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Milano
Navigli affollati, è polemica. Con 500 contagi al giorno sarà nuovo lockdown
Fase due: Navigli di Milano affollati (fotogramma dal video di Daniele Alberti per Repubblica)

Navigli affollati, è polemica sui social

Stanno facendo il giro del web le immagini che mostrano i Navigli di Milano nuovamente affollati come ai tempi che precedettero l'emergenza Coronavirus. Foto e video circolati sui social che mostrano moltissime persone tornate a frequentare i locali che si sono organizzati per servire cocktail e bevande da asporto. Attività consentita dal 4 maggio, ma che porta alla conseguenza - forse sottovalutata - della formazione di assembramenti di gruppi di clienti che consumano il proprio aperitivo.

Gli epidemiologi: Lombardia, con 500 nuovi contagi al giorno torna il lockdown

Ci si chiede dunque quali effetti sul medio periodo potrà avere questo tipo di situazione, in particolare se dal 18 maggio ci saranno ulteriori aperture e allentamenti. Una risposta è già allo studio degli esperti in cabina di regia di Regione Lombardia: se a tale data il numero di contagi giornalieri supererà di nuovo la soglia delle 500 unità, si potrebbe rendere necessario un nuovo inasprimento, un ritorno a forme di lockdown pre 4 maggio. Questo lo scenario allo studio degli epidemiologi lombardi. Decisivo sarà l'indicatore Rt che dovrà essere utilizzato per capire l'andamento della curva dei contagi nella fase 2. Come noto, se tale indicatore raggiunge il valore di 1, si entra in una situazione di rischio e un nuovo lockdown appare la soluzione più praticabile ed efficace. Attualmente - ma si tratta di stime informali - la Lombardia si attesta su un valore di 0,8. Ed è proprio con una media di 500 nuovi contagi al giorno che si tornerebbe al valore di 1. Ma in questo contesto osservati speciali non sono solo i Navigli ed altri luoghi dello svago, ma anche gli ospedali ed i pronto soccorso della Lombardia.

Galli: "Milano è una bomba"

Sulla situazione milanese ha usato parole preoccupate in una intervista a Repubblica Massimo Galli, primario di Malattie infettive dell'ospedale Sacco: "E' un dato di fatto: con la riapertura possono presentarsi problemi e c'e' il rischio di richiudere. Quella di Milano e' un po' una bomba, appunto perche' in tanti sono stati chiusi in casa con la malattia - risponde - abbiamo un numero altissimo di infettati, che ora tornano in circolazione. E' evidente che sono necessari maggiori controlli. Mi chiedo perche' da noi ci sia stato un atteggiamento quasi forcaiolo nei confronti dell'uso dei test rapido, il 'pungidito', che poteva comunque essere utile". "Che con la riapertura - prosegue Galli - si possano presentare dei problemi e' un dato di fatto. La nostra regione", la Lombardia "rischia di richiudere ma anche certe zone del Piemonte o dell'Emilia. Del resto si e' deciso che se qualcosa va storto si torna indietro. Speriamo di no, comunque. Questo e' il momento dell'estrema attenzione e responsabilita'". Anche a Milano in certe zone ci sono tante persone fuori. "Alcuni - osserva Galli - hanno interpretato l'ingresso nella Fase 2 come un liberi tutti. E' un segnale di grande pericolosita', perche' dovrebbe invece prevalere la cultura della responsabilita' per limitare al massimo i danni", sottolinea.

"Se non passa la cultura della responsabilita', passeremo dei guai. E d'altro canto e' la cronaca di un evento annunciato. Nel momento in cui, dopo tutto questo periodo di compressione e di limitazione della liberta' di muoversi, evidentemente si apre uno spiraglio e diventa una breccia... speriamo non cada la diga", ha precisato Galli ad Agora' su Rai 3. "In questi giorni mi aspetto di vedere una crescita dei casi osservati a Milano perche' persone che non sono riuscite ad ottenere precedentemente il tampone arrivano finalmente a diagnosi, rappresentando di fatto la coda della prima ondata dell'epidemia. E' fatale - prosegue - e' scritto che nei prossimi giorni avremo nuovi casi osservati senza che questo significhi che abbiamo ricominciato"

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