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Materie prime: il sempre più labile equilibrio per imprese e business

Materie prime: il sempre più labile equilibrio per imprese e business

Alla già nota e prolungata crisi che sta interessando le materie prime e che sta impattando fortemente sull’intera economia, si sono di recente inseriti ulteriori aspetti di criticità che acutizzano i già delicati equilibri presenti nel panorama mondiale.

Da un lato, l’energia elettrica e il gas naturale il cui costo sta subendo e subirà nei prossimi mesi consistenti rincari in tutta Europa, nonché i rallentamenti nella loro erogazione da parte dei Paesi principali fornitori; dall’altro la crisi delle scorse settimane legata alla catena di approvvigionamento del petrolio provocata dalla consistente carenza di autotrasportatori nel Regno Unito, frutto di una commistione tra le conseguenze dovute alla Brexit e le restrizioni adottate oltremanica per fronte alla pandemia.

Decisioni prese nella stanza dei bottoni e delicati e precari equilibri sovranazionali determinano nuove situazioni di tensione e impattano anche sulle aziende nazionali e locali, con ripercussioni notevoli sull’economia internazionale.

Lo scenario di forte instabilità che sta interessando l’Europa non può che preoccupare investitori e consumatori sia sul fronte delle forniture e che dei rincari di materie prime ed energia e, in generale, di tutti gli stakeholder coinvolti a vario titolo nella filiera della distribuzione e della logistica.

Considerando la prolungata situazione di crisi dovuta in primis alla carenza di materie prime a livello globale, non sorprende la paura del possibile innescarsi di dinamiche che alimentano e compromettono i già delicati equilibri politici ed economici che l’antico continente sta vivendo. A livello europeo, non possiamo certamente ignorare gli importanti cambiamenti che interesseranno gli scenari politici dopo le elezioni tedesche e in vista delle presidenziali francesi del prossimo aprile, ma anche le tensioni con il Cremlino e il possibile innescarsi di una vera e propria crisi energetica: tutte dinamiche che impatteranno inevitabilmente sul tessuto socio-economico transnazionale.

È in questo già precario contesto economico e di mercato che decisioni e inversioni di rotta prese dall’alto a livello governativo e sovranazionale hanno ripercussioni che impattano a cascata sulla vita di tutti noi, le cui conseguenze, come il battito d’ali di una farfalla, possono provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Ci sono tutti i presupposti per lo sviluppo di situazioni che caratterizzano un già complesso scenario geopolitico e socioeconomico e gli impatti sull’economia e sulle aziende che fanno business in Europa. Si parla sempre più assiduamente di scenari in evoluzione, contesti geopolitici e socio-economici fortemente determinati da quello che i governi decidono e dalle linee guida che intraprendono, senza tuttavia riflettere realmente su come questo possa ricadere e avere impatti sulle aziende, compromettendo spesso la loro possibilità di continuare ad erogare servizi e garantire la continuità del loro business.

Queste sempre più frequenti situazioni di incertezza impongono alle aziende di dover necessariamente ripensare i propri modelli organizzativi e operativi, per far fronte e contrastare gli impatti che avvenimenti, anche imprevisti e inattesi, comportano, senza ripercussioni sul core business e sui processi interni. Adottare modelli di gestione del rischio flessibili capaci di adattarsi ai repentini mutamenti può e deve essere la strada che le imprese, che operano e che ambiscono a sviluppare progetti anche oltre confine, devono intraprendere per riuscire a destreggiarsi in questi labili equilibri.

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