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Regionali, ecco il grande reset. Fontana e Cottarelli rischiano. L'analisi
Attilio Fontana e Carlo Cottarelli

Regionali, ecco il grande reset. Fontana e Cottarelli rischiano. L'analisi

Il grande reset in un gioco che non avrebbe dovuto offrire grandi spunti di novità. Questo sono state le elezioni per la Regione Lombardia. Marzo non è lontano, e ci sono sei mesi da vivere pericolosamente. La situazione, prima del voto, era chiara. Da una parte Attilio Fontana, presidente uscente, riconfermato da Matteo Salvini più e più volte. Dall'altra parte Carlo Cottarelli, candidato in pectore voluto da Enrico Letta.

Cottarelli ha perso malissimo: ora la candidatura alle Regionali è davvero a rischio

Ora, la debacle di Salvini e di Letta è un grande reset. Partiamo da sinistra. Nel collegio Lombardia uninominale 11, Crema e Cremona, qualche genio delle candidature del centrosinistra aveva deciso di far correre Cottarelli, comunque blindato in un proporzionale. Pericolosissimo, aveva scritto Affaritaliani.it Milano in tempi non sospetti, raccogliendo gli umori dalla festa dell'Unità. "E se perde male?", ci si chiedeva. Ecco, ha perso non male, ma malissimo. Daniela Santanché sfiora i 200mila voti assoluti, per il 52,17 per cento, Fdi al 30,21. E doppia letteralmente Carlo Cottarelli, che si ferma a 104mila per il 27,37 per cento. Una sconfitta nella Lombardia profonda, dove il Pd governa Crema e Cremona, dove è radicato il centrosinistra delle città. Certo, il collegio era difficile e l'aria pessima. "Come faremmo a candidare qualcuno che ha perso male contro Santanché?", si chiedevano le solite fonti di Affari alla festa dell'Unità, qualche settimana fa. Ecco, appunto. E' successo.

Sommato alla debolezza di Enrico Letta, ora la candidatura è davvero a rischio. Certo, potrebbe esserci Tabacci. L'onorevole Bruno, il kompagno Br1no!, come lo chiamano scherzosamente sul web. Peccato che la formazione di Tabacci e Di Maio abbia preso, in tutta la Lombardia, una percentuale pari allo 0,36 per cento pari a 17822 voti. Ultimi tra gli ultimi, doppiati addirittura dal movimento della novax Sara Cunial, Vita. Come può essere candidato lui? Tutto in gioco, il grande reset ha colpito.

Fontana, ora FdI gioca al gatto con il topo con la Lega

Poi c'è la questione di Attilio Fontana, quella da cui siamo partiti. La Lega in Lombardia performa assai meglio che a livello nazionale, mediamente 5 punti sopra. Ma è lontanissima, a livello siderale, dai risultati di cinque anni fa. Passano Giorgetti, Molteni, la Ravetto che si aggirava con la faccia scura in via Bellerio, nottetempo, Bordonali. E la Lega va maluccio a Milano (sotto il 10 per un soffio: 9,98), va benino nella bassa padana (13,81) e tocca i punti più alti nella zona di Giorgetti (Sondrio, Varese eccetera: 15,73) e soprattutto in Lombardia 3 (con il 16,37). Il punto è che Fdi gira quasi sempre al doppio. Il dato del Senato rende plasticamente le proporzioni: 27,69 per cento a Fdi, 13,91 alla Lega. Attilio Fontana è il candidato di Matteo Salvini, ma Fdi sta giocando - tatticamente per motivi nazionali - al gatto con il topo. Elogia la competitor interna, Letizia Moratti, per spuntarla su altre partite. Ma oggi Forza Italia e Lega insieme valgono meno di Fdi. Se pretendesse la leadership, la Meloni potrebbe averla anche in Lombardia. Tutto si avvita in giochi che stanno lontano da Palazzo Lombardia e molto vicino invece a Palazzo Chigi.

Il Terzo polo spera nella Moratti. E i Cinque Stelle sono andati bene

E il Terzo Polo? Ci si aspettava un risultato sopra la doppia cifra. Anzi, gli entusiasti parlavano di un "ben sopra" la doppia cifra. Invece è questione di decimali. Tre per la precisione: 10,03. Candidando la Moratti Calenda sa che potrebbe consolidare, e magari aumentare anche non vincendo, ma costruendo per il futuro. Soprattutto se il Pd svolterà a sinistra. Anche in Lombardia infatti il Movimento 5 Stelle non solo non è andato male, ma è andata proprio bene. Nessuno l'avrebbe dato al 7,26 che ha raggiunto. Mezzo punto sotto Forza Italia, nel nord produttivo, dove il messaggio del reddito di cittadinanza era più difficile da far passare. Sono segnali. Se il Pd si accorderà con il M5S per le prossime regionali allora Calenda potrebbe andare da solo. E così Letizia Moratti invece di avere una possibile corteggiatrice (Giorgia Meloni) ne avrebbe addirittura due. Strani i destini che nascono nelle urne...

fabio.massa@affaritaliani.it

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