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Milano e la schizofrenia. L'esperto: "Preoccupa l'età di esordio del disturbo"

6 casi ogni mille abitanti. Non si può parlare certo di emergenza ma i numeri riguardanti i casi di schizofrenia a Milano sono preoccupanti. La città, con i suoi ritmi, frenetici, e l'approccio competitivo, lascia spazio ai disagi di natura mentale. E la schizofrenia è uno dei più gravi. Affaritaliani.it Milano, nelle ore in cui si celebra la giornata mondiale sulla salute mentale,  ne ha parlato con Francesco Bartoli, ricercatore in psichiatria all’università degli studi di Milano Bicocca e psichiatra all’ospedale Bassini, ASST Nord Milano. Se ne parlerà il 17 ottobre, dalle 8.30 alle 13.00, al Milano Auditorium U12 - Guido Martinotti, in via Vizzola 5, in un incontro in cui, oltre a Bartoli, interverranno Giovanna Iannantuoni, Magnifica Rettrice, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Pietro Invernizzi, Direttore Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Lamberto Bertolè, Assessore al Welfare e Salute, Comune di Milano, Paola Sacchi, Direzione Generale Welfare, UO Salute Mentale, Regione Lombardia.

Come possiamo definire la schizofrenia Quali possono essere la cause?

La schizofrenia è un disturbo mentale grave, cronico e ricorrente, caratterizzato da alterazioni del pensiero e della percezione, che si manifestano con sintomi dispercettivi (principalmenteallucinazioni uditive) e idee deliranti di tipo paranoideo. Le cause del disturbo hannoun’origine multifattoriale e includono sia fattori innati, ovvero predisposizione genetica evulnerabilità neurobiologica, sia fattori acquisiti, come, per esempio, la presenza di trauminell’infanzia o il consumo di cannabis ad alta potenza (ad elevato contenuto di THC), soprattutto se durante l’adolescenza. Anche vivere in contesti ad alto grado di urbanizzazioneè considerato un potenziale fattore di rischio per disturbi dello spettro schizofrenico.

Quali sono i numeri su Milano?  L'identikit del malato medio milanese?

I dati epidemiologici ci indicano che vi sono circa 6 casi di schizofrenia ogni 1.000 abitanti, con una prevalenza del disturbo superiore nei soggetti di sesso maschile. L’elemento più preoccupante relativo a metropoli, come Milano, riguarda l’età d’esordio che risulta essere sempre più precoce, con soggetti al primo episodio di malattia già all’età di 14-15 anni. Questo ha ovviamente un notevole impatto non solo sui servizi di salute mentale, ma anche sulle famiglie dei soggetti che soffrono di tale disturbo.

Come mai così alti in città? Pesa l'influenza dei ritmi di vita?

Milano è una città competitiva, frenetica ed esigente, e, come tutte le grandi città, può rendere più evidenti diseguaglianze sociali ed economiche che – come dimostrato da numerosi studiepidemiologici – hanno un effetto negativo sul decorso del disturbo. I soggetti affetti daschizofrenia sono spesso esclusi dalla vita sociale, isolati e privati di opportunità, reti erapporti.

Quali sono gli approcci terapeutici?

Il trattamento è multimodale e richiede sia approcci basati sull’intervento psicofarmacologico (abbiamo oggi a disposizione numerosi farmaci efficaci, sicuri e con un minor grado di effetticollaterali rispetto a quelli che si utilizzavano 20 o 30 anni fa) che interventi psicosocialimirati, come la terapia cognitivo-comportamentale, che hanno dimostrato di poternemigliorare in modo significativo il decorso clinico.

Quanto ha influito la pandemia?

La pandemia ha influito in modo significativo sulla schizofrenia sotto vari punti di vista. In primo luogo, ha determinato un incremento dell’isolamento sociale, che è probabile possaavere favorito la slatentizzazione di sintomi psicotici in soggetti vulnerabili, specialmente trai più giovani. A questo si è accompagnato, specialmente nelle fasi iniziali della pandemia, l’inevitabile maggiore difficoltà di accesso ai servizi di salute mentale, con possibileallungamento del tempo intercorso tra insorgenza del disturbo e inizio del trattamento, che èun fattore può incidere in modo negativo sul decorso successivo della malattia. Vi è poi unaltro elemento messo in luce molto chiaramente dai dati internazionali relativi alla pandemia:i soggetti affetti da schizofrenia e, più in generale, quelli affetti da disturbi mentali gravi, sono stati i più colpiti dal COVID-19, con tassi di mortalità significativamente superioririspetto a quelli relativi alla popolazione generale.

Quali le carenze istituzionali e del SSN nella cura della schizofrenia?

Il sistema pubblico di cura, pur tra molteplici difficoltà, funziona, ma deve sempre esserevolto al miglioramento. Una delle priorità, almeno in Lombardia, dovrebbe essere il rafforzamento dei servizi di neuropsichiatria infantile, spesso carenti e privi di personale, con evidenti ripercussioni sul trattamento dei minori che spesso si ritrovano a essereincongruamente curati in strutture sanitarie dedicate all’adulto. Un maggiore consolidamentodei servizi di salute mentale sarebbe inoltre necessario, con l’istituzione di programmi trattamentali complessi e integrati, che non coinvolgano esclusivamente medici psichiatri, maanche altre figure professionali, come psicologi, educatori e tecnici della riabilitazione psichiatrica.

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