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Milano, la città del futuro: la rigenerazione urbana motore della ripartenza

Milano, la rigenerazione urbana come traino della ripartenza: il progetto Pirelli 39, assieme ad altri, ne è un esempio

Milano ha avuto, negli ultimi anni, una svolta urbanistica forte e decisa. Si pensi al Bosco Verticale, progetto invidiato in tutto il mondo o alla modernissima piazza Gae Aulenti. Nell’era della pandemia da Covid-19 la questione architettonica edilizia può assumere anche il valore simbolico di rinascita. I temi della sostenibilità, dell’impatto ambientale, delle città sempre più green, sono diventati il fulcro centrale di un mondo che non può che ripartire da questi principi.

Nell’ottica di una ripresa socio-economica si colloca anche la rigenerazione urbana, che, seguendo i canoni ambientali e sostenibili può assumere quel valore simbolico e culturale di Milano, di questo periodo, che da una parte ha accentuato alcune problematiche (ambientali e sociali) mentre dall’altra sta alimentando la formazione di un modello culturale di sviluppo più resiliente.

In quest’ottica si può collocare il progetto Pirelli 39, assegnato da COIMA SGR - società indipendente leader nella gestione patrimoniale di fondi di investimento immobiliare per conto di investitori istituzionali - a Diller Scofidio + Renfro (DS+R) e Stefano Boeri Architetti, al termine di un concorso internazionale al quale hanno partecipato 70 raggruppamenti con 359 Studi di architettura, landscape/urban design e ingegneria in rappresentanza di 15 Paesi. Si tratta del primo progetto di riqualificazione dell’agenda post Covid, allineato agli obiettivi di impatto ESG e alle linee guida di Next Generation EU, Pirelli 39 sarà il primo progetto italiano con certificazioni LEED Platinum, WELL Gold, WiredScore. Realizzato secondo i più elevati standard di sostenibilità e di impatto ambientale con investimenti di oltre 300 milioni di euro e l’impiego tra progettazione, realizzazione e indotto di 5.000 lavoratori. Il progetto improntato sul green si inserisce nel contesto di riqualificazione dell’area Gioia/Porta nuova e comporterà il modello di utilizzo misto di spazi pubblici-residenziale-terziario attraverso il recupero del Pirellino, l'edificio a torre degli anni 60’ sede, fino al 2015, degli uffici comunali, dell’edificio a ponte su Melchiorre Gioia che diventerà un ponte-serra e la realizzazione di una nuova torre botanica.

Il ponte diventerà uno spazio aperto per eventi, mostre ed appuntamenti culturali. Diventerà un laboratorio sull’impatto climatico e ambientale, e un’estensione della Biblioteca degli Alberi. Punto centrale sarà la green house, una vera e propria serra con svariate specie vegetali.

Progetto Pirelli 39, Riqualificazione urbana come simbolo di ripartenza. Le interviste di Affaritaliani.it alle voci della città di Milano

Affaritaliani.it ha ascoltato le opinioni di alcuni protagonisti della città di Milano, che operano in diversi settori, dalla moda alla cultura, per parlare di rigenerazione e riqualificazione urbana, partendo dal primo progetto di riqualificazione della città di Milano dell’agenda post Covid e cioé Pirelli 39.

Il progetto Pirelli 39 è un vero colpo d’ala e un punto nevralgico per Milano che deve diventare sempre più policentrica,  Tutto quello che infatti è stato fatto nella zona di Porta Nuova è un nuovo centro di Milano che verte su Piazza Gae Aulenti”. Così esordisce Francesco Micheli, imprenditore, uomo della finanza milanese nonché membro del Consiglio di Amministrazione del Teatro La Scala. E continua: “Trovo estremamente interessante il progetto nella visione di una città che in questo momento è molto sottotraccia per tutto ciò che riguarda il Covid, ma che, quando riparte, certamente avrà tutte le caratteristiche per riprendere il passo che aveva negli ultimi anni. Io lo considero veramente un colpo d’ala che anticipa in via prospettica questo sviluppo accorciando le distanze. È un aspetto veramente iconico, tenendo conto che lì sotto passa il naviglio, facciamo finta che si possa aggiungere anche una riapertura di un pezzetto del naviglio, vuol dire passato più futuro. A tutto ciò va aggiunto il coinvolgimento di Boeri che ne fa il monumento alla biodiversità con la torre botanica: case con alberi che ospitano persone e uccelli. È un mondo che cambia, e cambia velocemente. Questo progetto diventa un simbolo di rinascita culturale nel mondo post Covid.”

A proposito dii verde e città sempre più green, Andrée Ruth Shammah, regista teatrale Direttrice teatro F.Parenti di Milano, rincara la dose:  “Una città è tante cose, rappresenta tante cose, è evoluzione. Nel caso di Milano, già dal primo lockdown, si è cominciato a parlare di una città green, di una città volta al progresso. Il progetto Pirelli 39 è infatti la novità che renderà Milano, nel suo essere ricca e variegata, una città rispettosa finalmente anche dell’ambiente portando un valore aggiunto nella direzione del green e della sostenibilità”.

