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Milano, Buffagni candidato sindaco: il M5S pensa di calare l'asso
Stefano Buffagni

Milano, Buffagni candidato sindaco: il M5S pensa di calare l'asso

Partiamo dal fondo, astraendoci per un attimo dal clima Covid: Stefano Buffagni candidato sindaco di Milano. Il rumors è questo, e non è smentito. Il portavoce del viceministro allo Sviluppo Economico, raggiunto da Affaritaliani.it Milano, non conferma e non smentisce. Eppure la vecchia teoria degli indizi e delle prove quasi sempre funziona.

Primo indizio: il "tavolo" di Luigi Di Maio. "Voglio favorire la nascita di una generazione di amministratori del M5s che sappiano governare anche in coalizione, e allora serve un tavolo nazionale con il Pd per ragionare sulle Comunali del 2021 - aveva detto l'ex capo politico pentastellato, per poi lanciare la mina - Per le Comunali del prossimo anno serve un ragionamento complessivo sulle città, partendo da Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna". Insomma, Beppe Sala non è un dogma. Anche se ha buoni rapporti con i pentastellati, anche se va a pranzo da Beppe Grillo. Di più: con la candidatura di Carlo Calenda a Roma di fatto si oppone il Pd a Virginia Raggi. E se salta la Raggi perché non dovrebbe essere contendibile il posto di Beppe Sala.

Secondo indizio: esserci per contare. L'attivista milanese ha bisogno di una candidatura forte del Movimento 5 Stelle. Qualcuno che sia riconosciuto in centro e in periferia. Buffagni è fortissimo sulla zona Nord, Niguarda e dintorni, e piace alla business community. Il suo rapporto con Cdp è consolidato, e così quello con Giuseppe Guzzetti. Insomma, quella di Buffagni è una candidatura forte che andrebbe a scompaginare le carte. L'idea che sta emergendo dalla base è che senza un portabandiera credibile il Movimento 5 Stelle si inabisserà verso il 3 per cento. Inaccettabile.Terzo indizio: Beppe Sala ha frenato sull'accordo con i pentastellati. "Se si dovesse votare domani a Milano, sarebbe più saggio che io e i 5 Stelle ci presentassimo separati. Anche se stimo e parlo con Beppe Grillo", ha detto il sindaco, che ovviamente ha in mente il 'niet' di Renzi e Calenda ad una alleanza se ci sono anche gli uomini di Di Maio. E anche il fatto che da solo pensa di riuscire a drenare i voti di quella parte politica, oggi in difficoltà. Un nome con Buffagni sarebbe perfetto per rimettere tutto in discussione.

Tre indizi fanno una prova? Forse sì. Rimane la mancata smentita di Buffagni, davvero significativa. Forse pensa di correre, e per Sala sarebbe un ostacolo in più.

fabio.massa@affaritaliani.it

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