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Milano
Melazzini lascia il consiglio regionale: "Trattato come truffatore da M5S"

Mario Melazzini, consigliere regionale di Lombardia Popolare, ha annunciato oggi le sue dimissioni dall'assise lombarda, sulla scia della sua nomina a direttore generale dell'agenzia per il farmaco, ente del quale era già stato nominato presidente mesi addietro. E proprio attorno a questo si era scatenata la polemica dei consiglieri Cinque Stelle, che avevano accusato Melazzini di aver continuato a percepire le indennità da consigliere regionale nei tre mesi di riposo continuativo chiesti per ragioni di salute, sebbene nello stesso periodo era apparso più volte attivo in contesti pubblici per il suo nuovo incarico in Aifa. Ora, l'addio definitivo al consiglio. Il suo posto è preso da Vittorio Pesato.

“Un uomo che ha aggiunto tanto all'esperienza umana e politica del nostro Gruppo e della Regione, attraverso la sua indiscutibile esperienza professionale e la sua testimonianza umana. Per queste ragioni non possiamo evitare di stigmatizzare l'attacco, strumentale e vile, perpetrato a Melazzini dai consiglieri grillini”. Con queste parole il  capogruppo, Angelo Capelli, e il coordinatore regionale e milanese di Lombardia Popolare, Alessandro Colucci, sono intervenuti nel dibattito conseguente alle presentazione delle dimissioni di Melazzini.

“In questi anni in Regione - ricorda Colucci - Melazzini ha testimoniato a tutti noi come la passione e la dedizione possano superare ogni limite fisico e umano, tanto da far dimenticare una malattia così invalidante. Da assessore, consigliere e dirigente ha contribuito così a edificare l'eccellenza della nostra Lombardia, ponendo sempre al centro la persona e il bene comune e sapendo interpretare al meglio cosa significhi fare politica. Lascia a tutti noi un'eredità importante e onerosa che Lombardia Popolare intenderà portare avanti, grazie anche al contributo di Vittorio Pesato, politico di grande esperienza e provata passione”.

“In questo contesto l'attacco – stigmatizza Capelli – dei consiglieri grillini, arrivati a trattare Melazzini come un truffatore, rappresenta un grave imbarazzo per tutto il Consiglio Regionale. Un atteggiamento figlio di un modo di fare politica inumano in cui l'avversario politico diventa un nemico da annientare e umiliare, in un ideologico scontro tra una fantomatica "razza pura" di nuovi politici e una vecchi politica insana. Per nostra fortuna proprio l'operato dell'amico Melazzini ci testimonia che esiste un modo di far politica differente e più nobile. Capace di guardare alla persona come portatore di bisogni e di costruire iniziative politiche anche attraverso il costante confronto con gli avversari politici".

Queste le prime dichiarazioni da consigliere regionale di Pesato: "Nel 2013, mi sono candidato nel Popolo delle Libertà, ottenendo quasi 6000 preferenze nel collegio di Pavia. Un’aggregazione ampia che aveva saputo essere ‘forza di governo’ perché capace di far riconosce in sé quella maggioranza degli italiani che vogliono una nazione forte, solidale ma libera da condizionamenti stranieri, e una politica popolare capace di dare risposte credibili ai vecchi e nuovi bisogni. In questi quasi tre anni fuori dal Consiglio Regionale – sottolinea Pesato – ho visto l’enorme fatica della politica a cogliere davvero le esigenze dei cittadini, disgregarsi le forze che avevano governato da centro-destra e impoverirsi lo stesso dibattito politico in una babele quasi incomprensibile. Torno a disposizione dunque con due obbiettivi: un rinnovato impegno per il territorio, che deve essere il vero obiettivo di una politica al servizio della gente, e dare il mio umile ma determinato e serio contributo alla costruzione di un grande partito di centrodestra  che parli alla maggioranza degli italiani. Oltre che agli insoddisfatti di questo governo, ai delusi soprattutto dalle urla di piazza, ma anche dalla incoerenza della parte alla quale appartengo. Rilancio quindi uno slogan a me caro: abbiamo bisogno di Patrioti in politica – conclude Pesato –, con un progetto  chiaro, non autoreferenziale  e composto da persone che si mettono a disposizione per difendere e valorizzare i territori di provenienza, lontani da una visione spesso troppo individuale, marcatamente mediatica e quasi sempre lontana dai problemi veri”.

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