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Milano, lettera aperta a Sala: "Parità di genere in Commissione Paesaggio"

Milano, lettera aperta a Sala: "Parità di genere in Commissione Paesaggio"

Su iniziativa del Comitato Colibrì, promotore della campagna “Sai che puoi?”, insieme ad altre realtà come RebelArchitette, Action Aid Italia, Sex & The City Milano, cinque associazioni studentesche della città e RENA, è partita questa mattina una lettera aperta al Sindaco Sala, già sottoscritta da più di centocinquanta personalità del mondo dell’università, dell’urbanistica, dell’architettura e dell’attivismo milanese e non.

Nella lettera si ricorda al Comune che la nomina della Commissione Paesaggio, avvenuta il 26 dicembre scorso con una composizione di dieci uomini e una sola donna, è in violazione dello Statuto Comunale - che all’art. 5 stabilisce espressamente che “negli organi collegiali non elettivi deve essere garantito l’equilibrio di genere” - e anche contraria alla Costituzione, che disegna la nostra democrazia come paritaria tra uomini e donne. Il principio di parità di genere va dunque considerato come un principio generale dell’ordinamento cui tutti gli atti delle amministrazioni dello Stato devono uniformarsi. Nonostante il bando emesso per la presentazione delle candidature - rivolto agli Ordini Professionali - prevedesse un criterio di genere per le candidature da parte del singolo ente, sorprendentemente nessuna regola analoga a garanzia della parità di genere è stata invece prevista rispetto alla fase decisoria di costituzione della Commissione. A fronte di ventidue candidature di uomini e quindici di donne, quindi, il Comune ha deciso di nominare dieci uomini e una sola donna.

Le tre richieste al sindaco di Milano

Nella lettera aperta vengono formulate tre richieste specifiche al Sindaco e al Comune: 1) modificare la composizione dell’attuale Commissione Paesaggio garantendo la parità di genere, come impone lo Statuto Comunale e coerentemente ai principi costituzionali; 2) introdurre una norma che impedisca il ripetersi di quanto accaduto e che preveda espressamente la parità di genere in organi come la Commissione Paesaggio, prendendo come modello, per esempio, la legge “Golfo-Mosca” che prevede il 40% minimo del genere sottorappresentato; 3) una volta assicurata la parità di genere, avviare una revisione complessiva del funzionamento della Commissione per mettere al centro dei criteri di valutazione la competenza e l’indipendenza, e anche per promuovere l’effettiva possibilità di assumere l’impegno di esserne componente da parte di persone con differenti background socio-economici ad esempio tramite l’introduzione di un'indennità.

I promotori: "Parità di genere fondamentale"

“La parità di genere nella Commissione Paesaggio è fondamentale per rispettare un principio democratico, un obbligo giuridico e una necessità: la diversità di sguardi nel valutare le trasformazioni del paesaggio urbano, infatti, è essenziale per prendere scelte efficaci che riducano le disuguaglianze e superino i divari di genere”, dichiarano Ana Victoria Arruabarrena e Tommaso Goisis della campagna Sai che puoi?. “Uomini e donne vivono lo spazio in modo differente e hanno bisogni differenti, per questo - oltre alle necessarie competenze - entrambi i generi devono essere adeguatamente rappresentati all’interno della Commissione Paesaggio. Questo potrebbe essere un primo passo verso l’introduzione dell’approccio europeo noto come gender mainstreaming, che si pone l’obiettivo del raggiungimento dell’uguaglianza di opportunità tra donne e uomini in ogni ambito della società e che prevede l’integrazione di una prospettiva di genere nell’attività di realizzazione delle politiche. Il gender mainstreaming nelle politiche urbane ha già cambiato il volto di importanti città europee come Vienna, Barcellona e Berlino. Abbiamo fiducia che le nostre richieste vengano accolte e che il Comune - senza aspettare un ricorso - decida di fare un atto di autotutela modificando la Commissione appena nominata e garantendo la parità di genere. Le soluzioni sul come farlo possono essere molteplici: per esempio scorrere la graduatoria, oppure pensare a un nuovo bando, con una call aperta in cui incoraggiare le molte professioniste presenti in città a partecipare, sapendo che ora avranno maggiori possibilità di far parte della Commissione”. “Non è più ammissibile l’esclusione delle professioniste dai ruoli istituzionali o di riferimento culturale” dichiara Francesca Perani, presidente di RebelArchitette.

"Le donne hanno il diritto di sentirsi rappresentate"

“Le professioniste in Italia sono tantissime, - continua Perani - da anni, infatti, il numero delle donne iscritte agli ordini professionali, così come le studentesse iscritte alle facoltà, superano da anni il numero degli uomini, e hanno il diritto di sentirsi rappresentate e di potersi identificare in questi ruoli. Crediamo che non sia più possibile rimandare l’attuazione di politiche di parità e democrazia, sollecitate sia a livello nazionale che europeo”.

 

Tra le prime 150 personalità - in continuo aggiornamento - che hanno sottoscritto la lettera aperta figurano professionisti e professioniste del mondo dell'architettura, urbanistica, accademia, politica e dell’impegno civico.

Per esempio docenti di urbanistica, politiche urbane e paesaggio del Politecnico di Milano quali Massimo Bricocoli, Gabriele Pasqui, Matteo G. Bolocan, Antonella Bruzzese, Antonio Longo, Arturo Lanzani, Laura Montedoro, Matteo Poli, Elena Granata, Grazia Concilio; docenti di progettazione degli interni e design come Gennaro Postiglione e Anna Barbara, Luca Molinari, critico e curatore milanese, docente a Napoli. Professionisti dell’architettura e del paesaggio quali Alessandro Melis, curatore del Padiglione Italia della Biennale di Venezia 2021 e la paesaggista Susanna Magistretti. E ancora nomi quali Chiara Bisconti, esperta di parità di genere e già assessora alla qualità della vita nella Giunta Pisapia, Marialuisa Palumbo, storica dell'architettura, PhD alla Cornell university, Carmen Leccardi, sociologa, Davide Agazzi, presidente di Action Aid Italia, la professoressa di diritto pubblico Monica Bonini, esperte della comunicazione quale Alice Siracusano, CEO di Luz e la fotografa Paola Mattioli. A titolo personale hanno firmato anche una consigliera (Marilisa Santi) e un consigliere (Alberto Bortolotti) dell’Ordine degli Architetti di Milano.

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