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Milano
M5S: "Mantovani ritorna in consiglio? Imbarazzante, si dimetta"
Mario Mantovani

“Quello che faremo martedì è un atto dovuto e formale perché la norma prevede che la sospensione dalla carica di consigliere è strettamente collegata al provvedimento restrittivo della libertà personale e cessa automaticamente con la fine di tale provvedimento. Pertanto, quando gli uffici hanno ricevuto la segnalazione dai difensori di Mantovani che erano cessati i provvedimenti restrittivi e hanno chiesto il reintegro, mi è stata trasmessa una nota evidenziando che questo era un atto non discrezionale, ma necessario in applicazione della legge” lo dichiara il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo, rispondendo a margine di un convegno alle domande dei giornalisti sulla fine della sospensione da Consigliere regionale dell’ex assessore e vicepresidente Mario Mantovani.

Diverse sono le valutazione personali che ognuno potrà fare e che lo stesso Mantovani potrà fare sulla propria situazione, ma non vi è dubbio che né il Presidente del Consiglio regionale né altri avrebbero potuto esercitare discrezionalità in un senso o nell’altro – ha proseguito –. Dal punto di vista politico io credo che debba valere il sacrosanto principio di civiltà, che è anche inserito nella nostra costituzione, della presunzione di innocenza. Abbiamo visto già troppi episodi di figure politiche che sono state stroncate per delle accuse che si sono rivelate del tutto infondate. L’ultimo caso lo abbiamo visto recentemente con l’archiviazione sul caso della discarica di Cappella Cantone che hanno coinvolto l’ex governatore Formigoni e l’allora assessore Raimondi. Su questo tema ci vuole più prudenza: il rischio è che sull’onda dell’emotività distruggiamo figure, persone ed esperienze che possono ancora contribuire alla crescita della nostra società”. Cattaneo ha inoltre affermato di non aver sentito Mantovani e di non sapere se martedì sarà in Consiglio: “lo valuterà lui – ha concluso – anche in base a considerazioni di opportunità”.

"La vicenda Mantovani è di una gravità inaudita: è tornato libero per un cavillo legale e potrà rientrare a pieno titolo tra i consiglieri regionali. Con che coraggio si disquisisce su un 'cavillo' davanti ad indagini in corso per reati come corruzione, concussione e turbativa d'asta? L'unico gesto logico e a tutela della reputazione del Consiglio Regionale sono le immediate dimissioni di Mantovani che leverebbero anche Maroni e la sua maggioranza da questo ennesimo "imbarazzo". I lombardi ne hanno abbastanza e, se Mantovani dovesse tornare in consiglio, ciò costituirebbe la prova provata della perdita definitiva di statura morale di questa Istituzione, terzo parlamento d'Italia, dopo Camera e Senato. E' eticamente e moralmente opportuno che un indagato per tali reati contro la pubblica amministrazione sieda in Consiglio Regionale a rappresentare gli interessi dei cittadini e del bene comune? I "teorici" garanti delle istituzioni che si trincerano dietro i cavilli burocratici si squalificano da soli. Solo il M5S marca la differenza abissale con tutti gli altri partiti: sì alla presunzione di innocenza ma no a occupare una poltrona nelle Istituzioni con indagini di tale gravità sulle spalle." ", così il M5S Lombardia, commenta il caso Mantovani.

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