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Milano
Mahmood intervistato da Sala: "Tu sei profondamente milanese"
Beppe Sala intervista Mahmood al Rocket

Il sindaco di Milano Beppe Sala intervista il Festival di Sanremo Mahmood al Rocket: "Tu sei profondamente milanese". QUI e QUI alcuni VIDEO  della serata

"Tu sei profondamente milanese": lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a Mahmood, ieri sera durante un'intervista insolita al Rocket, dove il primo cittadino ha rivolto domande al cantautore vincitore dell'ultimo Festival di Sanremo. Alessandro Mahmoud, 27 anni, madre sarda e padre egiziano, dopo la vittoria ha dovuto fare i conti con qualche polemica riguardo alle sue origini, perche' non considerato interamente italiano. Polemiche alle quali lui da subito ha risposto semplicemente dicendo di essere nato in Italia, anzi proprio al Gratosoglio, nella periferia sud-ovest di Milano, e di sentirsi italiano, e milanese.

Sala: "Cerco di essere ancora giovane di mentalità"

"Una cosa che faro' - ha garantito Sala - e' far si' che la politica sia vicina ai giovani e dia loro spazio". Poi il primo cittadino ha spiegato quale pensa sia il suo ruolo rispetto alle nuove generazioni: "Cerco di essere ancora giovane di mentalita', senza fare il finto giovane perche' sarebbe controproducente, ma cerco di capire il vostro mondo", dice al rapper. "Devo pero' fare piu' tarda tutor: oggi sono protagonista e a breve anche questo finira', ma il mio scopo e' che crescano forze politiche giovani". Agli under35 il primo cittadino lancia quindi un invito: "Incalzate e distinguete tra chi fa la politica bene e chi non la fa". Sala, nell'aprire l'intervista si e' anche 'sbottonato' sui suoi gusti musicali: "A vent'anni il mio gruppo preferito erano i Doors, poi i Depeche Mode e ora Florence and the Machine"

Mahmood: "Ho scritto quasi tutte le mie canzoni sulla 79"

"Riconosco in Milano un potenziale altissimo d'ispirazione. Soprattutto sui mezzi, sulla 79 ho scritto quasi tutte le mie canzoni, ho cominciato a 18-19 anni". Racconta cosi' il suo rapporto con la citta' dove e' nato, ovvero Milano, Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood.

"Intolleranza? Mi interessa il diritto alla vita e degli esseri umani"

"L'aspetto politico, e parlo di quello che sta succedendo in questo periodo in Italia - ha detto Mahmood -, e' un argomento che mi sta molto a cuore, perche' tra tutte le critiche che mi sono sentito dire, mi sono sentito dare dell'immigrato. Ecco, io sto dalla parte del diritto alla vita in generale, perche' quando senti storie di una mamma che e' incinta e deve farsi un viaggio da sola e nessuno puo' aiutarla e degli italiani la soccorrono per partorire, io mi sento dalla parte di quegli italiani la'".

Intolleranza subita anche da lui, visto che dopo la sua vittoria, qualcuno ha criticato il fatto che la canzone, che aveva anche versi un arabo, non fosse davvero italiana. "Non bado tanto alla politica, ma mi interessa di piu' il diritto alla vita e degli essere umani. Spero che ci sia un'attenzione maggiore rispetto a questi temi", ha aggiunto il cantautore. Che parla anche della sua esperienza personale post vittoria: "Quando mi hanno fatto domande su origine e identita' sessuale ho visto gia' un problema nella domanda, perche' la nostra e' una generazione con la mentalita' aperta, le differenze che mi hanno chiesto vengono da persone grandi, perche' nel futuro invece la mente sara' aperta", ha concluso.  E a proposito di periferie e di temi sociali, Sala dal canto suo ha detto "ho strappato a Mahmood la promessa di fare qualcosa insieme al Gratosoglio".

"Ringrazio Atm per l'ispirazione. Gratosoglio? Non è peggiorata"

 Mahmood "ringrazia l'Atm per l'ispirazione", e sostiene di "non sentire una differenza cosi' grande tra periferia e citta'". "Per me Gratosoglio", ovvero il quartiere del sud ovest di Milano dove e' cresciuto, "e' stato un posto sempre sicuro, mi sentivo meno a mio agio quando andavo in centro con la gente e' la folla", narra ancora. Non bisogna dunque denigrare la periferia: "La vedo bene, non vedo Gratosoglio peggiorata negli anni". Ma in particolare e' proprio ai margini della citta' che ci sono i germi della creativita': "Mi sono sempre trovato a casa mia - dice - e soprattutto per quello che riguarda la musica nelle periferie conosco tanti ragazzi con grandi capacita' che danno tanto, credo che la periferia ispiri e che sia importante la perche' ci da tanto, quindi la ringrazio tanto".

"Mahmood: "Nelle scuole si insegni anche solfeggio"

"Mia mamma mi faceva ascoltare i cantautori italiani, Dalla, Battisti, De Gregori, e mio padre la musica araba. E anche se non mi piaceva molto, ora, vuoi o non vuoi, tornano quelle melodie. Io sono pro nuova musica italiana". Secondo il cantautore italiano di origini egiziane "oggi ci sono tanti giovani cantautori che hanno voglia di fare e hanno talento".

"Per i giovani che hanno l'ambizione, sarebbe bello se nelle scuole pubbliche ci fosse piu' corsi musicali". Il cantautore italiano di origini egiziane ha risposto così ad una sollecitazione del sindaco che gli chiedeva dei suggerimenti su come affrontare le politiche rivolte ai giovani. "Quando ci andavo io - racconta - c'era solo chitarra, ma non era strutturato bene: servirebbero corsi di solfeggio e se ci fossero le persone potrebbero appassionarsi a questo mestiere, perche' la musica lo e', un mestiere"

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