato possibile escludere che vi siano altri conflitti d'interesse per Coima in riferimento ad altre aree d'interesse?” ha chiesto il consigliere comunale David Gentili all'assessorato all'urbanistica. Una risposta al quesito di Gentili è arrivata dall'assessorato. “La stessa società Coima sgr Spa – si legge in un carteggio di mail –, nonostante la procedura per la raccolta delle Manifestazioni d'Interesse per il bando di vendita di Porta Romana non fosse ancora stata avviata, ha chiesto tramite il proprio rappresentante di essere esclusa dalle sedute aventi ad oggetto lo sviluppo dell'area”.

Non finisce qui. Sul futuro cuore pulsante delle Olimpiadi invernali l'importante per ora non è vincere ma partecipare. Ed ecco che in tanti stanno partecipando. A cominciare da Fabrica sgr del Gruppo Caltagirone: romani che sbarcano a Milano per fare il colpaccio. Castello Sgr insieme al Gruppo Vitali e gli australiani di Macquarie che magari puntano a colorare con la bandiera della nazione oceanica le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, dopo che un altro gruppo dalla terra dei canguri – Lendlease, che ha fatto le Olimpiadi di Londra – è entrato di prepotenza nel mercato meneghino prima sull'area Mind del dopo Expo e poi su Rogoredo, sede del futuro PalaItalia. Ci sono outsider inaspettati come Vastint (Fondazione Ikea); nomi storici come Round Hill Capital insieme a Pietro Salini. Axa vuole essere della partita e si è scelta come partner Borio Mangiarotti, costruttori da tempo immemore guidati da Regina De Albertis, ultima nella dinastia familiare che ha visto il padre, Claudio, essere uno degli storici presidenti dell'Ance (Associazione nazionale costruttori edili), affiancando la corsa per Porta Romana agli ultimi interventi immobiliari di Borio a Milano come il neo quartiere “Sei Milano” a Bisceglie. Si sono scelti come advisor Vitale&Co, gli stessi che hanno assistito gli americani di Hines a rilevare l'area dell'ex Trotto a San Siro nell'altra partita di peso sull'immobiliare milanese: quella per lo stadio di Milan e Inter.

Chi vuole sparigliare le carte è l'ultima delle cordate: Redo sgr, EuroMilano e Patrizia Immobilien. I primi sono il nuovo asso pigliatutto dell'housing sociale sotto la Madonnina e ormai ben oltre i confini cittadini. La strategia abitativa – indicata anche dal piano Colao e dal piano di “rinascita urbana” della ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli come snodo cruciale – punta a creare appartamenti a prezzi accessibili, in quartieri “smart” e ricchi di verde pubblico, con un sistema di fondi e società miste pubblico-private. Hanno le spalle coperte da investitori di peso: Cariplo, Intesa Sanpaolo e soprattutto la Cassa depositi e prestiti. Guidati dal Ceo, Fabio Carlozzo, manager e uomo del real estate che si è fatto le ossa in Enel, General Electric e Hines a metà anni duemila e dal Presidente Carlo Cerami, avvocato amministrativista milanese nominato in primavera nel cda proprio di Cdp. Sempre con i soldi pubblici di una via Goito sempre più “neokeynesiana” (Autostrade, rete unica della banda larga e ora anche immobiliare) si sono già aggiudicati lo scalo Greco-Breda due mesi fa, all'interno di “Reinventing Cities”, il concorso internazionale per la rigenerazione di aree dismesse e che si potrebbe definire una sottopartita di quella sugli scali ferroviari, più votata a raggiungere obiettivi sociali e ambientali. Potevano correre in cordata, come numeri due o tre specializzati nell'edilizia convenzionata la cui realizzazione di solito affidano a Mangiavacchi&Pedercini spa (oggi Percassi) e la Cmb, Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi. Invece hanno voluto fare loro i capofila: affiancati da EuroMilano, società di sviluppo immobiliare nei fatti emanazione di Banca Intesa, che proprio con Redo sta sviluppando il nuovo quartiere Cascina Merlata accanto ad Expo. I rumors interni alla società raccontano di qualche malumore degli azionisti più piccoli nei confronti di Intesa per questioni economico-finanziarie. Ma a prescindere da ciò la scelta della cordata di andare da soli ha stupito molto. Si sono scelti un partner internazionale: Patrizia Immobilien. Il Fondo Patrizia. Gruppo teutonico quotato a Francoforte ma con interessi immobiliari paneuropei e più di 45 miliardi di euro di asset in gestione. Forte presenza in Spagna. Qualche operazione in Italia ma sostanzialmente novelli del mercato nella penisola. Alle Olimpiadi si sa partecipano tutte le bandiere e i colori. C'è già chi fa il riscaldamento.

Francesco Floris/Fabio Massa

frafloris89@gmail.com fabio.massa@affaritaliani.it

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