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Milano
L'intollerabile clima di una parte del Pd milanese. Commento
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L'intollerabile clima di una parte del Pd milanese. 

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L'ho scritto e detto qualche tempo fa: il clima politico a Milano è pazzesco, tremendo. Le dimissioni da presidente di ANPI di Roberto Cenati hanno plasticamente significato e reso evidente una radicalizzazione delle posizioni di una parte significativa del Partito Democratico. Non solo in politica estera, ma soprattutto in politica estera. Ieri, con le lacrime agli occhi, anche Daniele Nahum, da sempre uno dei giovani, e poi degli esponenti più in vista del Pd, che siede nell'assise di Palazzo Marino, ha lasciato i Dem. Perché Daniele Nahum è ebreo, e perché i cortei continui sotto la Madonnina, popolati anche da militanti e dirigenti del Pd, con il rimbombo di quella parola "genocidio" usata anche da vertici dalla Cgil, non rendevano più compatibile la sua presenza all'interno del gruppo consiliare del Partito Democratico. E' stato detto da Filippo Barberis, capogruppo del Pd, che a Milano si è sempre tenuta l'equidistanza, la condanna dei vili massacri ad opera dei tagliagole di Hamas, ma anche la ferma critica e condanna del modo con cui Israele sta conducendo le operazioni militari. Per alcuni dirigenti questo è vero. Ma non da tutti: che il Pd sia compatto su queste posizioni è una bugia, e qualcuno è bene che inizi a dirlo chiaro e forte. Esiste tutta una parte del Pd che pensa che gli israeliani siano come i nazisti, e che ci voglia la Palestina libera. Quella parte del Pd che costruisce convegni con esponenti che dichiarano gli atti di Hamas operazioni di "Resistenza", sporcando l'eroismo dei nostri nonni. Esiste parte dei dirigenti del Pd che sulla stampa si proclamano equidistanti, ma poi nei conciliaboli più privati non esitano a sparare a zero contro gli ebrei. Esiste nel Pd una voglia insopprimibile, in questo periodo, di radicalità idiota: vedere il fascismo ovunque, anche dove non c'è. Di bollinare tutto: questo sì e questo no, e se avanzi critiche sei fascista e fiancheggiatore della destra. Se poi per caso inviti a parlare il presidente del Senato (la seconda carica dello Stato!) allora sei automaticamente fascio. Incredibile. Il Partito Democratico, anche quello milanese, è oggi teso allo spasimo - in una sua parte non indifferente - verso una linea ideologica assai poco pratica, che plaude a chi sgonfia le ruote ai Suv, che difende gli idioti di Ultima Generazione, che afferma con convinzione che le moto in città sono troppe e si propone di limitarle. E c'è una sinistra, a sinistra del Pd, per il quale tutto questo è ancora troppo moderato, e sta invadendo la procura di esposti, di denunce, su qualunque operazione di sviluppo immobiliare. Se poi i prezzi delle case schizzeranno ancora più su (meno costruzioni = prezzi più alti, non è difficile) chissenefrega, no? Questo è, e questo qualcuno deve pur dirlo. Come bisogna dire che la prima vittima di tutto questo è Beppe Sala, che invece è una persona concreta, concretissima, ma che in questo periodo deve fare atto di resilienza e pazienza. Più che il sindaco, pare Giobbe.








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