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Milano, il video del rapper si trasforma in guerriglia contro la Polizia
Guerriglia a Milano durante le riprese del videoclip di un rapper

Milano, il video del rapper si trasforma in guerriglia contro la Polizia

 La Polizia è intervenuta sabato pomeriggio in via Micene dove verso le 17.30 circa 300 giovani tra i 16 e i 20 anni si erano radunati per le riprese di un video del giovane rapper Neima Ezza. Gli agenti sono intervenuti dopo una segnalazione. I giovani che per le riprese del video erano saliti cantando e ballando sulle auto in sosta, alla vista della polizia si sono dati alla fuga e, secondo quanto riferito dalla Questura, hanno poi lanciato bastoni e bottiglie verso i poliziotti. Le forze dell'ordine hanno lanciato un lacrimogeno e hanno poi ha mantenuto un presidio in zona fino al completo ripristino dell'ordine.

Non ci sono ancora denunce ufficiali per quanto accaduto, gli inquirenti stanno raccogliendo le prove e visionando i video rilanciati anche su Instagram, anche per capire se si sia trattato di un raduno spontaneo o di un evento organizzato, come appare più probabile da alcuni messaggi comparsi proprio su Instagram nei giorni precedenti a sabato.

Neima Ezza convocato in Questura e denunciato per assembramenti

La Polizia di Stato d'intesa con l'autorita' giudiziaria ordinaria e per i Minorenni di Milano ha denunciato il 19enne rapper milanese "Neima Ezza" in relazione all'assembramento di giovani, avvenuto sabato scorso nel quartiere San Siro, quando alle 17.30 funzionari e contingenti di ordine pubblico della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri sono intervenuti in via Micene, dopo aver ricevuto la segnalazione di un assembramento crescente di giovanissimi tra i 16 ed i 20 anni, che ballavano e cantavano in strada, salendo anche sul tetto delle auto in sosta, mentre venivano effettuate le riprese di un video musicale del rapper. Gli agenti della Digos e della Squadra Mobile hanno convocato il giovane rapper in Questura e gli hanno notificato una elezione di domicilio denunciandolo all'autorita' giudiziaria per essersi reso promotore, in luogo pubblico, di un raduno di centinaia di persone senza averne dato preventivamente avviso al questore, come previsto dall'articolo 18 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Proseguono le indagini per ricostruire la dinamica dell'aggressione nei confronti degli agenti impegnati nel servizio di ordine pubblico anche con l'ausilio di supporti video assicurati dalla Polizia scientifica al momento dei disordini.

Bolognini: episodio che rivela disagio giovanile

"Ho appreso - ha commentato Stefano Bolognini, Assessore allo Sviluppo Città Metropolitana, Giovani e Comunicazione di Regione Lombardia -  con sconcerto del pomeriggio di ordinaria follia andato in scena sabato nel quartiere di San Siro. I fatti, ormai, li conosciamo e, a scanso di equivoci, chiarisco subito che chi non rispetta le regole di distanziamento sociale imposte dalla pandemia in corso è un irresponsabile e, soprattutto, chi aggredisce le Forze dell’Ordine è un delinquente. Dopo questa doverosa premessa, credo, però, che una riflessione vada fatta. I 300 giovani in strada sabato non hanno solo sfidato i poliziotti in tenuta antisommossa, ma il loro manifestare ha anche, a mio parere, rivelato un disagio. Un disagio profondo, che deve far scattare un campanello d’allarme. Soprattutto in un periodo in cui tutti siamo in uno stato di isolamento obbligato, con le chiusure di scuole, università e luoghi di aggregazione che stanno facendo aumentare le lacerazioni sociali di cui i giovani sono le principali vittime. E’ un allarme che deve scattare in tutte le istituzioni. Soprattutto nell’amministrazione comunale, che è la prima deputata a implementare politiche sociali efficaci per coltivare le legittime prospettive di integrazione sociale, scolastica e lavorativa, anche per i giovani."

"Il “quartiere Aler di San Siro” - prosegue Bolognini - è una zona in cui gli edifici sono interamente di proprietà di Aler Milano e, di fatto, è priva di servizi o uffici comunali. Su un totale di circa 6.000 alloggi popolari in cui vivono circa 12.000 persone, non sono presenti biblioteche, centri culturali, centri di aggregazione o altre attività per i giovani. Non c’è un presidio della Polizia Locale, i servizi di prossimità sono pochi. Tra questi, una delle rare eccezioni è rappresentata dall’ambulatorio di quartiere, recentemente aperto su impulso di Aler Milano. Nel quartiere San Siro, la famosa città dei “quindici minuti” non sembra esserci. Ad oggi, mi rincresce constatare che il primo cittadino non abbia avuto parole per commentare i fatti di sabato pomeriggio, anche solo per condannare gli assembramenti e l’aggressione agli agenti. Evidentemente, il vuoto dell’amministrazione nel quartiere San Siro è rappresentato anche da questo silenzio."

"Prendiamo atto - conclude Bolognini - di questa situazione con una certa inquietudine. Però, fermi restando i rispettivi ruoli, Regione Lombardia è già disponibile a sedersi intorno ad un tavolo con il Sindaco Sala, gli assessori di riferimento e tutte le istituzioni interessate dal tema, per cercare di dare un contesto preciso alla questione giovanile e provare a tracciare un percorso di collaborazione, che possa portare a risultati tangibili. E’ un atto doveroso e dovuto per affrontare un tema che è di forte attualità a Milano e che richiede la massima attenzione delle istituzioni. Lo dobbiamo ai nostri giovani. Lo dobbiamo a loro e al futuro della nostra Milano."

 

Stefano Bolognini

Assessore allo Sviluppo Città Metropolitana,

Giovani e Comunicazione di Regione Lombardia

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