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Milano
La tomba del Duce cade a pezzi. Sorpresa: i lavori li paga Alleanza Nazionale
La tomba di Mussolini a Predappio

di Alberta Mancini

La cripta Mussolini di Predappio, dove, insieme a tutta la sua famiglia, è sepolto anche il più famoso Benito, visitata, ogni anno, da una media di duecentomila turisti (dati ufficiali delle istituzioni locali), fra semplici curiosi e veri nostalgici, da anni, grava in cattive condizioni, a causa di gravi infiltrazioni d’acqua che ne hanno danneggiato l’edificio. Per evitare crolli chi pagherà i lavori? Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it a curare il restauro della cappella Mussolini (quindi del capo del fascismo), non sarà la sua famiglia o un gruppo di privati camerati, ma, bensì la Fondazione Alleanza Nazionale. La proposta è nata dall’avvocato napoletano-bolognese Salvatore Migliaccio e dal principe nero romano Guglielmo Giovannelli Marconi, consiglieri dell’Ordine dell’Aquila Roma, storica istituzione premiale cavalleresca e patriottica della famiglia Mussolini, già ordine statuale della RSI, ora guidata da donna Orsola, sorella di Martina (recentemente scomparsa), figlia di Guido, nipote del comandante Vittorio, quindi diretta discendente del Duce. Tale richiesta è poi è finita sul tavolo del presidente della fondazione, l’ex senatore Franco Mugnai, ed infine approvata a larga maggioranza, con l’indispensabile sostegno non solo di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, ma anche dell’ex ministro Maurizio Gasparri, ora in Forza Italia.

“La tomba Mussolini è luogo simbolo e meta storica della destra sociale italiana. Rappresenta la fedeltà alle radici, alle nostre tradizioni. Giusto sostenere questo patrimonio culturale, anche con un piccolo contributo economico” ha dichiarato il barone nero Roberto Jonghi Lavarini, militante missino e cavaliere dell’Aquila Romana, che, a 44 anni, a Predappio è andato molte volte, organizzando anche “spedizioni” in occasione della commemorazione della marcia su Roma. 

“Anche il sindaco di Predappio, Giorgio Frassinetti del PD, persona di sinistra ma aperto e intelligente, ha, da tempo, compreso il reale valore storico, culturale, turistico ed anche economico della presenza della casa e della tomba di Benito Mussolini. La politica non c’entra nulla.” sostiene Valeria Ferrini (vedova Benizzi) e titolare di Ferlandia, primo negozio di gadget mussoliniani che vende migliaia di calendari, magliette, busti, spille e bottiglie di vino alle centinaia di visitatori che ogni giorno giungono in paese e che ne spedisce altrettanti, non solo in Italia, ma in tutto il mondo, soprattutto in Sudamerica. La Fondazione AN tace, nessuno non vuole commentare, ma questa operazione, dal chiaro e forte valore simbolico, va sicuramente a rinsaldare e rafforzare le fila della destra italiana, sottolineando le proprie radici ed identità. E non mancherà di scatenare polemiche tra chi vorrebbe un profilo meno “mussoliniano” e più moderato.

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