Milano, Scalpelli: "Qui si vince ancora al centro. Fi si muove bene. Resta? Fuoriclasse" - Affaritaliani.it

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Milano, Scalpelli: "Qui si vince ancora al centro. Fi si muove bene. Resta? Fuoriclasse"

Sergio Scalpelli, giornalista e assessore con Albertini: "Fa bene Forza Italia a proporre uno schema diverso per il centrodestra. Al quale serve un 'Albertini due la vendetta'. Italia Viva? Si giocano le loro carte con il centrosinistra". L'intervista

di Nicolo Rubeis

Milano, Scalpelli: "Qui si vince ancora al centro. Fi si muove bene. Resta? Fuoriclasse"

"A Milano si vince ancora al centro. Fa bene Forza Italia a proporre uno schema diverso per il centrodestra". Parola di Sergio Scalpelli, giornalista e già assessore della giunta di Albertini, favorevole all'apertura degli azzurri ai Riformisti e ad Azione: "Ma conterà molto l'identikit del candidato sindaco" sottolinea Scalpelli, che benedice la figura dell'ex rettore del Politecnico Ferruccio Resta: "Un fuoriclasse, sarebbe una scelta superlativa". Da ex coordinatore di Italia Viva a Milano, Scalpelli commenta anche lo stop dei renziani all'offerta di Forza Italia: "In due anni può succedere di tutto, ma la mia sensazione è che al momento Italia Viva stia giocando tutte le sue carte nel centrosinistra". L'intervista di Affaritaliani.it Milano

Scalpelli, a Milano un laboratorio per far nascere un centrodestra diverso?

La cosa che va registrata in questo momento è la significativa ripresa di iniziativa politica e di presenza di Forza Italia a Milano, un fatto nuovo che sta avvenendo con molta energia. Lo schema che ha in mente il loro coordinatore Alessandro Sorte punta a far tornare gli azzurri una formazione maggioritaria del centrodestra, almeno in una città come Milano dove Forza Italia ha saputo incarnare, soprattutto nei suoi primi anni di vita, quel 'moderatismo' dei ceti medi. L'esperienza di governo per esempio di Albertini è stata molto importante per loro e per tutto il centrodestra. 

Non a caso gli azzurri guardano proprio a un candidato alla Albertini. 

Ed è quello che ci vuole, un 'Albertini due la vendetta'. Forza Italia si sta giustamente ponendo la domanda di come conquistare quell'elettorato dell'ormai ex Terzo polo che alle scorse europee, sommando i voti di Italia Viva-Più Europa e di Azione, ha raggiunto il 13%. Io sono convinto che le elezioni a Milano si vincano ancora conquistando quei mondi delle professioni, delle imprese, degli studenti e del volontariato attento alle nuove povertà e ai temi sociali che esprimono una richiesta di modernizzazione e di qualità globale della città. Se la strategia di Forza Italia dovesse funzionare, si potrebbero scompigliare le carte, non tanto per quanto riguarda le alleanze ma per le caratteristiche della competizione elettorale. Perché costringerebbe tutti a ricercare candidati in grado di sfondare nell'elettorato di mezzo. 

Forza Italia insiste su un candidato civico. La strada giusta?

Hanno ragione. Milano ha bisogno di un esponente della società civile che abbia passione e soprattutto le idee chiare su come la città deve arrivare al 2040. Serve un candidato svincolato dalle pressioni dei partiti. 

Un nome potrebbe essere quello di Ferruccio Resta?

Sarebbe semplicemente una scelta superlativa, perché parliamo di un fuoriclasse. Io penso che le personalità della società civile che vogliono impegnarsi politicamente, un pochino si debbano anche mettere in gioco. La politica implica anche una certa propensione al rischio, perché poi si viene giudicati dai cittadini. 

Giusta quindi l'apertura del centrodestra ad Azione?

Guardo con interesse al tentativo di aprire ad Azione e anche ai liberal democratici di Luigi Marattin. La partita cruciale si svolgerà su chi vorrà in qualche modo difendere, proteggere e innovare il modello Milano e chi invece lo considera una cosa da archiviare. Io spero che Forza Italia e la parte più avveduta del centrodestra non si facciano prendere dal piacere della polemica demolitoria, ma che vedano una continuità con le stagioni di Moratti e Albertini ma anche con quelle di Pisapia e Sala. Perché sulle scelte di fondo che hanno fatto grande Milano c'è una continuità che va difesa. 

Italia Viva, invece, ha fatto sapere di non essere interessata e di voler restare nel centrosinistra. 

Credo sia una posizione un po' rigida ma penso anche che questa sia la posizione di Italia Viva. Alle elezioni milanesi manca troppo tempo, in due anni può succedere qualsiasi cosa. Ma la mia sensazione è che, se si votasse domenica, loro starebbero comunque saldamente nel centrosinistra. 

 








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