Milano, dopo il Pd anche FI corteggia l'ex Terzo Polo. Pastorella (Azione): "Sono liberali? Lo dimostrino..." - Affaritaliani.it

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Milano, dopo il Pd anche FI corteggia l'ex Terzo Polo. Pastorella (Azione): "Sono liberali? Lo dimostrino..."

La consigliera comunale di Azione Giulia Pastorella commenta le mosse dei riformisti del Pd e le apertura di Forza Italia: "Un interesse che non ci sorprende. Coalizione o terza via? Valuteremo in base a candidati e metodi". L'intervista

di Nicolo Rubeis

Milano, dopo il Pd anche FI corteggia l'ex Terzo Polo. Pastorella (Azione): "Sono liberali? Lo dimostrino..."

Iniziano a entrare nel vivo le manovre per le comunali di Milano. Entrambe le coalizioni non vogliono rinunciare ai voti dell'ormai ex Terzo Polo, che in città può valere anche la doppia cifra: "Come riformisti crediamo di poter essere determinanti" spiega la deputata e consigliera comunale di Azione Giulia Pastorella che domenica ha anche partecipato ai congressi municipali di Forza Italia: "Si definiscono liberali, ce lo dimostrino" aggiunge Pastorella, sottolineando che comunque il primo interlocutore rimane il centrosinistra e la maggioranza a Palazzo Marino di cui fa parte anche Azione: "Ma spero che Elly Schlein ascolti i suoi sul territorio e non imponga logiche nazionali".
 
Pastorella, destra e sinistra sembrano entrambe interessate ai voti riformisti…
 
Per noi non è una sorpresa, rispetto al 4% dei Riformisti per Sala con cui sono stata eletta a Palazzo Marino, ci siamo molto evoluti e ci siamo consolidati - 16% alle politiche e 13% alle Europee considerando le due liste di area. Valuteremo in base al candidato e al metodo di scelta se dare appoggio a una coalizione o se tentare con coraggio una terza via.
 
Carlo Calenda ha parlato della possibilità che abbiate un vostro candidato.
 
Riuscire a spingere un candidato indipendente dai due schieramenti sarebbe interessante per ovvi motivi programmatici ed identitari. Pensiamo, per esempio, a quanto abbiamo fatto alle scorse comunali di Roma con la candidatura dello stesso Calenda. Ma si può fare solo in condizioni molto specifiche e al momento è presto per fare questi ragionamenti.
 
Intanto anche i riformisti del Pd si stanno organizzando con un circolo in città. Che ne pensa?
 
Sono molto contenta che i riformisti del Pd stiano alzando la testa, che non si pieghino alla logica della maggioranza all'interno del partito e che dimostrino che, almeno su Milano, tenteranno di dare una forma al dibattito. Sono dinamiche interne al Pd che restiamo a guardare. Dove possiamo essere protagonisti, e abbiamo provato a spiegarlo in questi mesi con il segretario cittadino Francesco Ascioti, vogliamo poter dire: sediamoci al tavolo e discutiamo non tanto su Pierfrancesco Majorino sì o no, ma sul tipo di candidato che vogliamo e anche sul metodo.  
 
Le primarie possono essere uno strumento?
 
Per noi non sono un'opzione percorribile. Perché rappresentano una conta interna al Pd. Se c’è la volontà di fare un ragionamento di coalizione bisogna restare su logiche di coalizione basate su scelte condivise e non su rapporti di potere.
 
Anche nel centrodestra si rendono conto dell'importanza dei voti riformisti, soprattutto in Forza Italia.
 
Facendo parte di una coalizione sbilanciata fortemente a destra, probabilmente Forza Italia cerca una sponda per diventare più centrale e spostare gli equilibri delle proprie alleanze. Sicuramente c’è l’interesse ad avere un nostro contributo per raggiungere i voti necessari a vincere la città proponendo un modello che orienti la coalizione anche a livello nazionale. Anche se non siamo interessati ad essere usati come grimaldello per risolvere questioni di altri, allo stesso tempo, sappiamo che il capitale politico che abbiamo costruito in questi anni può essere determinante per individuare il prossimo sindaco di Milano e promuovere la visione che pensiamo sia la più corretta per il futuro della città. Infatti, così come abbiamo molte idee in comune con tutti i partiti che sostengono il sindaco Sala e, in particolare col PD, riguardo a sostenibilità, spazi pubblici e inclusività, condividiamo anche molte delle critiche sollevate dall'opposizione, come le problematiche legate alla sicurezza.
 
Quindi la vostra non è una chiusura totale al centrodestra.
 
Facciamo a Milano quello che facciamo dappertutto, cercando di restare sul merito e sulla visione dei singoli candidati, senza cercare lo schieramento vincente ma quello più vicino alla nostra proposta, consapevoli che è molto più difficile farlo alle amministrative per via della legge elettorale.
 
Il vostro candidato tipo ha l'identikit del sindaco Sala?
 
Sì, crediamo che la città possa essere orientata su questo tipo di profilo che è stato vincente in tante elezioni. Milano, è vero, è cambiata, ma non so se i milanesi siano pronti a votare un uomo o una donna fortemente connotati a livello partitico. Si cerca anche di interpretare lo spirito della città quando si pensa a un candidato: l'aspetto manageriale è fondamentale perché Milano è una grandissima realtà con complessità notevoli e serve una figura che sappia gestirle senza partito preso. Il candidato non deve però essere solo un ‘tecnico’ ma deve anche avere una visione chiara di città, e io penso che quella di Sala sia stata molto chiara.
 
Intanto c'è un corteggiamento da parte di Forza Italia nei suoi confronti. Come lo vive?
 
Innanzitutto, credo che sia anche un riconoscimento per il mio risultato al congresso di Azione, dove ho dimostrato di avere, grazie a chi mi ha aiutato nella campagna, una forte base di consenso al Nord e in particolare a Milano e provincia, dove ho preso più voti di Calenda. Questo mi rende un'interlocutrice credibile. Tuttavia, anche se a tutti piace essere corteggiati temo di dover deludere i pretendenti: non ho fatto sei mesi di campagna congressuale durissima per poi farmi sedurre così facilmente.
 
E quindi?

 
Forza Italia è saldamente ancorata alla coalizione di centrodestra, rinnegherei quanto fatto finora. Altra cosa è instaurare un dialogo. Loro si dichiarano liberali. Lo dimostrino…

 


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