Milano
Milano, la presentazione di “Anche se proibito. La folle impresa di Igor V. Savitsky”
Il libro di Giulio Ravizza (Bookabook editore) verrà presentato il 7 maggio presso il Teatro Franco Parenti. Savitsky salvò 80mila opere delle avanguardie in Urss

Milano, la presentazione di “Anche se proibito. La folle impresa di Igor V. Savitsky
Mercoledì 7 maggio alle 18:30 si terrà, presso il Teatro Franco Parenti in via Pier Lombardo 14 a Milano, la presentazione del libro di Giulio Ravizza “Anche se proibito. La folle impresa di Igor V. Savitsky”, Bookabook casa editrice. L’autore Giulio Ravizza dialogherà con la giornalista Micol Sarfatti e le letture saranno curate dall’attrice Valeria Perdonò.
La storia narra di come Savitsky riuscì a salvare dalla censura nell'Unione Sovietica di Breznev oltre 80.000 capolavori del cubismo, dell’astrattismo e del futurismo russo nascondendoli in un museo alla fine del mondo nel deserto del Karakalpakstan. L’ossessione che tormenta il protagonista è quella di “creare un museo di avanguardie per sfidare il sistema di potere anche culturale rappresentato da Breznev. Inizia così un viaggio alla ricerca di arte proibita che lo spinge sempre più lontano dalla realtà, là dove il confine con il sogno diventa impalpabile.”. Raccconta il comunicato: “Un romanzo intenso sulla ricerca di un amore impossibile, sull’ossessione per l’arte e sull’illusione di poter fermare il tempo, ispirato alla storia vera di Igor Vitalievich Savitsky”.
Il libro porta per la prima volta nel panorama editoriale la storia del Museo di Nukus, capitale della Repubblica desertica del Karakalpakstan. “La narrazione vede come snodo permanente l’avventura di Igor Vitalyevich Savitsky che, dal 1966 al 1984, convinse le vedove dei pittori repressi da Stalin a cedergli i quadri dei mariti. In diciotto anni Savitsky costituì una delle più grandi collezioni al mondo di avanguardie, con capolavori cubisti, futuristi, suprematisti e costruttivisti degli anni ‘20 e ’30.”
Ravizza ipotizza un trauma alla base delle motivazioni che hanno spinto Savitsky a rischiare la vita: “Savitsky infatti a quattro anni, nel 1919, vide un gruppo di rivoluzionari bolscevichi incendiare la maestosa dacia dei genitori, raffinati collezionisti di avanguardie. Ne sarebbe derivato un disturbo ossessivo-compulsivo che lo portò a salvare opere d’arte come tentativo disperato di spegnere l’incendio della sua casa d’infanzia.”
La storia di Igor V. Savitsky
“Nato nell’aristocrazia zarista a Kiev alle soglie della Rivoluzione d’Ottobre, Savitsky affronta la fine dell’impero di Nicola II e l’affermarsi del comunismo. Costretto a dimenticare i lussi del passato, cresce in clandestinità coltivando segretamente il proprio amore per l’arte. Cubismo, astrattismo, futurismo e suprematismo costituivano l’humus che animava gli atelier dell’Arbat, crocevia dei pittori moscoviti. Tutto questo fino al 1934, quando fu stabilito che ogni opera avrebbe dovuto aderire allo stile del Realismo Socialista: una pittura-réclame di leader radiosi, inaugurazioni di fabbriche e working class heroes.”
“Alcuni pittori fuggirono all’estero, altri si piegarono agli ordini della propaganda e altri ancora continuarono a dipingere liberamente. Su questi ultimi si abbatté la furia di Stalin e, più tardi, l’ossessione di Savitsky fu di salvare i loro lavori. Lo ha fatto muovendosi tra le pieghe della burocrazia sovietica, accettando di rischiare continuamente la vita, e nascondendo i capolavori là dove il KGB non avrebbe cercato: nel cuore del deserto della Repubblica Autonoma del Karakalpakstan.”
Museo di Nukus, il "Louvre del deserto"
La comunità artistica russa, insieme a quella scientifico-artistica internazionale, riconosce a Savitsky il merito di aver salvato opere che altrimenti sarebbero andate perdute. Oggi, grazie alla sua dedizione, la collezione del Museo di Nukus è considerata la seconda più importante al mondo nel suo genere, tanto da essere soprannominata con pieno merito il "Louvre del deserto".
Il romanzo di Giulio Ravizza è un’opera intensa che ruota attorno alla ricerca di un ricongiungimento impossibile, a un’ossessione che diventa prigione e all’illusione di poter trattenere il tempo. È una storia in cui gli eventi più incredibili sono reali, mentre quelli ordinari sono frutto dell’immaginazione. Un libro che mostra come, anche nei periodi più oscuri, ci siano uomini capaci di riconoscere e preservare la bellezza.