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Milano
Mi candido per un nuovo movimento: il partito dell'astensione collettiva

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Viviamo nel mondo delle contraddizioni perpetue. E io francamente mi sono stufato. Quindi ne faccio una rassegna super partes. La Regione dice che ci si avvia verso la zona rossa, poi la zona rossa arriva e la giunta fa ricorso al Tar. Nel frattempo però Salvini aveva detto che la zona rossa per la Lombardia era punitiva. Nel mentre lo stesso Salvini ha affermato che è da irresponsabili mandare a scuola i ragazzi, malgrado il Cts abbia detto che la scuola è sicura, mentre in Lombardia il Tar - al quale la Regione ha ricorso per andare in zona gialla e dunque riaprire le scuole - guarda un po' le scuole le ha davvero riaperte, con una sentenza della scorsa settimana. Lo stesso Cts che oggi dice che la scuola è sicura, peraltro, è quella che aveva raccomandato di chiudere tutto qualche mese fa, ammettendo poi che lo aveva raccomandato senza avere uno straccio di dato a supporto. Intanto a Roma, invece di muoversi a elaborare un piano organico per il rilancio (o meglio, per la resistenza), pensano bene di litigare in maggioranza. Il Movimento 5 Stelle, che aveva detto che non si sarebbe alleato con nessuno, è pronto a fare l'accordo anche con il mio pizzaiolo, che però ha rifiutato perché non si fida neppure lui, avendogli detto che poteva riaprire, e poi invece l'hanno richiuso e riaperto e richiuso. Zingaretti vorrebbe andare al voto, e però i suoi parlamentari no. La Lega ha detto che la via maestra è il voto, ma che è pronta ad andare al governo, come se le due cose fossero conciliabili.

E a Milano? A Milano Beppe Sala riesce a dire nello stesso tempo di aver governato bene ma di voler essere in discontinuità con se stesso, e la cosa incredibile è che nessuno - manco all'opposizione - glielo fa notare. Sicuramente molte cose le ha azzeccate, e la città non è né insicura né brutta come la dipingono (ma in difficoltà sì, eccome), ma se gli riesce questa di essere in continuità con se stesso essendo in discontinuità con se stesso, dovrebbe scrivere qualche manuale e tutti i giovani politici dovrebbero studiarlo. Sempre a Milano il centrodestra continua a non scegliere il proprio candidato, e andiamo avanti con le contraddizioni: Matteo Salvini dice che vuole vincere, poi propone un nome. E gli altri due che fanno? Tacciono. Mandano messaggi ma non è che fanno un bel tavolo e decidono una volta per tutte. No, assolutamente no, lasciano tutti in sospeso. Alla fine nessuno sa che cavolo fare, in primis chi pure vorrebbe candidarsi ma che un po' di paura ce l'ha: se gestiscono così una candidatura, figurarsi una campagna elettorale. Confusione pazzesca. Un po' come me la mattina, quando devo uscire di casa: non riesco mai a capire di che colore siamo. Poi però mi levo dall'imbarazzo: se non vado a lavorare non mangio, e quindi me ne fot to dei colori e della politica ed esco. Come fanno gli altri italiani, che alle prossime elezioni voteranno il mio partito: quello dell'astensione collettiva.

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