Milano
Nahum (Azione): "Il campo largo non vede le ragioni di Israele. Ma a Milano restiamo nel centrosinistra"
Venerdì la manifestazione "Due popoli, due Stati" di Azione e IV, il giorno dopo quella esclusivamente pro-Gaza del campo largo. Nahum: "Abbiamo provato a interloquire, hanno lasciato fuori l'antisemitismo". L'intervista

Nahum (Azione): "Il campo largo non vede le ragioni di Israele. Ma a Milano restiamo nel centrosinistra"
"Non si può organizzare una piattaforma e lasciare fuori il tema dell'antisemitismo". Daniele Nahum, consigliere comunale di Azione a Milano, è tra i promotori dell'iniziativa che il partito di Carlo Calenda terrà insieme ad Italia Viva il prossimo venerdì al Teatro Parenti di Milano, per chiedere il cessate il fuoco a Gaza ma anche per sensibilizzare su un antisemitismo "dilagante". Il giorno dopo a Roma si riunirà invece il campo largo: "A livello nazionale, avevamo provato a interloquire con loro, ma Pd, Avs e il M5s non vogliono ideologicamente vedere le ragioni di Israele", spiega Nahum che riconosce, su questi argomenti, una certa convergenza con il centrodestra, soprattutto con Forza Italia: "Ma a Milano - dice in relazione al dibattito sulle prossime comunali - siamo nel centrosinistra e aspettiamo che il Pd ci proponga una candidatura. Se sarà troppo massimalista faremo i nostri ragionamenti". L'intervista di Affaritaliani.it Milano.
Nahum, come si è arrivati a una doppia iniziativa?
Azione e Italia Viva hanno provato a dialogare con la piattaforma del campo largo, cercando di inserire una condanna all'antisemitismo dilagante, una più marcata condanna ad Hamas e la richiesta, arrivata anche da Sinistra per Israele, di indossare delle coccarde gialle per gli ostaggi. L'idea era di fare una manifestazione più equilibrata rispetto agli intendimenti degli organizzatori.
E invece?
Alla fine il campo largo non ha accettato queste proposte. Come al solito, noto che le ragioni di Israele vengono dimenticate. Nessuno mette in dubbio che ci debba essere subito il cessate il fuoco. Ma loro si dimenticano del 7 ottobre e del pogrom di Hamas contro gli israeliani, con il tentativo di cancellare gli ebrei dalla faccia della terra. E ci si sta dimenticando che in queste ore il cessate il fuoco è stato rifiutato da Hamas, che espone la popolazione civile come scudi umani. Ideologicamente, non vogliono vedere le ragioni di Israele.
Intanto, però, anche tra gli israeliani aumentano le voci di dissenso nei confronti dell'operato del governo Netanyahu.
Io sono il primo che non vede l'ora che cambi il governo di Israele. Penso che sia sbagliatissima l'idea di Netanyahu - che non ha una strategia - di occupare la striscia. Ma contesto, per esempio, l'uso del termine 'genocidio'. A Gaza credo che ci sia una grave situazione umanitaria partita dal 7 ottobre. Bisognerebbe puntare al piano arabo, ricostruendo Gaza e cercando di avviare un processo di pace con Israele. Ma la parola 'genocidio' sta portando a un antisemitismo pericoloso. Noi vogliamo il cessate il fuoco e vogliamo arrivare alla soluzione 'due popoli due Stati'. Ma la questione palestinese non si può risolvere se Hamas non viene espulsa dalla striscia e come attore politico.
Qualche esponente del Pd sarà alla vostra iniziativa, altri saranno a Roma. Come giudica il loro posizionamento?
La posizione ufficiale mi pare che sia quella di Elly Schlein e della mozione che hanno presentato alla Camera. Dopodiché, vedo grandi imbarazzi nell'area riformista che sul tema ha una posizione più complessa rispetto all'attuale segreteria e all'indirizzo che ha preso il Pd. Ci sono tanti esponenti come Lia Quartapelle e Giorgio Gori che saranno presenti e che riescono a vedere la situazione in modo più complesso. L'area massimalista che governa il Pd questa complessità non la vede.
Puglia ed Emilia-Romagna, insieme alle città di Bari e Bologna, hanno interrotto i rapporti istituzionali con Israele. E c'è chi dice che anche il Comune di Milano e la Regione Lombardia dovrebbero farlo. Che ne pensa?
Penso che sia gravissimo. Chi dice che bisogna interrompere i rapporti con Israele non lo ha mai voluto fare con la Cina, dove ci sono campi di concentramento dove sono rinchiusi gli uiguri, o con l'Iran, che è un Paese che destabilizza il Medioriente, ha il record di esecuzioni capitali, è un disastro sui diritti umani e vende armi ai tagliagole di Hezbollah e Hamas. Si vogliono interrompere le relazioni con un Paese come Israele che ha un pessimo governo ma è una democrazia. E tutto ciò, non aiuta tutti quegli ebrei che manifestano la loro contrarietà nei confronti dell'operato di Israele.
Palazzo Marino si illuminerà con la scritta 'All eyes on Gaza'.
In una città dove arrivano poche delibere di giunta, ci occupiamo più di politica estera che di quella milanese. La mozione per illuminare Palazzo Marino non l'abbiamo votata proprio perché non tiene conto della complessità. Noi abbiamo depositato un documento dove tocchiamo tutti i punti, dalle responsabilità di Israele a quelle di Hamas. Non analizzare la situazione in tutta la sua completezza è soltanto un modo per far contento un pezzo di elettorato.
Le vostre posizioni su Gaza, più simili a quelle di pezzi di centrodestra, possono essere un altro tassello di avvicinamento in vista delle prossime comunali?
Su questi temi, sarei disonesto a non riconoscerlo, c'è una maggiore convergenza con il centrodestra, specie con Forza Italia. La maggioranza a Palazzo Marino ha una visione più terzomondista. Ma da qui a dire che c'è un avvicinamento...direi di no. Noi facciamo parte della coalizione che sostiene il sindaco Sala. Siamo lo spirito riformista e lo abbiamo dimostrato sul salva Milano e sulla questione stadio. Se con Forza Italia possiamo avere un dialogo importante, è più complicato farlo con la Lega. Ad ogni modo, non è scolpito nella pietra che andremo col centrosinistra. Dal Pd ci aspettiamo una candidatura riformista.
Se così non fosse?
Se ci dovesse essere un profilo troppo massimalista da una parte, e dall'altra un professionista serio della società civile, qualche ragionamento verrà fatto. Ma a Milano siamo nel centrosinistra e aspettiamo che il Pd presenti una proposta. Ad ogni modo, non escludiamo neanche una nostra candidatura. Abbiamo un programma. Decideremo in base a quello e ai profili che ci saranno in campo.