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Milano
Muore il cantore di Milano: addio a Nanni Svampa

Se ne è andato a 79 anni uno degli interpreti della milanesità. Forse il più iconico, quello che in modo più semplice rendeva la Milano che era e che non è più. Nanni Svampa, milanese di nascita, è morto a Varese sabato sera. Come scrive Mario Luzzatto Fegiz sul Corriere: "Iniziava i concerti dicendo: «Sono il chitarrista più incapace di tutta la Val Padana. E pertanto mi faccio accompagnare». Svampa era un personaggio colto e nello stesso tempo solare, di rara simpatia, cantore di una Milano autoironica portata avanti da altri geni come Walter Valdi, Jannacci, Cochi e Renato". .

Il suo primo complesso, durante il periodo universitario, fu il gruppo dei Soliti Idioti, fondato nel 1959. Nel 1960 Svampa scopre Georges Brassens. Nel 1961, arruolato nel servizio di leva, ne approfitta per iniziare a tradurre Brassens, dal francese al dialetto milanese. I Gufi vengono fondati tre anni dopo, con il jazzista Lino Patruno. Da wikipedia.org: "Il primo album dei Gufi ha il marchio di fabbrica di Svampa: s'intitola infatti Milano canta (assumerà il numero 1 in seguito all'uscita di altri due album con lo stesso titolo). Nato e vissuto nei quartieri popolari di Milano, caratterizzati dai cortili, dalle case di ringhiera e da quell'intensa umanità che aveva fatto sì che si parlasse di Milan cont el coeur in man, Svampa aveva subìto il fascino della cultura popolare fino al punto da effettuare una scrupolosa ricerca filologica ed archivistica al fine di conservare e tramandare il patrimonio plurisecolare della canzone meneghina. L'alchimia funziona bene: Nanni Svampa, detto il cantastorie, è il cantore della Milano dialettale che va scomparendo. Lino Patruno, il cantamusico, un jazzista di vaglia, tuttora attivo sui principali palcoscenici. Gianni Magni, l'unico prematuramente scomparso nel 1992, è detto il cantamimo: di famiglia circense, è un mimo capace di posture grottesche e di cantare con voce quasi bianca. Roberto Brivio, appassionato d'operetta è l'autore dei testi più originali del gruppo, che gli valgono il soprannome di cantamacabro. A questo si aggiunga che l'ambiente culturale milanese del tempo è vivo e stimolante: negli stessi anni si muovono su quella scena altri artisti che affondano nella cultura popolare la loro stessa ragion d'essere: Dario Fo ed Enzo Jannacci, presto affiancati da Giorgio Gaber, tanto per citare i più famosi. Il loro luogo d'elezione è il Derby, luogo di ritrovo dei maggiori comici e artisti del capoluogo lombardo. Con l'andar del tempo e l'accrescersi della sua fama, il quartetto inizia a girare prima la Lombardia, poi l'Italia, portando una ventata di comicità surreale ed anticonvenzionale in un'Italia che, tacitati i morsi della fame, cominciava ad interrogarsi su sé stessa, prestando orecchio agli stimoli provenienti dall'estero. In Francia ci sono Brassens, Brel, Vian, oltremanica è partita la swingin' London e, di là dall'oceano ci sono Bob Dylan e gli altri figli della contestazione studentesca".

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