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Moratti: "Sanità in Lombardia? Troppo ospedalocentrica. Va aggiornata"
Regione Lombardia: Letizia Moratti

Moratti: "Sanità in Lombardia? Troppo ospedalocentrica. Va aggiornata"

"Aggiornare la legge regionale sulla sanità", questo obiettivo della vicepresidente della Regione Lombardia e assessore al Welfare, Letizia Moratti, indicato in un'intervista a Libero. "È vero che la sanità in Lombardia è troppo ospedalocentrica. Vanno rafforzati i medici del territorio e la cura a domicilio, anche sfruttando le possibilità che i nuovi mezzi tecnologici ci aprono. La medicina lombarda è un'eccellenza scientifica, dobbiamo solo avvicinarla di più ai pazienti". Nel corso dell'emergenza coronavirus, continua, "la Lombardia è stata bersaglio di un'aggressione ingenerosa. Il numero dei decessi è stato esibito da media e politica come una colpa senza che ci si desse pena di spiegare che qui ci sono il doppio degli abitanti del Lazio, la seconda regione più popolosa d'Italia, e quanto a densità demografica e a dimensione economica e sociale siamo paragonabili ad aree metropolitane come New York o a Paesi come il Belgio. Ecco allora che ci si accorge che i numeri lombardi della pandemia non sono un'eccezione".

Moratti: Lombardia pronta ad acquistare vaccini con ok di Aifa e Governo

"Siamo pronti in Lombardia ad acquistare i vaccini con il benestare di Aifa e del governo. Auspico che l'esecutivo Draghi possa procedere rapidamente ad acquistare le dosi necessarie ad accelerare il piano vaccinale da subito", afferma Letizia Moratti nell'ntervistata da Libero. Le colpe dei ritardi sul fronte dei vaccini sono "un po' di tutti e di nessuno. Certe scelte all'origine dei ritardi sono giustificate da motivi oggettivi, ma non possiamo consolarci con le scuse. Adesso bisogna lavorare per risolvere i problemi in fretta. La Commissione Europea non è stata celere come la situazione avrebbe imposto". Per Moratti "vanno accelerati i tempi, anche quelli della scienza. Molti vaccini sono in fase di sperimentazione avanzata, bisogna correre, l'effetto della profilassi ha una durata limitata, rischiamo di non riuscire a ottenere l'immunità di genere prima di riuscire a finire il giro delle iniezioni. Nel rispetto dei protocolli, l'Ema, l'Agenzia Europea del Farmaco, deve darci una mano. E anche l'Aifa, la sua corrispondente italiana, deve tener conto del problema di sanità pubblica che impone l'accelerazione delle autorizzazioni". Ad esempio consentendo le somministrazioni del prodotto Astrazeneca fino ai 65 anni. Il piano vaccini del commissario Domenico Arcuri "nella pratica è difficilmente realizzabile. Mancano le dosi di Pfizer e Moderna per vaccinare tutti". Il piano vaccinale della Lombardia, aggiunge Moratti, "non è stato bocciato ma rimesso alla valutazione del Comitato Tecnico Scientifico. Noi lo abbiamo proposto come possibile modello ingegnerizzato da poter applicare anche ad altre realtà e il viceministro Sileri ne ha riconosciuto il valore". 

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