“Guarda, invece all’impatto economico del progetto P39 e più in generale di quelle aree che grazie alla legge regionale potranno usufruire di un bonus volumetrico in quanto edifici abbandonati o dismessi” – afferma Federico Oriana, Presidente nazionale Aspesi (Associazione Nazionale tra le società di promozione e sviluppo immobiliare): “L’idea è quella della rigenerazione urbana, fondamentale e centrale per il recupero urbanistico di Milano da un punto di vista economico, ambientale e sostenibile. L’obiettivo è recuperare le aree abbandonate, i “buchi neri” che abbiamo sul territorio, più di 180 nel comune di Milano. Prima di preoccuparci del futuro è necessario infatti pensare interventi di rigenerazione urbana immediata. Il progetto Pirelli 39 è uno di questi. Solo così si può ottenere un effettivo miglioramento della qualità della vita, dell’estetica urbana e dell’economia in un’ottica ecologica ed ambientale. Il Pirelli 39 mostra infatti la centralità e l’importanza della rigenerazione urbana nella valorizzazione del territorio e degli immobili a servizio dell’integrazione pubblica come mostra il “Ponte Serra”, la cui realizzazione  sarà possibile grazie all’incentivo del progetto, parco e luogo di incontro dei cittadini. Il Pirelli 39 diviene quindi il simbolo culturale di una rinascita edilizia e immobiliare post Covid, un modello resiliente. Diventa il simbolo della rinascita di Milano proprio perché è emblema dell’incontro straordinario tra pubblico e privato in ottica ecologica e ambientale”.

Sulla stessa linea di riflessione Vincenzo Albanese, Vicepresidente Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza e Presidente FIMAA MiLoMb: “Se guardiamo a quello che è successo a Milano negli ultimi 15 anni, i due progetti che hanno fatto cambiare passo alla cittò, riportandola ad essere competitiva in Europa sono stati i due progetti di Porta Nuova e di City Life. Ritengo che anche un progetto così iconico come quello che si resalizzerà in Pirelli 39 possa essere un punto di ripartenza per la città.

Milano negli ultimi due anni è riuscita a fare dei grandi passi avanti ma bisogna continuare a fare altrettanto nei prossimi anni. Bisogna portare un mercato che oggi non c’è, che è il mercato della locazione. L’obiettivo della prossima amministrazione dovrà essere questo, per fare quello che serve al paese e alla città di Milano”.

Il progetto P39 non è il primo intervento a Milano che mette al centro una visione “green”, come ricorda l’imprenditore Arturo Artom: “Da Milanese attento alla condizione della città devo dire che  P39 mi sembra  buon progetto, non posso che darne una valutazione positiva. Sono contento che, nonostante il Covid, tutti gli investimenti siano stati confermati e che si possa assistere alla realizzazione di questo nuovo progetto, un’ulteriore evoluzione della visione del Bosco Verticale di Stefano Boeri, un orgoglio, un’idea di verde non solo orizzontale ma anche verticale che da Milano è andata in giro per il mondo. Milano ha vissuto questa grandissima rinascita in Europa, spero che continui e che si presenti sempre di più un place to be, legata ai valori dell’economia circolare e della sostenibilità su cui ha già fatto molto e probabilmente potrà fare ancora di più. Questa sarà la chiave, chi riuscirà a dare la migliore idea su questa visione di sviluppo sostenibile potrà vincere le elezioni.”

Entusiasta del progetto anche  Carlo Capasa, Presidente Camera Nazionale della Moda Italiana: “L’architetto Boeri ha già fatto, negli anni passati, un gran lavoro nella città di Milano dimostrando di riuscire a dare un contributo fondamentale verso la sostenibilità. Concetto molto sensibile che mi porta a giudicare il progetto Pirelli 39 corretto e azzeccato. Veicola infatti il messaggio fondamentale di una città che diventa sempre più “green” all’insegna della sostenibilità. Un messaggio che avrà delle ricadute sul sistema nella sua totalità compreso quello della moda. L’emergenza Covid ha impattato profondamente su di noi come sull’intero sistema. Ma la reazione di Milano è stata all’insegna della resilienza. Milano è infatti la città all’avanguardia d’Italia, il traino di valori quali l’efficienza e la perseveranza. Milano ha fatto bene in questi anni, lo fa con il progetto Pirelli 39, e spero continui a farlo anche in futuro”.

Tra i sostenitori del nuovo “Pirellino” il Presidente del Municipio 9, Giuseppe Lardieri: L’aspetto urbanistico che più mi aspetto dalla Milano del futuro è l’ecosostenibilità. Spero che la città raggiunga un’armonia con tutto ciò che la circonda e che riesca a ridisegnarsi un nuovo volto che mostri le trasformazioni che sta affrontando. In questo senso il progetto Pirelli 39 è qualcosa di bello, di fantastico. Personalmente credo molto nel “green” e nell’ambiente, sono le qualità che rendono alcuni luoghi unici. Milano è una città straordinaria e culturalmente ricca, e fortunatamente adesso si è cominciata a sviluppare una cultura architettonica senza consumo di suolo: un’idea molto bella e innovativa. Perché se c’è un progetto migliorativo, bisogna cercare di realizzarlo con il consenso dei cittadini. Così Coima favorisce la rigenerazione del Pirellino seguendo questo sviluppo armonico, facendo da collante. Mi aspetto che nel futuro questo sviluppo armonico continui perché Milano ha ormai assunto un’identità internazionale, e se vogliamo che continui così dobbiamo portare Milano a quel livello anche da un punto di vista architettonico. Siamo in grado di farlo, abbiamo architetti e capacità di  innovazione, dobbiamo provare senza aver paura di sbagliare, mettendoci la faccia e l’impegno.  Milano deve essere all’altezza del nome che vuole portare.

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