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Milano
La rivoluzione satirica da Milano: "Estremi rimedi", la web serie. Intervista
Francesco Mazza

di Fabio Massa

Abita a New York per buona parte dell'anno. Il resto lo passa a Milano, nella sua città natale. Autore satirico, già in forza per lungo tempo a Striscia la Notizia, scrittore, regista, finalista ai Nastri d'Argento con il cortometraggio Frankie. Collabora con Federico Buffa, del quale ha girato alcuni dei documentari più belli. Un rivoluzionario, Francesco Mazza. Che si racconta ad Affaritaliani.it nel giorno del lancio di "Estremi rimedi", una web serie originale scritta con Daniele Balestrino.

Perché "estremi rimedi"?
Perché c'è un'emergenza umanitaria in atto. Dovremmo richiedere l'intervento dell'ONU.

Addirittura?
Le forze di governo si sono dimostrate incapaci, completamente incapaci e c'è l'emergenza umanitaria per la mancanza di lavoro per i giovani. Siamo una società nella quale il welfare state ha tutelato bene e benissimo il mondo analogico degli anni Ottanta, ma che adesso impedisce l'accesso all'occupazione da parte delle generazioni che negli anni Ottanta ci sono nate.

E quindi?
Quindi denunciamo tutto questo in modo satirico con una web serie originale, che vuole evidenziare questa stortura che è la causa di tutti i problemi della società italiana.

 

Parliamo dell'opera.
Quattro puntate, sei giorni di riprese ma con un lavoro di preparazione durato sei mesi. Con la mia squadra abbiamo lavorato per massimizzare i risultati e le poche risorse che avevamo. Molto spesso si dice che uno dei problemi del settore dell'audiovisivo, ma anche del giornalismo, è che non ci sono i soldi. Il problema è che spesso la frase "non ci sono i soldi" è una scusa per giustificare gli sprechi che le generazioni di prima continuano a portare avanti per tenere fuori le generazioni più giovani.

ESTREMI RIMEDI FACCEEstremi Rimedi
 

Lei è un rivoluzionario.
Lo dico con il sorriso sulle labbra: nella serie Narcos si dice plata o piombo. Noi diciamo xanax o piombo, perché qui non si può andare avanti.

Che cosa dovrebbero fare i giovani, oltre a guardare la web serie?
La crisi economica devastante mette a rischio la sopravvivenza di tutti. In uno stato di rischio è difficile si formi una coscienza di classe.

Discorso marxista...
Macché. La verità è che negli anni Sessanta c'era la stessa discontinuità tra generazioni giovani e anziane. Ma la differenza è che negli anni Sessanta c'era il boom economico, e quindi la classe più giovane aveva le risorse per ribellarsi. Perché la libertà - e non è una frase mia ma di Toqueville - vuol dire rischio, vuol dire precarietà. Allora se uno vive in una società di boom economico, il rischio è accettabile. Se uno vive nel caos, senza paracadute, il rischio diventa troppo alto anche per essere liberi.

Colpisce il fatto che la web serie è girata a Milano, che però nella narrazione dei media è una città felice, felicissima.
Citando Big Fish di Tim Burton, tu sei grosso solo quanto è grosso lo stagno in cui vivi. Un tempo noi milanesi eravamo abituati a guardare in faccia Berlino, Londra, New York, e rivendicavamo una parità se non una superiorità nei loro confronti. Invece oggi ci accontentiamo di essere superiori a Roma, Torino, Catania. Ma questo non è il campionato in cui Milano è destinata a competere. Milano ha sempre fatto il campionato a livello internazionale.

Quindi?
Io mi chiedo: di tutte le startup milanesi quanti unicorni sono stati creati? Nel mondo dell'arte e della musica quante eccellenze sono venute fuori a livello internazionale? La verità è che siamo grossi nel nostro stagno, ma nell'oceano siamo relativamente piccoli. La sfida di Milano dovrebbe tornare in gara con New York e non volerne essere la parodia.

fabio.massa@affaritaliani.it

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