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Milano
Marco Cappato distribuisce cannabis davanti alla Regione: denunciato da Digos

Cannabis terapeutica, il radicale Marco Cappato ha distribuito otto grammi di sostanza davanti al Pirellone. Denunciato dalla Digos



Protesta di Marco Cappato davanti al Pirellone per denunciare "l'inerzia" del Consiglio regionale lombardo sull'uso terapeutico della cannabis.

"C'e' una proposta di legge di iniziativa popolare depositata da oltre un anno, ma il Consiglio regionale continua a non dare risposte", ha affermato il tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, che si e' presentato davanti a Palazzo Pirelli con circa 10 grammi di cannabis avuta da Davide Trentini, paziente in cura a Massa, prima della morte volontaria in Svizzera accompagnato da Mina Welby e li ha distribuiti poi a due giovani che ne fanno uso per motivi di salute. Le dosi sono state in seguito sequestrate dalla Digos e Cappato ha collaborato con le forze dell'ordine alla stesura del verbale.

"Queste sono dosi di cannabis della Regione Toscana che io detengo illegalmente - ha spiegato - e dico al presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo che e' vero che io sto violando la legge e me ne assumo la responsabilitá, ma loro stanno violando i diritti civili di 10 milioni di lombardi, se ne assumano ugualmente la responsabilità".

Lo stesso Cappato su facebook ha tracciato un bilancio della giornata: "Oggi è finita con 8 grammi di cannabis sequestrati dalla polizia per la mia disobbedienza civile contro l'illegalità istituzionale. Grazie a Stefano e Nicolò, che si sono presentati con la loro ricetta, e agli agenti che hanno fatto il loro dovere. Ora dovrebbero farlo anche il Consiglio regionale Lombardia (che da 13 mesi viola l'obbligo di discussione della nostra proposta sottoscritta da 6.000 cittadini) e il Parlamento nazionale, che sulla legalizzazione non decide.

CATTANEO: "DA CAPPATO ATTO GRAVE MORALMENTE" - L'atto di Marco Cappato e' grave e bene ha fatto la Digos a denunciare chi viola in maniera consapevole la legge". Cosi' il presidente del Consiglio regionale lombardo, Raffaele Cattaneo, ha commentato l'iniziativa del tesoriere dell'associazione Luca Coscioni che ha distribuito un piccolo quantitativo di cannabis davanti al Pirellone "Un atto grave anche dal punto di vista morale - ha continuato Cattaneo - perche' cedere a qualsiasi tipo di legalizzazione delle droghe significa ignorare le conseguenze drammatiche a cui puo' portare l'utilizzo di stupefacenti, come abbiamo visto da recenti fatti di cronaca. Gli stupefacenti sono un pericolo per chi li assume e per la societa' nel suo complesso, per questo serve un no deciso a qualsiasi tipo di legalizzazione".

LA CONTROREPLICA DI CAPPATO A CATTANEO: "PRESIDENTE MORALIZZATORE..." - "Il Presidente del Consiglio regionale gioca a fare il moralizzatore e si occupa attivamente delle violazioni di legge da parte mia. Tale interesse è del tutto inutile, essendomi io stesso esposto alle conseguenze dei miei atti con una azione di disobbedienza civile della quale la polizia era al corrente. Il Presidente Cattaneo dovrebbe invece più utilmente occuparsi delle violazioni di legge reiterate ed ancora in corso da parte sua e per sua propria responsabilità, visto che è Presidente di un Consiglio regionale che sta violando la legge in base alla quale sarebbe obbligato a trattare come primo punto all'ordine del giorno la proposta di iniziativa popolare sottoscritta da 6.000 cittadini. Nessuno pretende di convincere né il Presidente Moralizzatore Cattaneo né i Consiglieri regionali inerti della bontà della nostra proposta. Mi limito a constatare l'ignoranza che Cattaneo esibisce nel chiamare in causa casi di cronaca relativi a guida sotto effetto di stupefacenti (che naturalmente resterebbe proibita anche con qualsiasi normativa di legalizzazione) e nel sorvolare sulle differenze tra uso e abuso di droghe, tra gli effetti dell'una o dell'altra sostanza, tra uso ricreativo e uso medico. Esigiamo, invece, che chi rappresenta i cittadini ne rispetti i diritti civili a politici e si assuma la responsabilità di approvare o anche di bocciare una proposta che sono obbligati a votare".

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