Milano, con Sala finirà un ciclo. E a destra e sinistra si dovrebbe iniziare a parlare del futuro della città - Affaritaliani.it

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Milano, con Sala finirà un ciclo. E a destra e sinistra si dovrebbe iniziare a parlare del futuro della città

Dilemma a centrosinistra (comunque favorito): continuità o discontinuità? Intanto nel centrodestra va in scena il teatrino delle candidature azzoppate. E non si parla di idee per Milano. Il commento

di Fabio Massa

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Milano, con Sala finirà un ciclo. E a destra e sinistra si dovrebbe iniziare a parlare del futuro della città

Se non fosse la fine di un ciclo, come invece è, il centrosinistra non dovrebbe porsi né il problema del candidato (che è un grosso problema), né il problema del programma. Che è - quest'ultima cosa - un problema stratosferico sintetizzabile in una coppia di opposti: discontinuità o continuità rispetto all'attuale giunta, e dunque all'attuale sindaco. C'è da scommettere che di fronte a una campagna di discontinuità, per quanto è orgoglioso, Beppe Sala avrebbe da ridire non poco. Però, con una campagna di continuità, la sinistra-sinistra potrebbe pensare a una candidatura autonoma. 

Torniamo all'inizio. Se non fosse la fine di un ciclo il centrodestra non dovrebbe porsi nessun problema, perché avrebbe già perso, così come ha perso due volte contro Sala e una volta contro Pisapia. Non ha perso perché semplicemente i milanesi sono diventati tutti di sinistra, giacché non è stata effettuata nessuna deportazione di massa, ma perché la proposta del centrodestra è risultata meno convincente, per tre volte di fila, della proposta del centrosinistra. L'unica volta in cui davvero c'era da giocarsela, con Stefano Parisi, venne azzoppato all'ultimo miglio dai propri consiglieri già eletti. 

Adesso, due anni prima, si ripete il teatrino. Si fa decollare un nome (quello di Maurizio Lupi), poi la contraerea gioca a tirarlo giù (Forza Italia con Alessandro Sorte), in attesa che arrivi un salvatore (o una salvatrice) che dall'alto della sua capacità, inverta l'inerzia di uno scontro nel quale la forza uscente (il centrosinistra) è comunque favorita. Ma essendo la chiusura di un ciclo, e dovendo fare tutti quanti una campagna elettorale vera, si sottovaluta che è il modo in cui si vede la città del futuro, più che il nome, a determinare il voto. Una città che sale, o no? Una città con più metropolitane (che vanno pagate, però), o no? Una città dove si va avanti a costruire, o dove si va verso la conservazione dell'esistente? I partiti inizino a rispondere, please

 

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