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Milano
Monza, la Lega chiude le trattative. "C'è la quadra anche su Lodi"
Dario Allevi

di Fabio Massa

A Monza la trattativa è praticamente chiusa. Almeno stando alle notizie provenienti da casa Lega Nord. Secondo Paolo Grimoldi, segretario nazionale lombardo, "per quanto mi riguarda è praticamente chiusa su Monza e su Lodi", spiega ad Affaritaliani.it. "Aspetto l'ok definitivo da parte di Forza Italia. Tempistiche? Dipende da Forza Italia l'ufficializzazione". Insomma, l'ok c'è. Grimoldi non dice di più e non si sbilancia. "Parliamo di candidati di coalizione". E quindi, svelando le carte, si può tranquillamente dire che Dario Allevi è a un centimetro dall'obiettivo di essere il candidato di tutto il centrodestra e su Lodi, invece, la partita potrebbe risolversi, pur con mal di pancia azzurri che Gelmini e soprattutto Pedrazzini stanno cercando di gestire, per l'architetto di 39 anni, ex segretario cittadino della Lega, Sara Casanova. Una candidatura che i vertici leghisti si sbilanciano a definire "giovane e competente". Ma nulla è ancora scritto, e le due città "si tengono", nel senso che quando l'una si sblocca, si ufficializza l'altra.

Per tornare a Monza, questa situazione sta riducendo la portata possibile dell'operazione centrista ideata da Pierfranco Maffè con l'aiuto di Stefano Carugo, ex consigliere regionale, e storico esponente ciellino della città. Carugo e Maffè, che in città sono molto stimati, non hanno mai nascosto di voler costruire una alternativa al nome di Dario Allevi, che pure ha ricevuto la benedizione di Silvio Berlusconi. Ovviamente, in questo scenario, con la Lega Nord che ormai converge ufficialmente su Allevi, tramonta la candidatura di Marcello Sala, l'ex vicepresidente di Fondazione Cariplo, oggi numero uno della banca dei tabaccai, che probabilmente si avvierà ad avere un incarico di prima grandezza o nel mondo delle partecipate o con un seggio a Roma.

Chi però gioisce, di tutta la situazione, è Roberto Scanagatti. Il sindaco uscente di marca Pd, non renziano ma nella cui città il sì al referendum ha prevalso, dialogante con le anime di destra e di sinistra del partito, incassa il conforto dei dati di un sondaggio commissionato (pare) da Forza Italia e condotto da Alessandra Ghisleri. E' in netto vantaggio, e potrebbe farcela già al primo turno. Ma se così non fosse (comunque è una sfida difficile), Scanagatti avrebbe 5,4 punti di vantaggio su una candidatura Allevi con centrodestra unito, e 10,4 punti su una candidatura Maffé con centrodestra unito. I dati, parzialmente riportati da Nuovabrianza.it, hanno scatenato ovviamente un putiferio, rimettendo in movimento i giochi. Ora però si va verso la fine. Con le parole ad Affari di Paolo Grimoldi: "Le trattative per noi sono chiuse, ora sta a Forza Italia". Appunto.

@FabioAMassa
fabio.massa@affaritaliani.it

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