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Milano
Morti in corsia, l'ex viceprimario: "Pentito? Non ho mai ucciso"

Morti in corsia, l'ex viceprimario: "Pentito? Non ho mai ucciso"

"Si dice che non mi sono mai pentito, ma come posso esserlo, se non ho contezza di aver ucciso?". Sono le parole di Leonardo Cazzaniga, l'ex vice primario del pronto soccorso di Saronno (Varese) condannato in primo grado all'ergastolo e a 3 anni di isolamento diurno per omicidio volontario plurimo, per avere dato farmaci letali a 12 pazienti.

L'uomo si e' rivolto cosi' alla corte d'Assise d'Appello di Milano, presidente Giovanna Ichino, chiamata da oggi a valutare la sua posizione in secondo grado. Secondo l'inchiesta di Busto Arsizio, chiamata 'Angeli e Demoni', il medico aveva messo a punto un 'protocollo', ridenominato col suo cognome, per porre fine alla vita di pazienti che lui riteneva senza speranza. L'indagine porto' all'arresto anche dell'amante, l'ex infermiera Laura Taroni, di recente condannata in Appello a 30 anni (lei procedette con il rito abbreviato in primo grado). L'ex primario continua a sostenere che il suo intento era di "lenire le sofferenze" e il dolore dei malati. Una perizia psichiatrica in primo grado ha stabilito che era capace di intendere e di volere. Il processo d'Appello, iniziato oggi, vede nel pomeriggio il turno delle richieste della Procura generale, in corso da parte della pg Nunzia Ciaravolo.

La pg: "Condannare Cazzaniga anche per il 13esimo presunto omicidio"

 La pg di Milano, Nunzia Ciaravolo, ha chiesto di riaprire il dibattimento per un 13esimo presunto omicidio commesso da Leonardo Cazzaniga, l'ex viceprimario del pronto soccorso di Saronno, che si definiva 'angelo della morte' ed e' stato condannato in primo grado all'ergastolo con isolamento diurno per 3 anni, per aver dato farmaci letali a 12 pazienti. Secondo l'accusa va riesaminato il caso della morte di Domenico Brasca, la presunta 13esima vittima per cui il medico non era stato condannato in primo grado (era stato invece assolto per altri due casi, ma la procura su questi non aveva fatto ricorso). Questo pomeriggio, davanti alla Corte d'Assise d'Appello presieduta dalla giudice Giovanna Ichino, la pg ha chiesto di ascoltare il medico e il radiologo che avevano in cura l'anziano, morto in ospedale proprio perche' sottoposto al cosiddetto 'protocollo Cazzaniga', ovvero la modalita' elaborata dall'ex dottore per uccidere i pazienti che secondo lui non avevano speranza. Per tutti gli altri omicidi, invece, l'accusa non puo' che chiedere la stessa pena, che e' quella massima prevista dall'ordinamento. Il processo di secondo grado andra' avanti ancora per altre udienze il 4, 9 e 11 marzo.

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