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Milano
Maretta nell'odg di Milano: la minoranza contro il presidente. Che risponde
Alessandro Galimberti

Maretta tra i giornalisti di Milano: la minoranza contro il presidente 

Fa rumore la notizia della possibilità che il presidente dell'ordine dei giornalisti della Lombardia Alessandro Galimberti sia nella rosa dei candidati a sindaco di Milano per la coalizione di centrodestra. Contro questa ipotesi, raccontata oggi sul quotidiano Il Giorno da Massimiliano Mingoia, si schierano i consiglieri di minoranza Lucia Bocchi, Francesco Caroprese, Fabio Cavalera, Roberto Di Sanzo, Rossella Verga. Questo il loro comunicato. A seguire la risposta del presidente dell'Ordine.

Oggi il quotidiano Il Giorno ha pubblicato un articolo a firma di Massimiliano Mingoia in cui si riferisce che il presidente dell’Ordine dei giornalisti Alessandro Galimberti è nella rosa dei candidati a sindaco di Milano per la coalizione di centrodestra. Nel pezzo si dice più precisamente che la Lega gli “ha chiesto la disponibilità” e che Galimberti “è pronto a scendere in campo”. È evidente che l’Ordine dei giornalisti non può trasformarsi in un trampolino di lancio per nessuno dei suoi componenti. Sono mesi che negli ambienti politici cittadini rimbalza la voce dell’intenzione del presidente Galimberti di candidarsi a sindaco, ma di fronte a tali “voci” nessuno di noi consiglieri ha mai sollevato questioni in maniera formale. Oggi però è successo qualcosa di più che impone una presa di posizione. Il Giorno svela una trattativa politica in corso che coinvolge il nostro presidente dell’Ordine e lo dichiara“ pronto a scendere in campo”. A questo punto è necessario a nostro avviso che il presidente Galimberti faccia chiarezza affinché l’istituzione da lui guidata non venga trascinata nel teatro della politica, per lo più nell’imminenza delle scadenze elettorali, con grave danno anche di immagine. Se si tratta solo di voci devono essere subito smentite pubblicamente dal presidente, se invece la ricostruzione corrisponde al vero l’unica strada possibile è quella delle dimissioni. Non è accettabile che l’Ordine dei giornalisti, che lavora al servizio di tutti i colleghi, possa essere rappresentato nelle varie sedi da un presidente che sta giocando una personale partita elettorale per uno schieramento politico. E ’una questione di rispetto dei colleghi che ci hanno espresso, della deontologia professionale, del consiglio e della stessa istituzione che rappresentiamo. Chiediamo pertanto al presidente di fare chiarezza e di non coinvolgere un minuto di più l’Odg in questa ambiguità che non ci appartiene. E ’uno scenario che non ci fa onore e ci danneggia pesantemente rischiando di mettere in ombra il lavoro svolto da tutti noi con impegno, costanza, serietà e trasparenza.

LA RISPOSTA DI ALESSANDRO GALIMBERTI, PRESIDENTE DELL'ORDINE

Ieri mi ha chiamato il direttore del Giorno dicendo che il suo “politico” aveva questa notizia e mi chiedeva un commento. Gli ho risposto che non ne sapevo nulla, che rispetto a una settimana prima – identica chiamata – non era cambiato nulla e che certo non potevo diffidare il suo cronista dallo scrivere cose che sosteneva  aver verificato in un ambito che io non frequento (la politica).

Aggiungo che entrare in un novero puramente ipotetico di candidati a un ruolo di civil servant  (quale è quello di sindaco di Milano da almeno 25anni) non credo possa essere considerato un illecito e, tra persone non malevole,  neppure uno stigma.

Non un atto di amministrazione dell’ente – e men che meno alcuno dei numerosi articoli che scrivo per il Sole e neppure una delle mie decine di apparizioni su network tv nazionali – ha mai offuscato l’immagine e la sostanza di indipendenza, professionalità, onestà ed etica che trasfondo nelle attività che svolgo. Immagine che forse è stata apprezzata anche dallla società civile. 

Il resto sono chiacchiere, malevole appunto, e diktat sempre più maleducati nel tono

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