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Provenzano: "Milano attrae ma non restituisce nulla all'Italia"

Provenzano: "Milano attrae ma non restituisce nulla all'Italia"

Intorno a Milano "si e' scavato un fossato" a causa del quale "la centralita'" della citta' "la sua importanza, la sua modernita', la sua capacita' di essere protagonista delle relazioni e delle interconnessioni internazionali non restituisce quasi niente all'Italia". E' la riflessione sul ruolo di Milano del ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano, espressa oggi nel corso di un dibattito con il governatore ligure, Giovanni Toti, e quello lombardo, Attilio Fontana, organizzato dall'Huffington Post, sul tema "il Meridione visto da Nord". "Tutti decantiamo Milano, ma non e' la prima volta nella storia d'Italia che Milano e' un riferimento nazionale. A differenza di un tempo, pero', oggi questa citta' attrae, ma non restituisce quasi piu' nulla di quello che attrae" ha aggiunto, rafforzando il concetto. "Questa e' la sfida che dovremo provare a cogliere. Questo continua a fare la differenza tra destra e sinistra per un Paese che vuole diventare piu' moderno e vicino se riduce le distanze territoriali", ha concluso.

"Milano ha tutte le carte in regola per svolgere questo suo ruolo di capitale, ma solo se avra' la capacita' di diffondere le opportunita' che si vivono al suo interno anche al resto del territorio, in primo luogo al resto della Regione, ma io penso anche al resto del Paese", ha approfondito poi il ministro per il sud. "Noi abbiamo bisogno di ridurre le distanze territoriali, che nel nostro Paese non sono piu' soltanto tra nord e sud, ma riguardano anche il centro nord, tra i centri e le periferie, le citta', le aree rurali, le campagne deindustrializzate, le aree interne. Abbiamo bisogno che le citta' siano un po' piu' connesse al resto del paese, in modo che lo sviluppo si possa diffondere nel modo piu' equilibrato possibile" ha concluso.

Non sono tardate le reazioni alla frase poco lusinghiera nei confronti del capoluogo lombardo, prima tra tutte quella dell'onorevole Paolo Grimoldi, deputato della Lega e segretario della Lega Lombarda, che ha definito Provenzano un personaggio-macchietta: "Ma perchè questo Governo si umilia e continua a fare figuracce mandando in giro personaggi improbabili, e impreparati, come il ministro Provenzano, che oggi viene a Milano a dire, testualmente, che Milano ‘attrae, ma non restituisce quasi piu' nulla di quello che attrae’.A parte il fatto che la città metropolitana di Milano avrebbe un residuo fiscale di 11 miliardi l’anno, se proprio vogliamo parlare di restituzioni… Ma come si fa a dire simili idiozie nella città che da diversi anni sta crescendo maggiormente in attrazione turistica e ospiterà le prossime Olimpiadi Invernali? Il ministro Provenzano si rende conto che così fa una pessima pubblicità a Milano? Spiace che il sindaco Sala per ragioni di coalizioni non gli risponda per le rime. Un consiglio al professor Conte: non mandi più personaggi-macchietta come questo Provenzano a Milano, eviti figuracce di questo genere… Ma poi il ministro per il Sud oggi non dovrebbe preoccuparsi dell’ex Ilva al posto che sparare idiozie su Milano?"

In merito il sindaco Beppe Sala ha dichiarato che Milano "restituisce nella misura in cui ci viene chiesto e nella misura in cui veniamo messi in condizione di farlo. Per esempio le ex municipalizzate milanesi sono un esempio di buona gestione. Vogliamo trovare una formula per cui allargano il loro raggio di azione anche altrove? Parliamone". "Non credo che abbiamo nessun istinto egoistico - ha precisato Sala - ad oggi e' vero che Milano sta un po' fagocitando tutta la crescita che il nostro Paese potrebbe meritare ma se mi chiedete da sindaco di Milano e' giusto? Dico di no", tuttavia "mettendosi nei panni delle imprese straniere, qui si sentono rassicurate perche' sanno che il sistema funziona". 

Provenzano, nessun attacco, mio ragionamento piu' ampio

"Nessun attacco a Milano, nessuna polemica con Beppe Sala. Solo una frase ripresa da un ragionamento sull'allargamento dei divari territoriali che riguarda tutto l'Occidente". A scriverlo sul suo profilo Facebook e' il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano. "Tra le grandi citta', come e' Milano, e il resto dei territori, le periferie urbane e rurali, si scavano come dei fossati sempre piu' profondi. I processi di cambiamento e modernizzazione che vi si concentrano con fatica si diffondono oltre i confini delle grandi citta'", ha aggiunto il ministro. Per Provenzano si tratta di "una dinamica molto accentuata in Italia, che tuttavia resta un Paese popolato di piccoli centri, di province, di campagne deindustrializzate e aree interne. Solo che i 'luoghi che non contano' poi si vendicano, e' la cronaca di questi anni da Trump alla Brexit fino all'ascesa dei nazionalismi in tutta Europa. Milano e' un punto di riferimento nazionale, un faro. Ma anche altre volte nella storia d'Italia lo e' stata. Solo che oggi i giovani talenti che vi sono attratti difficilmente restituiscono al Paese l'esperienza professionale e civile che maturano in citta'". Il ministro si chiede "quanti giovani del Sud che vanno a Milano in cerca di migliori condizioni di vita diventano classe dirigente del Paese? Ho ricordato il caso di Raffaele Mattioli, figlio di un commerciante abruzzese che va a Milano e diventa non solo un grande banchiere ma uno degli uomini piu' importanti della cultura italiana. Un uomo dell'economia e della vocazione politica al piu' alto livello, e anche per questo autorevole all'estero, che incarnava il superamento della contrapposizione tra Nord e Sud in cui invece ci stiamo avvitando da quasi trent'anni. Oggi tutto questo e' lontanissimo dall'accadere. E' responsabilita' di Milano? No, di certo. Ma e' un tema che dovrebbe interrogare anche i milanesi, specialmente democratici e di sinistra, giustamente orgogliosi della propria citta'". Il ministro spiega come fosse questo il senso del ragionamento fatto oggi in Fondazione Feltrinelli a Milano. E "Sala era in sala, sono sicuro che ne ha colto il senso e lo spirito. E infatti alla fine dell'intervento abbiamo discusso di come valorizzare sul piano nazionale le buone pratiche sociali, le innovazioni e le interdipendenze tra Nord e Sud, contro la retorica delle leghe". 

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